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Quasi 2 anni fa, qualcuno qui festeggiava: "Addio alla plastica!"

Purtroppo era troppo ottimista.

Facciamo un passo indietro, al 2019:


Ogni settimana mangiamo 5 grammi plastica, una carta di credito



Anche l'uomo 'mangia' la plastica. Se ne ingeriscono fino a 2000 minuscoli frammenti per settimana, che corrispondono a circa 5 grammi, l'equivalente in peso di una carta di credito.

In media sono pari a oltre 250 grammi l'anno.

A puntare il dito contro le 'abboffate' di microplastiche lo studio 'No Plastic in Nature: Assessing Plastic Ingestion from Nature to People' condotta dall'Università di Newcastle a nord di Sydney e commissionata dal WWF e che combina dati di oltre 50 precedenti ricerche.

Per la maggior parte delle particelle sono sotto i 5 millimetri e vengono assunte con l'acqua che si beve sia dalla bottiglia che dal rubinetto. La microplastica è infatti presente nell'acqua di tutto il mondo partendo da quella di superficie per finire nelle falde. Frutti di mare, birra e sale sono gli alimentari con i più alti livelli registrati. I risultati segnano un importante passo avanti nel comprendere l'impatto dell'inquinamento da plastica sugli esseri umani. E devono servire da campanello d'allarme per i governi, ha dichiarato il direttore internazionale di Wwf, Marco Lambertini.

"Mentre le ricerche indagano sui potenziali effetti negativi sulla salute umana - aggiunge Marco Lambertini, direttore internazionale del WWF - è chiaro a tutti che si tratta di un problema globale, che può essere risolto solo affrontando le cause alla radice. Se non vogliamo plastica nel corpo, dobbiamo fermare i milioni di tonnellate di plastica che continuano a diffondersi nella natura. E' necessaria un'azione urgente a livello di governi, di imprese e di consumatori, e un trattato globale con obiettivi globale". Secondo Lambertini infine l'ingestione è solo un aspetto di una molto più ampia crisi della plastica. L'inquinamento da plastica è una grave minaccia alla fauna, non solo attraverso l'ingestione di microplastica ma anche con la distruzione di habitat.



E anche qui ci si sbagliava, ma scopriamolo tornando ai giorni nostri:

Le bottiglie d'acqua contengono (in media) 240mila nanoplastiche


Le bottiglie d'acqua contengono in media 240mila nanoplastiche, precedentemente mai rilevate, in quantità ancora più importante rispetto alle microplastiche, già note da tempo. A rivelarlo è uno studio realizzato da un team di ricercatori statunitensi della Columbia University, le cui conclusioni rilanciate dal Times sono un ulteriore motivo di preoccupazione sull'impatto della plastica sulla salute umana.

Per svolgere la ricerca, hanno esaminato tre marche statunitensi di acqua in bottiglia, nelle quali hanno contato tra 110 mila e 370 mila particelle di nanoplastiche per litro. Per riuscire a individuare queste componenti di dimensione inferiore a un micrometro (o 0,001 millimetro) gli studiosi hanno utilizzato una coppia di laser sintonizzati per farli risuonare con l'energia dei legami chimici della plastica.

Scoperta nella scoperta: a sorpresa dai test è emerso che il materiale individuato nelle nanoplastiche non era soltanto il polietilene tereftalato (Pet) - quello principale della maggior parte delle bottiglie - ma un tipo di nylon. In altri termini, a essere inquinata è l'acqua stessa che beviamo, presumibilmente dal nylon contenuto dai filtri progettati per purificarla prima dell'imbottigliamento.

"Non è solo il numero in quanto tale, ma la sorprendente esistenza della plastica laddove non te l'aspetti. Potresti immaginare che le particelle provengano dalle tue bottiglie, ma si scopre che è solo una piccola frazione", ha spiegato Wei Min della Columbia University. Pertanto tra i tanti tipi di plastica rilevati nelle nanoplastiche ci sono quelli riconducibili al trattamento dell'acqua e, probabilmente, alla fonte stessa dell'acqua.

È scientificamente plausibile ma non è stato ancora dimostrato che le particelle possano causare infiammazioni nel nostro corpo. "La contaminazione da nanoplastica della nostra acqua potabile è un caso di conveniente tecnologia di imballaggio in plastica che ci tormenta. Quando la tossicologia dell'esposizione alle nanoplastiche a questo livello sarà completamente chiarita, praticamente ogni corpo umano sul pianeta avrà a che fare con essa da decenni", ha valutato Leslie.

Gli stessi studiosi hanno riferito di essere i primi a limitare il proprio utilizzo di acqua in bottiglie di plastica, ma suggeriscono ai consumatori di "valutare personalmente e di decidere qual è la scelta giusta per se stessi", ha commentato Heather Leslie, esperta indipendente di particelle di plastica. In alcuni contesti, hanno concluso gli studiosi, laddove l'acqua è disponibile soltanto in bottiglia sarebbe superiore il danno causato dalla disidratazione.



In quest'ultimo articolo ho riordinato un po' le frasi per unire le ultime due. Così c'è un paragrafo specifico sulle considerazioni degli studiosi e risulta evidente il consiglio: evitate le bottiglie di blastica, a meno che non siano la vostra unica fonte di approvvigionamento di acqua. Ben inteso, per prudenza, visto che non sappiamo ancora quale sia il pericolo.

In realtà avevo sentito la notizia ieri su Breaking Italy, ma Shy non mi pare abbia neanche accennato ai sistemi di filtraggio (tranne per la sua personale ipotesi sulle caraffe filtranti). Diceva che di tutta la plastica presente nelle bottiglie, il 90% è costituita da nanoparticelle, e noi, appunto, ne eravamo all'oscuro finché quest'ultimo studio lo aveva rivelato.


Voi bevete acqua da bottiglie di plastica? Continuerete comunque?
O vi siete fatti prendere già da tempo dalla mania per le borracce?
E lo sapevate che anche dentro le lattine di birra e bevande analcoliche c'è un sottile filmino di plastica?

Ah, rispondo io per primo: ormai bevo quasi esclusivamente acqua di rubinetto tramite borraccia. Però ho comunque paura di ricalcolare i 5g settimanali che si supponevano nel 2019. Cavolo, che il dato reale sia davvero di 50g a settimana?
[Modificato da Silvia 12/01/2024 18:51]