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Ultimo Aggiornamento: 16/11/2005 20:58
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Grado Massimo!
07/10/2005 15:02

Dai! chi gioca a gdr racconti in che avventura si sta cimentando!!





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UTENTE Topmanga
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10/11/2005 21:33

Stefo, il grande mago era diventato capo dei Paladini.
Noi, i suoi compagni, Il nano barbaro Reedif Bacon, il mago del fuoco Joe Condor e io, il Cavaliere Thayan/Kensai Herman Palacop, avevamo sconfitto la setta che cospirava alle sue spalle.
Dopo i recenti avvenimenti, siamo andati nel regno della torre blu accompagnati da Stefo e, sotto mentite spoglie, ci siamo arruolati nella marina della Torre Blu.
Io sono Herman Palacop, Cavaliere Thayan al servizio del Mago Stefo.
Sono affiliato alla gilda dei mercanti, per eredità di sangue, ma mio padre mi ha spinto sulla via della spada, e mi ha fatto diventare un guerriero.
Durante una visita ad un monastero di Kensai, mi hanno costretto a giurare fedeltà al sovrano e mi hanno marchiato il corpo con il tatuaggio del Thay, che mi segna come protettore del sovrano.
Nel nostro cammino abbiamo perso molti compagni, tra cui un nano, Gromgir Twobeers e la sua donna, Gurgurik, il cantastorie Ispanico, Diego de Las Dias e la mia donna, Aryana Solostran.
Ci hanno incaricato di andare all’isola della Strega d’argento e consegnare un pacco, ci hanno affidato una nave e un equipaggio.
Navigammo per molti giorni finché non fummo attaccati da un Kraken, una bestia marina con lunghi tentacoli. Sguainai la spada e mi frapposi fra gli enormi tentacoli e il mio sovrano.
Un gigantesco tentacolo si abbatte su di noi, ma Stefo, sotto la protezione del mio scudo torre, rimase illeso.
Brandì la spada e mollai un paio di fendenti al tentacolo enorme.
La ferità grondava un liquido biancastro, la linfa vitale della creatura.
Altri tentacoli molto più piccoli cinsero la nave ai fianchi e i marinai furono ingaggiati.
A questo punto, Joe Condor colpì il tentacolo enorme con dardi magici.
Il tentacolo, ormai reciso cadde in acqua privo di vita.
Due abili fendenti e il Kraken si ritrovo con due tentacoli in meno.
“Mago” gridai “Lancia fulmini nell’acqua, presto”.
Detto fatto, Joe condor sparò un potente fulmine sul bordo dell’acqua.
Il Kraken urlò di dolore, perse la presa sulla nave e scivolò nelle profondità degli abissi.
Dalla nave si levò un grido euforico.
“riprendete la navigazione” ordinò stefo.
Il viaggio proseguì senza incidenti.
Arrivati all’isola della regina nera, la donna ci mandò a svolgere delle faccende per lei.
Dovevamo prendere un fiore che cresce in cima ad un vulcano, senza toccarlo con le mani.
Poi dell’acqua speciale per innaffiarlo.
Marciammo per diverse ore prima di arrivare alle pendici del vulcano.
Pesanti tonfi si levavano sopra di noi, avvolti nella nebbia dei soffioni e delle fumarole (getti di gas e vapori vulcanici).
Sguainai la spada e ci lanciammo a passo di corsa sul vulcano.
“Amici, andate avanti” ci gridò Joe vedendo un alta figura che ci seguiva “Ci penso io”
Io evocai il mio cavallo, caricai stefo dietro di me e galoppammo rapidi come il vento.
Arrivammo al luogo che ci era stato indicato dalla strega.
Stefo con la magia si arrampicò in cima alla montagna e raccolse il fiore.
Subito dopo, una fiammata enorme si levò dal luogo dove avevamo lasciato Joe Condor.
Vidi una colonna di fuoco venire verso di me a velocità elevata.
Davanti a lei, Joe Condor, bruciacchiato e stanco.
Senza pensarci due volte, galoppai verso di lui, tesi la mano, lo agguantai al volo e scappammo via al galoppo.
Stefo era al sicuro, protetto dalla sua magia.
Noi fuggivamo galoppando.
Destra, sinistra, ancora sinistra, destra. Finchè non giungemmo ad una cascatella, vicolo cieco.
Il muro di fuoco ci era quasi a ridosso, chiusi gli occhi per non vedere la nostra fine.
Attesi la fine che non arrivò.
Stefo Stava davanti a noi, le mani protese in avanti, proiettando uno scudo contro il fuoco.
Quando la nube di dissolse ritornammo dalla Strega con la pianta e l’acqua.
Lei ci ringrazio e scrisse qualcosa sul retro della pergamena.
Tornati alla nave, la trovammo in condizioni disastrose, l’esplosione dei soffioni aveva causato un’onda anomala che aveva spezzato l’albero e ribaltato la nave. Metà dell’equipaggio era stato ucciso.
Con un po’ di magia e buona volontà riparammo la nave alla buona, e ritornammo alla Torre Blu.
Lì riparammo la nave, la rivendemmo ad un ottimo prezzo, un’educazione da mercante può ritornare utile talvolta.
Con il ricavato comprammo un Galeone a quattro alberi e quattro ponti, lo chiamammo StrarBreeze.
Ora siamo qua e attendiamo che il re ci affidi una nuova missione….
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Sesso: Femminile
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Grado Massimo!
10/11/2005 22:43

forte! che bei nomi complicati che avete! =)





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UTENTE Topmanga
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16/11/2005 20:58

questa è la seconda parte: (la fine è un po' tronca perchè abbiamo finito la partita male):
Passò un mese e il Re della Torre Blu ci chiamò di nuovo.
“Dovete andare in questo posto” indicando un punto sulla costa nella mappa “Lì sbarcherete e raggiungerete l’esercito che combatte qua” indicando un punto non molto distante. “La carica sul fianco coglierà di sorpresa l’esercito avversario e ridarà fiducia alle nostre truppe. Andate, la nave è già pronta”.
Si voltò e uscì dalla stanza.
Noi uscimmo dopo di lui, e ci recammo alla nave.
“Salpiamo” ordinò Stefo e il ponte principale echeggiò delle grida degli ufficiali che davano ordini ai marinai.
I soldati reali erano stipati nei ponti inferiori.
La nave solcava le onde con grande facilità, veloce come una rondine di mare.
Sulla rotta incontrammo una nave mercantile di Fetchell.
Fetchell e la torre Blu sono segretamente in guerra da molti anni, perciò l’attaccammo.
“Herman, prendi il comando delle operazioni militari” Mi ordinò Stefo
“Grazie, mio signore” Risposi “Andiamo, virate a babordo, fuoco con il cannone leggero, diamogli un avvertimento”
Il colpo partì e mancò la nave. Perfetto!
Il mercantile virò e tentò la fuga.
“inseguiamoli, spiegate le vele, rotta di inseguimento”
L’equipaggio reagì solerte e in breve tempo ci affiancammo alla nave.
“Mi raccomando, non abbattetela, la vogliamo intera.
Partì una bordata di mitraglia, sufficiente a uccidere i pochi addetti ai cannoni del mercantile senza lasciare danni gravi allo scafo.
“All’assalto” gridai appendendomi ad una corda.
La mia armatura completa non mi permetteva grandi movimenti, ma furono sufficienti per atterrare sul ponte dell’altra nave.
Sguainai la mia spada e la levai alta sopra la testa.
“Sono Herman Palacop, Ufficiale della Marina della Torre Blu, voglio evitare inutili spargimenti di sangue, perciò arrendetevi e consegnatevi nelle nostre mani senza opporre resistenza.
L’equipaggio di Fetchell rimase fermo, stupito di fronte alla mia armatura lucente, non avevano mai visto una tale corazza in un marinaio.
“Sono Larrius Varro, Capitano di questa nave, ci arrendiamo ai vostri comandi”.
“Perfetto, ora ci seguirete nella nostra rotta, io e cinque degli ufficiali della nostra nave resteremo qui”.
“Sta bene, qual è la rotta, comandante?”
“Rotta 1’23’2, massima velocità”
“Si signore, avete sentito? Massima velocità, spiegate le vele muovetevi”
“Prendo il timone” dissi.
Navigammo per diversi giorni e diventai amico del capitano, James Crusher.
Era un brav’uomo, molto giovane per essere già capitano.
Aveva servito spesso come corsaro per il Re di Fetchell, ma aveva smesso da un po’ di braccare navi e si era dedicato alla professione di mercante. Stavano trasportando dei preziosi tessuti verso la Torre Blu per venderlo per conto del re di Fetchell, ma ora che abbiamo confiscato il carico, non avranno più guadagno.
Giungemmo sulla costa con un tempo lugubre, nuvole nere giacevano sul campo di battaglia.
“Cavalieri andate in avanscoperta, noi vi seguiremo a piedi, Herman vai con loro” Ordinò Stefo.
Galoppammo per diverse leghe prima di scorgere il campo di battaglia.
La battaglia era finita, avevamo perso, eppure nessun resto visibile del nemico era visibile in terra.
Brutto segno.
Tornammo indietro e riferimmo tutto a Stefo.
“Alle navi, si torna a casa” concluse il Re dei Paladini.
Tornati alla nave, ci dirigemmo verso la Torre Blu.
E li accadde un fatto inquietante: La nuvola di pioggia portò tempesta sulla nostra rotta.
Sembrava seguirci come un ombra.
“è una magia molto forte” decretò Joe Condor, e sia lui che Stefo applicarono le loro energie tentando di dissolverla, ma l’attenuarono solamente.
Il Galeone solcava le grandi onde con agilità, altrettanto non si poteva dire del piccolo mercantile.
A fatica riuscivamo avanzare contro quelle enormi onde.
“Riducete le vele” ordinai “dobbiamo portarci sottovento! Maledizione questa tempesta non ha pietà” imprecai.
“Comandante, l’ultima onda ci ha fatto perdere i cannoni!” mi informò un marinaio.
“Meglio, avremo la nave più leggera” risposi
Avanzavamo molto male, delle falle si erano aperte nello scafo, le vele erano danneggiate.
Per fortuna arrivammo alla Torre Blu sani e salvi.
Giunti verso la torre blu trovammo una battaglia in corso.
Tornai sul Galeone e ordinai “Fuoco di bordata” i 36 cannoni laterali rilasciarono una gigantesca mole di fuoco sul porto che spazzò via qualsiasi cosa si trovasse lì.
“Non possiamo scendere signore, le onde travolgeranno le scialuppe.
“Ci penso io” gridò Joe Condor nel vento.
Accumulò la magia in lui, poi distese la mano sulle acque e queste si congelarono istantaneamente fino al porto
“Scendiamo” gridò Reedif Bacon, che era stato fino a quel momento rinchiuso nella cabina in preda alla nausea.
Saltò giù dal galeone con un balzo vigoroso e atterrò incrinando leggermente il ghiaccio sottostante.
I marinai, Stefo ed io scendemmo calandoci con delle corde.
Con un salto ci lanciammo pancia sotto sul ghiaccio e usammo le nostre armi per avanzare.
Giungemmo in breve tempo sulla terraferma.
Lo spettacolo davanti a noi era impressionante, una grande orda di non morti che assaltava la torre bianca.
Joe Condor unì le sue mani e ne distese i palmi. Dalle mani fuoriuscì un getto di fumo, fiamme detriti incandescenti che distrussero tutto sul loro cammino.
“Avanti” gridai lanciandomi spada tratta verso la fortezza.
Io e Reedif aprivamo le danze.
In combattimento sinergico, ci proteggevamo le spalle a vicenda, uccidemmo più di cento ghoul.
“Non ti stai divertendo Reedif?” chiesi divertito.
“No” rispose il nano “i Ghoul durano poco”
“Andiamo, vicino gli spalti sarà più divertente” gridai lanciandomi in avanti.
Ci aprimmo la strada fino agli spalti (mura di tipo settecentesco, poco alte intorno ai 2 metri e con una pendenza rilevante).
Io lo aiutai a salire , poi lui aiutò me.
“Avanti, ora si che viene il bello” disse il barbaro.
L’esercito nemico sugli spalti era composto da mummie e scheletri di ogre, a giudicare dalle dimensioni.
Quando Stefo giunse sugli spalti, io mi posi a sua difesa.
“Non difendermi, attacca” mi ordinò.
Senza replicare, mi lanciai contro una mummia.
Reedif Bacon caricò furioso due Scheletri con lance puntate.
Cambiai bersaglio e lo aiutai.
Una lancia si conficcò nella carne del nano, mentre la lancia del secondo scheletro si conficcò nel mio scudo torre, mancandomi vistosamente.
La mai spada balenò rapida contro lo scheletro che perse un braccio.
Reedif annientò il tronco dello scheletro con le sue micidiali asce, ma fu attaccato dalle gambe.
Io distrussi il mio scheletro, per dirigermi contro una mummia.
Joe Condor stava dando fondo ai suoi più potenti incantesimi, ma erano decine e decine di scheletri, la sua magia non era sufficiente.
Lanciai in carica la mia spada contro la mummia.
La lama si conficcò contro la creatura e rimase conficcata. Prima che il nonmorto se ne accorse, estrassi la spada dal corpo e attaccai un’altra volta.
La mummia graffiò il mio viso, colpendomi con violenza con i suoi artigli marcescenti, rimovendomi l’elmo e scoprendo l’orrendo tatuaggio Thayan.
In preda alla furia, brandii la spada e con mortale rapidità posi fine alla non vita della creatura.
Le orecchie pulsarono al ritmo martellante del cuore. L’euforia della battaglia si stava impadronendo di me.
Mi lanciai contro uno scheletro a testa bassa e lo scaraventai a terra.
Reedif ed io eravamo inarrestabili.
Oramai gli scheletri attaccavano solo noi due.
Stefo, brandendo Animardente (la spada magica del precedente capo dei paladini) si difendeva come meglio poteva.
Joe condor aveva finito gli incantesimi e stava in posizione riparata sparando con il suo fucile.
La mia spada reclamava morte e distruzione per i nemici del mio signore.
Il clangore degli artigli scheletrici che colpivano invano la mia armatura mi dava un senso di sprezzante orgoglio.
Ridendo, uccisi un altro scheletro.
Reedif, da parte sua, aveva scatenato al sua ira e faceva saltare in aria gli scheletri come castelli di carte.
Un rimbombo,
Un tamburo lontano che echeggiava sopra il clangore delle nostre armi.
All’improvviso apparve una mummia dai paramenti d’oro, seguita da uno scheletro che suonava un tamburo.
“non fermatevi” disse Stefo terminando uno scheletro.
La battaglia continuò accesa, la mummia si avvicinò a Stefo e lo attaccò con violenza.
Stefo era ridotto allo stremo quando mi accorsi delle sue condizioni.
Lanciai la mia arma contro la creatura.
L’arma si infilzò nelle carni putrefatte del nonmorto e la mummia si girò verso di me.
Con uno scarto laterale, mi portai a fianco del mostro e recuperai la mia spada.
L’essere malvagio mi ferì con i suoi artigli marcescenti, ma resistetti alla malattia.
Lo colpii ripetutamente con la mia spada, ma i colpi non avevano effetto.
Mi chiusi in difesa, pensando a come distruggerlo, poi ebbi l’illuminazione.
Lasciai cadere la spada e portai la mano libera ad una delle tasche della mia cintura.
Estrassi un ampolla d’olio e la lanciai contro la mummia.
Non bastava. Lanciai contro il nonmorto tutto l’olio che avevo con me.
Ora la mummia era intrisa di olio per lampade.
“Adesso, mio signore attaccatelo con la spada infuocata”
Stefo attaccò con tutta la sua forza.
Il colpo incendiò l’olio per lanterne e consumò rapidamente la mummia.
Eliminata la mummia raccolsi la mia spadae continuai a combattere.
“FOLLI” echeggiò una voce da una torre “NON AVETE SCAMPO CONTRO LE MIE CREATURE”
Stefo si girò verso la voce e vide un uomo vestito da mago che osservava la scena del combattimento.
“Joe, uccidilo!” gridò attraverso la nebbia di battaglia.
Il colpo partì dal fucile e colpì l’uomo al cuore, uccidendolo sul colpo.
Appena il cuore dell’uomo si fermò, gli scheletri crollarono a terra in un mucchio di polvere.
Reedif eravamo esausti, ci accasciammo in ginocchio a terra ansimando.
No, non potevamo fermarci.
Raccogliemmo tutte le energie rimaste e corremmo a passo di corsa per le scale.
Nella sala del trono trovammo il re, con il fucile in mano ancora fumante.
“Vedo che siete riusciti a tornare. Ci hanno teso un agguato sul fianco prima di quanto avessimo previsto, ci siamo ritirati alla Torre Blu e non eravamo riusciti a fermare il mago, ma grazie a voi ce l’abbiamo fatta, chiedetemi qualsiasi cosa e io l’esaudirò per voi”.
“Vorrei che facesse affilare le mie asce, sire” chiese Reedif umilmente.
“Vai all’armeria e lo faranno subito” rispose il re.
“Io vorrei del denaro, mio sire, devo rifare l’equipaggiamento” chiesi io, inchinandomi.
“Ti donerò trentacinquemila monete d’oro, mio bravo guerriero” rispose il sovrano facendomi alzare
“Io vorrei andare a dormire” disse Stefo esasperato “parleremo un’altra volta della ricompensa”
“Vai, giovane mago, non ti tratterrò” replicò il re “E tu mago, cosa desideri?”
“Io desidero il suo fucile maestà” chiese Joe Condor.
Reedif, Stefo ed io eravamo usciti dalla stanza.
Io ero nella sala vicino, a ritirare il capitale in diamanti.
Tornai nella sala del trono e vidi Joe che stava per sparare al re mentre egli era voltato.
Mollai tutto e tentai di spingere via il sovrano.
Troppo lento, troppo tardi. Il colpo aveva già perforato il cranio del re uccidendolo sul colpo.
“Cosa hai fatto?” gridai contro Joe.
“Niente di speciale, l’ho ucciso”
“Perché?”
“Perché mi andava”
Sentii la rabbia montarmi dentro. “Sai si, che adesso dovrò portarti dalle autorità in carica..”
“Prima devi vedermi” concluse sprezzante Joe Condor.
E con un gesto scomparve dalla vista.
Impotente di fronte al potere della magia, raccolsi la mia roba e me ne andai, non prima di aver pregato gli dei per l’anima del Re.
Tornai nei miei alloggi, appoggiai le mie cose, mi tolsi l’elmo, stavo per togliere la spada, quando ci chiamarono fuori per annunciare la morte del re.
“Signori, sudditi, il nostro amato re, purtroppo è stato assassinato, qualcuno gli ha sparato da molto vicino e lo ha ucciso”
un mormorio sconcertato accolse queste parole.
“Oltre a lui sono morte la figlia e l’ancella. Il trono non ha più eredi, ora il popolo eleggerà un nuovo sovrano”.
La folla si disperse sconcertata.
“Voi quattro” disse a noi “siete stati visti nelle vicinanze del luogo del misfatto, siete coinvolti?”
“Io no, signore” esordì Reedif “ero nell’armeria a far controllare le mie armi”
“Non io signore, ero nella mia stanza a riposare” si aggiunse Stefo.
“Neanche io signore” aggiunse Joe Condor.
“Io so chi è stato signore” risposi io, dovevo tradire un compagno, ma la mia lealtà va alla legge, non a uomini malvagi “ho visto Joe condor uccidere il re, ho tentato di impedirlo, ma è stato inutile”.
“Non so se crederti, Palacop, come posso fidarmi di un uomo con tali inquietanti tatuaggi?”
“A questo posso pensare io, con la mia magia posso imporre a Herman di dire la verità”
“Procedete allora”
Stefo lanciò un incantesimo di ammaliamento e io, essendo suo servo, non potei resistervi.
“Herman hai visto chi ha ucciso il re?” chiese Stefo.
“Si, è stato Joe Condor” dissi io
“Non ci sono dubbi allora, Joe è il colpevole”
“Potreste avermi ingannato, resterete confinati nel vostro alloggio fino a nuovo ordine”
Fece un cenno, e le nostre camere furono circondate da venti soldati.
In silenzio, attendemmo il giudizio…
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