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Nucleare si - Nucleare no

Ultimo Aggiornamento: 11/02/2024 12:22
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Grado Massimo!
19/03/2011 18:42

In Italia abbiamo ricominciato a parlare di nucleare, a vent'anni circa dall'ultimo referendum che bloccò il progetto italiano, dove a quei tempi era all'avanguardia in Europa.

Ora, nell'era della crisi energetica, saltiamo fuori che ri-vogliamo le centrali.

Ora lì per lì sarei d'accordo, ma dopo una bellissima conversazione con un professore/ingegnere non sono più sicuro.
Lui dice che effettivamente l'energia nucleare è una cosa meravigliosa, ma la utilizzeremo non per lanciare il settore energetico in una nuova era d'oro, come vent'anni fa, ma per rifornire di energia le case, in un certo senso non ci guadagna nessuno, per gli utenti diventa una spesa, le ditte non avrebbero il guadagno che ci sarebbe stato tempo fa. Il punto però è che effettivamente di energia serve, diminuire le emissioni di carbone fossile ormai deve diventare una prerogativa di tutti gli stati, ma il nucleare in Italia andrebbe bene se si iniziasse un progetto di sperimentazione, di studi selettivi su questa energia per arrivare a centrali di V-VI generazione con meno scorie e meno pericoli, invece i nostri politici vogliono costruire 4 centrali, dimenticando che noi siamo indietro di più di 20anni, non abbiamo una storia sul nucleare importantissima che gli altri stati hanno. Questo ingegnere non voterebbe a favore del nucleare se lo scopo dello Stato è creare "fabbriche", da nulla, senza la minima esperienza, senza una sperimentazione accurata.

Adesso sono d'accordo con lui, tralasciando la crisi che c'è in Giappone, evento più unico che raro dove nessuno poteva costruire un qualcosa contro eventi sismici del genere, in più bisogna comunque mettere in conto che il nucleare è sempre un energia poco domabile, imprevedibile, un guasto ad una centrale porterebbe danni serissimi e questi danni non si possono prevedere.
Le barre che danno energia nucleare sono incandescenti fino a oltre 1000 gradi, quindi serve un sistema di raffreddamento potente, ma (guarda in Giappone) se manca il raffreddamento l'esplosione è dietro l'angolo. E' vero anche che oltre i 100km di distanza le radiazioni subite non portano danni eccezionali alla popolazione, ma entro i 30km il danno può essere devastante.

Alla mia domanda di come mai le radiazioni di Cernobyl sono arrivate in Italia (andavo in giro da piccolo con mio zio in Trentino a fare le rilevazioni con il contatore geiger) la risposta fu che ci furono eventi atmosferici straordinari che portarono le radiazioni fin qui da noi. Allora mi dico che se succede sempre un "evento straordinario" ogni volta che c'è un problema ad una centrale siamo fritti, il mio pensiero ora è diventato che questa energia è troppo imprevedibile, seppur ottima.

Quindi io voterei, se ci fosse un referendum, per il No, e voi?

PS Spero di esser stato chiaro nel intraprendere questa conversazione con tutti voi, è importante poter discutere di avvenimenti importanti come questo per un giusto confronto di idee che porterebbe a tutti noi maggior sapere sull'argomento, non credete?



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Grado Massimo!
20/03/2011 17:47

io non ho ancora formato un'idea sul nucleare...
la scelta immediata è un NO perchè non voglio che succedano disastri... (quella del giappone capita proprio al momento sbagliato). c'è però da dire che l'italia è circondata da centrali nucleari straniere (vedi la francia) e se qualcosa succedesse là, è un po' come averla in casa perchè la distanza è minima... quindi tanto vale si può pensare, di mettercela in "casa".
Non so quanto l'italia sia all'avanguardia in campo di nucleare.... se fosse per me le toglierei da tutto il mondo e metterei solo il fotovoltaico!
[SM=x132393]





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Grado 2
20/03/2011 18:20

Io sono assolutamente contraria, l'Italia non è pronta a una fonte energetica così rischiosa.
E sinceramente.... vantaggi che compensino questo rischio non li ho ancora riscontrati.
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Post: 10.809
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Grado Massimo!
20/03/2011 19:07

Per esempio:

le centrali nucleari di terza generazione che vogliono costruire in Italia sono molto all'avanguardia, se per un problema il sistema di raffreddamento elettrico si blocca non succede niente, perché per una forza fisica (gravità) il sistema non si interrompe e continua ad irrorare il raffreddamento. Però la domanda sorge spontanea, se un tubo dell'acqua si rompe? Non arriva più raffreddamento. Quindi...

Come dice un esperto di nucleare, che al momento non ricordo il nome, la natura (vedi Giappone) se ne infischia se sulla carta le centrali sono pronte a quasi tutti gli eventi catastrofici. Alla natura non serve calcoli strani e noi non possiamo prevedere niente.



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Grado 6
23/03/2011 16:13

a me fa paura il nucleare e spero non lo mettano mai!
è stato annullato il referendum o no?



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Se pensi di non potercela fare, non ce la farai mai. Anche se si tratta di una cosa facilissima. E questo vale per ogni cosa. (Oh mia Dea).


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Grado Massimo!
23/03/2011 18:15

Questo non lo so, in teoria non si può annullare un referendum, al massimo possono rifarlo.



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Amministratrice
Grado Massimo!
13/04/2011 13:28

Sto cercando di informarmi in giro...
io non sono favorevole al nucleare e riporto quello che trovo e che spiega il NO al nucleare.

C'è qualcuno che è favorevole al nucleare e abbia voglia di riportare delle fonti che spieghino perchè dovremmo mettere il nucleare? così da fare una sorta di dibattito =)

vediamo di approfondire questo argomento!

Riporto una fonte:
http://www.byoblu.com/ffc29953-fe14-41f0-855f-2fbca5bdb26b/post.aspx



«Arrivai al reattore alle 6 del mattino. L'esplosione era avvenuta all'1.23. Non ne sapevo niente e all'alba uscii di casa per raggiungere la centrale. Sull'autobus si parlava di un guasto ma nessuno sapeva. Solo quando calpestai la graffite contenuta nei locali dove avviene la reazione capii. Cominciai subito a lavorare con la mia squadra di elettricisti per rimettere in funzione le turbine. Fummo i primi ad arrivare da fuori, fino ad allora erano intervenuti i colleghi di turno e i vigili del fuoco.» [Anatoly Kolyadin, 57 anni]



Anatoly perde la pelle delle gambe tre volte all'anno, soffre di dolori alle articolazioni e fulminanti emicranie. E' uno dei rari sopravvissuti a Chernobyl, anche se in quelle ore assorbì una quantità di radiazioni mai calcolata. Le prime squadre dei pompieri semplicemente si dissolsero nel giro di qualche settimana. Oltre quattromila morti secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, ma la vera cifra non si saprà mai. Il reattore venne chiuso in un sarcofago di cemento, per bloccare la fuga radioattiva. Oggi quel sarcofago sta già cedendo.

Ci sono molte ragioni per dire no al nucleare. Oggi inizieremo a pubblicarne alcune. Nei prossimi giorni completeremo il quadro.


1. Il nucleare non è sicuro, è a rischio di incidenti catastrofici

Nel 1979 ad Harrisburg (Usa) si è sfiorata la “fusione del nocciolo”, che c’è stata a Chernobyl (Ucraina) il 26 aprile 1986, con decine di migliaia di tumori e leucemie nei 20 anni successivi e più di 1000 morti per tumore tra i soldati intervenuti; ha contaminato l'acqua di 30 milioni di ucraini; irradiato 9 milioni di persone. Oggi, nelle regioni confinanti, 2/3 degli adulti e metà dei bambini sono ammalati alla tiroide, c’è il raddoppio delle malformazioni.
Nel 2002 nell’Ohio (Usa) si è sfiorato lo stesso disastro; nel 2004 a Sellafield (GB) c’è stata una fuga 160 kg di velenosissimo plutonio rivelata solo dopo 8 mesi.
Dal 1995 al 2005 c’è stata una serie di incidenti gravi (con 7 morti e centinaia di contaminati gravi) nelle centrali del Giappone: tra cui uno gravissimo a TokaiMura nel 1999 (2 lavoratori morti, 3 gravemente contaminati e 119 esposti a forti dosi di radiazioni) e il più grande impianto nucleare al mondo chiuso il 16 luglio 2007 per i danni da terremoto.
Avere il nucleare vicino casa non è assolutamente lo stesso che a centinaia di chilometri.


2. Dopo 50 anni, non si sa ancora dove mettere le scorie radioattive

Ci sono milioni di tonnellate di scorie (di cui ben 250.000 altamente radioattive) senza smaltimento definitivo. Gli Usa hanno speso 8 miliardi di dollari in 20 anni senza trovare una soluzione.
In Italia, nel 2005, il governo ha dato 674 milioni di euro alla Sogin che, dopo il ridicolo tentativo di Scanzano Jonico (sismico, come gran parte d’Italia), non sa dove mettere le “ecoballe” radioattive: il plutonio resta altamente radioattivo per 200.000 anni! L'uranio 238 per milioni di anni…


3. Non esiste il nucleare “sicuro e pulito” di Quarta generazione

Le centrali di terza generazione, che Berlusconi vuole costruire, dovrebbero durare più di quelle in funzione - seconda generazione -, senza aver risolto il problema delle scorie né della sicurezza intrinseca - spegnimento automatico se c'è un incidente grave.
Le chiama ponte verso una quarta generazione che promette sarà assolutamente sicura, non proliferante, con poche scorie e meno pericolose. Ma i reattori di quarta generazione NON esistono! Sono previsti DOPO il 2030, come se fosse domani; e quanto dopo?
Intanto il governo propone un colossale rilancio del nucleare con reattori che, almeno fino al 2040, aggraverebbero tutti i problemi creati dal nucleare!
Infatti l’Enel ha investito quasi 2 miliardi di euro per completare, in Slovacchia, due reattori di vecchia tecnologia sovietica, addirittura privi di involucro esterno, perchè tanto “la probabilità di un impatto aereo è trascurabile”...


4. E’ favola “solo col nucleare si può fermare il riscaldamento globale”

Per avere una riduzione di gas serra bisognerebbe costruire una centrale nucleare ogni 10 giorni - 35 all'anno - per i prossimi 60 anni! Così, con 2.000 nuove centrali nucleari, si fornirebbe il 20% dell'energia totale. C'è qualcuno, sano di mente, che pensa si potrebbe procedere a questo ritmo?
Nessuno dei top manager dell'energia crede che le centrali esaurite nei prossimi anni saranno rimpiazzate per più della metà. Il trend mondiale del nucleare è verso il basso: solo per mantenere il numero e la potenza delle 435 centrali attuali - ne sono già state chiuse 117 - ce ne vorrebbero 70 nuove entro il 2015. Una ogni mese e mezzo! E altre 192 entro il 2025: una ogni 18 giorni! Tutto per continuare a produrre non il 20%, solo il 6,5% dell'energia totale...
2.000 scienziati dell'IPCC - ONU - lo hanno certificato nel 2007: Il nucleare non potrà fermare la febbre del pianeta.
Inoltre il ciclo completo - estrazione ed arricchimento dell’uranio, smaltimento scorie, costruzione e smantellamento centrale - emette gas serra quanto il ciclo a combustibile fossile.


5. L’uranio, come il petrolio, scarseggia e dobbiamo importarlo

L'Italia non ha uranio, dovrebbe importarlo da Russia, Niger, Namibia, Kazakistan, Australia, Canada.
Secondo l’Agenzia per l'energia Atomica, l'uranio dovrebbe scarseggiare dal 2030, invece già dal 1991 ha raggiunto il picco: se ne consuma più di quanto si estrae. Sono le scorte militari che forniscono metà del combustibile. Senza nuovi reattori, la produzione di uranio è già insufficiente, perciò il suo prezzo si è moltiplicato per 10: dal 2001 al 2007 è salito da 7 a 75 dollari la libbra.


6. Altro che “bassi costi”: il nucleare è fuori mercato

Le stime Usa per i nuovi impianti danno il nucleare a 6,3 cent/ kWh contro 5,5 del gas e 5,6 del carbone. Per questo negli Usa, nonostante gli enormi incentivi stanziati da Bush - 1,8 cent/kWh, oltre il doppio del differenziale di 0,8 cent -, nessuno ci investe più dal 1976.
L’unico reattore in costruzione in Europa è in Finlandia: l’azienda privata ci sta perchè lo Stato paga - fa pagare ai contribuenti.. - lo smaltimento delle scorie e smantellamento finale della centrale, che costa quasi come la costruzione. Lo stato garantisce inoltre l'acquisto di tutta l'energia prodotta per 60 anni: un affare senza rischi per il privato! Ma l’entrata in funzione della centrale, ordinata nel 1996, è slittata dal 2009 al 2011: 15 anni. Così il suo costo finale, da 2,5 miliardi di euro è aumentato a 4 miliardi: più di 4 volte di una centrale a metano della stessa potenza, 1600 MW.
I ritardi nella costruzione sono una costante dell'industria nucleare: negli Usa i costi di 75 reattori, previsti in 45 miliardi di dollari, sono aumentati a 145, tre volte il previsto.
In Italia i tempi sarebbero più lunghi e i costi più alti. Questo è il paese dove un km di Tav costa 4 volte di più rispetto alla Francia. Chi pagherebbe?
L'Enel per le 2 centrali slovacche, spende 2.700 euro/kW, mentre una centrale a gas costa meno di 500 euro/kW. Chi paga?





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Grado Massimo!
14/04/2011 20:18

Condivido al 100% quello che hai scritto Capa, ed io non faccio parte del gruppo dei "NO", ma dei possibilisti.

Ora documentandomi meglio inizio ad avere grandi dubbi sul nucleare in Italia, sono soddisfatto che abbiamo fermato i lavori per un anno. Bisogna discuterne e parlarne.

E poi noi siamo ITALIANI!!!! Siamo molto INTELLIGENTI!!! Vuoi che non esista un altro modo più sicuro per produrre energia? Dai! :)



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Grado Massimo!
14/04/2011 23:14

Bruno Magatti, fisico, specializzato in radio-protezione e tecniche radio-isotopiche, abilitato all’insegnamento di Impianti nucleari, specializzato in fisica sanitaria e ospedaliera interviene su Pico, Progetto per informare Como, illustrando il tema degli incidenti alle centrali nucleari.

Nella tregedia giapponese preoccupa più ancora dell’Uranio 235 la presenza del micidiale Plutonio 239. E intanto “buontemponi” pensano ad una centrale nucleare al Pian di Spagna.«In questi giorni le centrali nucleari del Giappone hanno bruscamente, e per qualcuno inaspettatamente, riproposto all’attenzione di tutti il tema dei possibili incidenti nelle centrali nucleari e delle loro conseguenze. Senza la pretesa di esaurire ora il tema, che ha risvolti sanitari, ambientali, economici e filosofici, mi limiterò, qui a suggerire, in sintesi estrema, alcune riflessioni.

1. Dobbiamo anzitutto prendera atto del fatto che non esiste una diffusa consapevolezza di molti aspetti scientifici e tecnologici relativi al tema. Sappiamo che, sia pure in modo approssimativo, una qualche essenza della “chimica” appartiene al sapere diffuso (se metto insieme due sostanze, qualcosa può succedere, e potrei trovarmi dinanzi a sostanze diverse); ciò non è vero per la fisica del nucleo che non trova riscontro nel bagaglio di conoscenze minime del comune cittadino né, purtroppo, in quello di gran parte delle cosiddette persone di cultura (cosa che può dirsi altrettanto vera anche per molti altri temi scientifici): ne sono una prova le innumerevoli sciocchezze ascoltate e lette in questi giorni.

2. Per tali ragioni il cittadino, dinanzi a eventi come questo, è esposto a benevole e qualche volta rassicuranti spiegazioni infarcite di semplificazioni fino alla banalità e a volte anche di errori; il cittadino, invece di essere messo nelle condizioni di capire, viene sollecitato ad atti di fiducia: e ciò avviene in questa Italia delle mille verità e delle mille falsità dove gli strumenti critici sono stati sostituiti dalla “tessera di fedeltà”. Su questo tema il cittadino ha il diritto (e il dovere) di capire ed esprimere il proprio parere consapevole.

3. Le interpretazioni o le mediazioni alla comprensione dei fatti scivolano rapidamente nello scontro tra schieramenti “di bandiera”, tra inverosimili accuse di sciacallaggio nei riguardi di chi suggerisce di guardare i fatti per quello che sono. In fondo la confusione aiuta, come nei dibattiti televisivi, chi vuole che il cittadino non capisca e segua la bandiera. Allora provo a proporre qualche punto fermo:

a) un reattore nucleare NON si spegne come una lampadina, con un interruttore. Anche i sistemi di spegnimento automatico non arrestano istantaneamente tutti i processi nucleari che avvengono a livello sub-atomico all’interno del combustibile. Questi processi, che continuano nel tempo, liberano energia. Se i sistemi di raffreddamento non funzionano (in parte o del tutto) e l’energia liberata non viene asportata (e trasportata all’esterno), la temperatura del sistema non può che crescere. Si capisce allora il ricorso “disperato” (non certo da biasimare, perché in queste emergenze occorre inventarsi di tutto per evitare il dramma assoluto) all’acqua del mare allo scopo di evitare ciò che molti esperti affermano sia già accaduto e cioè che si raggiunga quella che si chiama “temperatura di fusione” delle barre di combustibile col risultato del loro passaggio allo stato liquido, come accade ad ogni sostanza (come un panetto di burro lasciato accanto a una sorgente di calore).

b) all’interno delle barre di combustibile di un reattore, durante il periodo di attvità, restano confinati e contenuti (impediti ad uscire) i nuclidi generati dalla rottura (fissione) del combustibile nucleare. Questi “prodotti di fissione” (potremmo dire, senza grande errore, nella loro totalità radioattivi) sono molto più leggeri di quelli del combustibile (nella fissione un nucleo di Uranio 235, dove questo numero indica le particelle nucleari presenti, colpito da un neutrone si “rompe” in due “schegge” più due o tre neutroni). Le masse dei prodotti di fissione sono circa la metà di quelle dei nuclei del combustibile: si capisce allora che la “fusione”, anche parziale, del combustibile comporta il rilascio di questo materale non più trattenuto all’interno del reattore. In caso di rottura del guscio del reattore, o per il rilascio voluto del gas in pressione che si è così generato all’interno, queste sostanze radioattive sono disperse in atmosfera e abbandonate al loro destino… pronte per una distribuzionea a pioggia come, letteralmente, accadde a Chernobyl. Nei giorni scorsi si è detto che intorno a uno dei reattori si sono rilevate tracce di Cesio 137. Ciò conferma l’origine della radioattività ed è un indice di quanto sta avvenendo. (Cesio 137, Iodio 131 e Stronzio 90 sono oggetto di attenzione particolare perché si tratta di isotopi radioattivi particolarmente assorbiti dal metabolismo umano).

4. se è vero che alcuni reattori come il Fukushima 3 utilizzano come combustibile fossile il Mox e non Uranio 235, significa che in quei reattori nel combustibile nucleare è presente il Plutonio 239 (Mox è un acronimo che sta ad indicare una miscela di ossidi tra i quali appunto il plutonio 239 e la presenza nei reattori di tale materiale fissile è probabilmente conseguente anche alla riduzione delle testate nucleari, che hanno reso disponibile questo materiale in alternativa all’uranio). Ma in questo caso l’eventuale fusione del combustibile e il possibile rilascio in atmosfera costituirebbe un evento che non vogliamo nemmeno immaginare, con conseguenze ancora più gravi, data la altissima “radio-tossicità” del Plutonio 239 e la sua lunghissima via media.

5. Parlare di radio-tossicità e degli effetti immediati e tardivi (tumori, leucemie, effetti ereditari) significa discutere degli effetti dovuti a una contaminazione dell’organismo (per inalazione o ingestione). Dopo l’incidente di Chernobyl,tuttavia, malgrado i molti dati raccolti, gli studi epidemiologici realizzati da un gruppo di studiosi indipendenti (medici) in Bielorussia (che sta a Chernobil come la Lombardia sta a Lugano) non furono riconosciuti dall’agenzia Internazionale per l’energia Atomica (Aiea).

Tali studi, frutto di monitoraggi sistematici sui bambini, attestano la presenza di frequenti gravi patologie cardiovascolari in coloro che sono cresciuti nelle zone contaminate, proprio in seguito all’accumulo, nel muscolo cardiaco, di Cesio 137 rilasciato nell’incidente di Chernobyl.

6. è evidente che se tutte le conseguenze di un incidente in una centrale nucleare venissero ammesse e contabilizzate, si aprirebbe anche una voragine di richieste di risarcimento, di invalidità, di giornate di lavoro perse, di costi sanitari affrontati, a carico del sistema del welfare: nessun gestore e nessuna assicurazione sarebbe in grado di affrontare tali costi (non a caso le catastrofi sono sempre poste a carico dell’intera collettività e della solidarietà individuale).
Va qui sottolineato il ruolo determinante dell’Aiea cui è subordinata, per quanto riguarda il riconoscimento della correlazione di effetti sulla salute e gli incidenti nucleari, la stessa Organizzazione Mondiale della sanità, come pubblicamante segnalato da autorevoli appartenenti a quest’ultima associazione.

7. Concludo ricordando che Le persone più esposte a rischi sono i bambini (anche per una dimostrata correlazione tra la radio-sensibilità e i processi di riproduzione cellulare).

Fermiamoci, almeno per ora, qui. Si tratta di riflessioni “a caldo”, proposte da e a chi abita in luoghi che un tempo sarebbero stati considerati lontanissimi da quelli in cui sono accaduti gli avvenimenti di cui discutiamo, messe in campo in un paese che immagina di “entrare nel nucleare” proprio nel momento in cui quest’epoca va finendo e le maggiori economie occidentali si affrettano a uscirne e, infine, in un territorio nel quale alcuni “buontemponi” hanno offerto il Pian di Spagna come area per un possibile nuovo impianto.

Poiché ci sappiamo, come tutti e ciascuno, portatori di responsabilità globali, nulla ci può essere estraneo di ciò che ha conseguenze globali.

Tutto riguarda tutti, anche chi ancora non è ancora nato.

Noi non ci tireremo indietro nel dibattito e contribuiremo, con le nostre forze e le nostre competenze affinché ogni cittadino sia messo in condizione di capire la posta in gioco e l’ideologia aggressiva e cieca di chi, per affari che non ci appartengono, ha sposato e vuole imporre il progetto nucleare italiano».

[Bruno Magatti, fisico, specializzato in radio-protezione e tecniche radio-isotopiche, abilitato all’insegnamento di Impianti nucleari, specializzato in fisica sanitaria e ospedaliera]



http://ecoinformazioni.wordpress.com/2011/03/16/nucleare-la-scelta-cretina-prima-di-tutto-capire/





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