La questione ucraina

E' dall'anno scorso che non aggiornavo più questa discussione, e in effetti di cose significative non ne sono accadute tantissime.

Vediamo, sono aumentati gli attacchi ucraini in profondità. Mentre i russi sembrano colpire più o meno a caso gli edifici civili, loro puntano a raffinerie e stabilimenti che producono armi e colpiscono molto in profondità nel territorio russo.
Hanno affondato qualche altra nave, l'ultima era piccolina ma discretamente armata. Poteva lanciare anche testate nucleari. Ormai i russi hanno perso più del 20% della loro flotta, e questo è un risultato decisamente notevole.

Con le munizioni per l'artiglieria, l'Europa è arrivata ad un ritmo di produzione di un milione l'anno (qui), ma per il volume di fuoco del conflitto ancora non bastano. Anche perché gli aiuti di Biden sono bloccati da dicembre scorso o forse anche da prima. Comunque sia la situazione è critica per gli ucraini, che si vedono costretti a scegliere con cura i bersagli.

All'incirca ogni giorno muoiono mille soldati russi, in quelli che sento spesso chiamare "assalti alla carne". E adesso veniamo al motivo per cui sono tornato sulla questione: siccome i risultati sul campo, da quando la controffensiva ucraina è fallita, sono stati molto risicati, Putin ha bisogno di qualcosa di cui glorificarsi in vista delle elezioni, e questo qualcosa è la cittadina di Adviivka. Ieri era iniziata una offensiva con un gran dispiegamento di forze e la situazione non è chiara in questo momento. Forse gli ucraini la prevedevano e si sono fortificati a sufficienza, o forse i russi stanno attaccando con una tale quantità di bombe, mezzi e uomini che li costringeranno ad abbandonare la posizione. Ovviamente io spero che resistano, ma anche che non subiscano perdite troppo pesanti per questo.


Oh dimenticavo l'avvicendamento di Zaluzhny. La crisi fra lui e Zelensky non è stata una bella cosa. Adesso bisogna aspettare e osservare cosa cambierà nell'atteggiamento ucraino. Il rischio che il nuovo generale, Syrskyi, si presti più del suo predecessore a supportare le decisioni politiche del presidente, anche quando dal punto di vista militare non appaiono tanto buone.