Salerno, 8 Novembre 2006 - POTREBBE arrivare da Salerno la spinta a proclamare «santo subito» Giovanni Paolo II. Il vescovo di Salerno, Gerardo Pierro, sta per inoltrare una relazione preliminare a papa Benedetto XVI. Sarà poi il Pontefice a investire del caso il postulatore di papa Wojtyla al fine di avviare il processo presso il tribunale interdiocesano di Salerno. Che cosa sta determinando quest’improvvisa accelerazione? La guarigione «miracolosa» di Nicola Grippo, un pensionato oggi di 76 anni, ammalato di tumore ai polmoni.
L’UOMO, a settembre del 2005, viene ricoverato all’ospedale salernitano «San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona». E’ malato di cancro ai polmoni e si sottopone a terapia radiante per le metastasi ossee diffuse alla colonna vertebrale. Accanto a lui, la moglie Elisabetta che, per tutto il periodo della degenza, prega incessantemente papa Wojtyla, morto nell’aprile, affinché interceda per la salute del marito. Una notte, la donna sogna il pontefice.
RACCONTA: «Camminava lungo un viale alberato, vestito di bianco, tenendo un bambino per mano. Noi — io e le mie due figlie morte (una prima a 18 anni, vittima della leucemia, la seconda, ginecologa, morta in un incidente stradale mentre si recava al lavoro in ospedale, ndr) — cercavamo di raggiungerlo. Lui si è girato e ci ha guardate. Un volto rassicurante come se volesse darci una bella notizia».
E LA «BELLA notizia» arriva qualche giorno dopo. Nicola viene sottoposto a un esame ‘total body’ e, con grande stupore dei medici, sia il tumore all’apparato respiratorio sia le metastasi appaiono incredibilmente sparite senza un’apparente ragione scientifica. In particolare, uno dei medici, che prende visione delle radiografie a cui era stato sottoposto l’uomo, si rende immediatamente conto che si tratta di due immagini completamente diverse, dalle quali emerge con forza la totale guarigione dell’uomo. «Per noi è inspiegabile», ripetono allargando le braccia i sanitari.
E il pensionato, protagonista del prodigio? Da mesi ha ripreso una vita normale, a Pontecagnano dove abita con Elisabetta e dove per anni ha gestito un negozio di merceria.Crede nel miracolo? «Ho pregato e ho seguito scrupolosamente le cure. Ma la malattia richiedeva una cura chemioterapica e io non la tolleravo. Così il male si è allargato. Tutti noi abbiamo pregato, crediamo fortemente in Dio nonostante i lutti che hanno funestato la nostra vita».
CHI NON HA DUBBI sul miracolo è, invece, il vescovo Pierro che, a sorpresa, durante l’omelia di Ognissanti ha diffuso la notizia, parlando di «evento prodigioso, di miracolo di prim’ordine». Il presule ha affidato la «pratica» anche a tre luminari che l’aiuteranno nella relazione che sta per inviare al Vaticano.«Io non ho conoscenze scientifiche ma, da quanto ho appreso, la guarigione, sotto il profilo strettamente medico, sembra essere un fatto inspiegabile», dice Pierro che però ricorda di voler seguire l’evento con la «prudenza necessaria».
DAL FRONTE medico, parlano i vertici dell’ospedale: «La cartella è chiara, questo è un caso che le conoscenze attuali della medicina non riescono a spiegare». E al Ruggi d’Aragona qualcuno ricorda il caso di Consiglia Di Martino, miracolata nel 1995 da Padre Pio mentre era ricoverata nel nosocomio salernitano. E proprio quel caso diede il là alla beatificazione del frate con le stimmate.Nino Femiani
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