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Fear of Love

Ultimo Aggiornamento: 23/11/2005 15:33
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11/07/2005 11:45

Capitolo undicesimo
Sesshomaru capì che un demone dagli intenti violenti stava per scagliarsi su Jenna, così senza pensarci abbandonò la sua postazione per avvertire la yasha. In quel mentre udì una voce familiare pronunciare in tono furente:
“Lame di vento!”
“Attenta!” urlò Sesshomaru scagliandosi su Jenna. Kagura! Di nuovo quella dannata! Se lo doveva aspettare.
Jenna vide l’argentea figura di Sesshomaru salvarla da morte certa e rimase un po’ confusa. Chi era quella yasha che voleva ucciderla?
Lo youkai le lanciò un’occhiata veloce e le disse perentorio:
“Jenna, stammi vicino” La yasha si stupì non poco. Era la prima volta che Sesshomaru pronunciava il suo nome! “Ti prego, dillo ancora” si ritrovò a pensare la yasha. No…quello non era il momento di perdersi in simili pensieri.
Sesshomaru guardò i cespugli da cui era stata scagliata l’energia e ne vide emergere la figura di Kagura.
Si concesse una risatina cinica e disse:
“Kagura, non puoi proprio fare a meno di girami attorno, eh?”
“Non è una visita di piacere questa, Sesshomaru. Ragazzina dammi il frammento” si rivolse poi a Jenna, che all’inizio non capì.
“Lei non si tocca, Kagura” sibilò Sesshomaru in tono minaccioso.
“Che vuoi dire Sesshomaru…Ti sei invaghito di questa sgualdrina? Non è da te sai…” La yasha non fece in tempo a finire la frase che Jenna le si avventò addosso tracciando con gli artigli una scia di sangue sul petto di Kagura.
“Che c’è…Sei forse gelosa?” disse con fredda ironia Jenna. Sesshomaru fu tentato di fermarla ordinandole di nuovo di stargli vicino, ma la yasha se la stava cavando ottimamente anche senza di lui. Le due demoni ingaggiarono un breve combattimento: Kagura cercava di afferrare il frammento, che a sua volta, più avvertiva pericolo, più energia forniva a Jenna. Infine Kagura, debole per la ferita al petto decise di andarsene, non dopo aver inflitto all’avversaria qualche ferita superficiale.
“Sei solo una sciocca” disse Kagura saltando sulla sua piuma. “Quando Naraku ti vedrà non esiterà di certo a ucciderti. E insieme a te, anche Sesshomaru”
“E ora che tu vada Kagura. Non azzardarti a tornare” disse Sesshomaru così minatorio da intimorire anche Jenna.
“Tsk” sibilò Kagura allontanandosi.
Jenna stentava a crederci. Aveva vinto…Vinto contro una yasha di quella potenza! Si sentiva pronta a sfidare il mondo intero, ma non aveva calcolato di essere molto stanca. Prima di poter dire qualcosa, vide il suolo avvicinarsi vorticosamente e mentre le forze la stavano abbandonando del tutto, sentì le forti braccia di Sesshomaru sostenerla delicatamente. Poi svenne.

Jenna si svegliò poco più tardi, leggermente indolenzita. Aveva un vago ricordo dello scontro con Kagura, ma ricordava di avere vinto. Sentiva il suo lato sinistro piuttosto infreddolito, mentre quello destro intorpidito e sprofondato in qualcosa di morbido. Volse lo sguardo da quella parte e capì di essere appoggiata sulla coda (ma era una coda?) di Sesshomaru, il quale guardava dritto davanti a sé osservando un punto lontano. Per un breve istante pensò di fingere di star ancora dormendo, per poter rimanere appoggiata a lui, ma dandosi della stupida si riscosse del tutto. All’improvviso Sesshomaru girò il capo e i due si ritrovarono a pochi centimetri di distanza.
“Vi state abituando a salvarmi sempre, eh?” disse Jenna calcolando di essere di nuovo in debito con lo youkai.
“Pronta?” chiese Sesshomaru distrattamente.
“Eh? Sì, sì…” “E che diavolo! Io tento di ringraziarlo e lui se ne sbatte!”
“Benissimo! Andiamocene!” esclamò Jenna stizzita. Fece per alzarsi ma il ginocchio su cui era caduta durante l’allenamento le cedette e si ritrovò a terra addosso a Sesshomaru, il quale rimase rigido e la aiutò a rialzarsi con fredda cortesia.
“Non sei in grado di camminare. Sali” le disse.
Jenna si sistemò il vestito, ammettendo a se stessa che sprofondare nelle braccia di Sesshomaru era davvero una bella sensazione, ma salirgli sulla schiena!
“Io dovrei…” così dicendo indicò se stessa e poi lo youkai.
“Qualche problema?” disse lo youkai cominciando a spazientirsi.
“No, no…” Jenna si fece più vicina a Sesshomaru, il quale si raccolse i lunghi capelli candidi e se li spostò su una spalla. Jenna non poté fare a meno di non ridere. Era così buffo! Sembrava una ragazza!
“Si può sapere che hai?” chiese Sesshomaru perplesso.
“Niente…” rispose la yasha trattenendosi “Siete solo un po’ strano con…con i capelli in quel modo!”
Sesshomaru non ci trovava niente da ridere, comunque sospirando fece accomodare la yasha sulla sua schiena, pronto a spiccare il balzo.

Mentre attraversavano prati e foreste, Jenna si accorse che Sesshomaru era ferito.
“Quando è successo?” gli chiese a bassa voce. Non aveva bisogno di gridare, la sua bocca era a qualche centimetro dalle orecchie di Sesshomaru.
La voce bassa e penetrante di Jenna provocò una sorta di vuoto allo stomaco di Sesshomaru, che deglutì e cercò di darsi una calmata. Si muoveva il più delicatamente possibile, per non far sobbalzare la yasha. Ma da quando aveva tanti riguardi per qualcuno? Finalmente si decise a rispondere.
“Non è niente, guarirà da solo” disse.
“Guarda che non mi stavo preoccupando per te” disse Jenna ironicamente, abbandonando il “voi”.
Lo youkai fece un sorriso divertito, cogliendo l’allusione a una loro precedente discussione. Infine decise di accantonare i propri disordinati pensieri, godendosi la sensazione delle mani di Jenna che, inconsciamente, giocherellavano con i suoi capelli e armatura.

Capitolo dodicesimo
Sia Jaken che Rin furono ben contenti di rivedere Jenna, anche se per motivi differenti. Rin saltò addosso alla yasha abbracciandola e Jaken fece un sospiro di sollievo nel constatare di poter finalmente affibbiare quella mocciosa a qualcun altro. Sesshomaru, dopo aver posto a terra la yasha, si allontanò di nuovo e quando tornò teneva in mano delle strane foglie gialle.
Jenna lo guardò interrogativa. “Che cosa sono?” chiese.
“Per il tuo ginocchio” Detto questo la fece sedere a terra e le sollevò il vestito per coprire il ginocchio con le foglie. Jenna si irrigidì. Sesshomaru la guardò in volto e vide che era leggermente arrossita. Aveva forse caldo?
“Forse è meglio che faccia io” disse Jenna con voce incerta. Improvvisamente lo youkai si accorse della gaffe e si rialzò tossicchiando. Chissà cosa aveva pensato Jenna!
“Sì..ehm. Tienile fino a sera” disse Sesshomaru brusco. Infine se ne andò lasciando Jenna ai suoi pensieri.
Le cose stavano andando meglio, decisamente, ma non poteva cedere! Sesshomaru era uno youkai feroce e senza cuore, dunque perché perdere tempo? Lei non voleva soffrire. Forse avrebbero potuto diventare amici. Sì, ma non di più. “E’ inutile che ti fai certi pensieri Jenna. Non c’è rischio che tu gli piaccia” si disse la yasha. Tuttavia il volto maledettamente bello di Sesshomaru non smetteva di turbinarle nella mente, tanto che il forte impulso di vederlo la sconcertò.
In quel mentre Sesshomaru stava appollaiato su un albero intento a comprendere meglio il suo animo. Si era accorto di essersi via via sempre più allontanato dal suo piano iniziale, infatti aveva anche interrotto la ricerca di Inuyasha. E tutto perché? Perché. Bella domanda, non lo conosceva affatto il perché, o meglio, non voleva riconoscerlo. Capiva che in qualche modo riguardava la giovane demone, ma non sapeva spiegare gli incontrollabili moti di calore che lo assalivano quando lei gli lanciava uno dei suoi rari e sarcastici sorrisi. Non era una sensazione fisica, perlopiù interiore. Aveva addirittura temuto di star seguendo le orme del padre, che aveva sposato una sciocca umana. Ma lei non è umana. Disse una voce che proveniva dal suo mondo interiore. “E con questo?” pensò Sesshomaru infastidito. E’bella, pura quanto te, continuò la voce. “Certe passioni non mi riguardano” si disse lo youkai seccato. Però a quanto pare ti riguarda la sua salute. O no? “Deve star bene per proteggere Rin”. Sono solo scuse! “Mai nessuno potrà scalfirmi! E ora silenzio!” Il tuo cuore di ghiaccio ti porterà solo solitudine. E’ questo che vuoi?
Sesshomaru si placò. Era questo quello che voleva? Vide in lontananza Jenna che riposava con la gamba stesa e ignorò totalmente l’ardore che lo avvolse. Sì, era quello che voleva.

Jaken si avvicinò al suo padrone titubante. Aveva intenzione di rivelargli i propri pensieri circa quella yasha.
“Ehm…signor padrone Sesshomaru?” chiese con voce gracchiante.
“Che vuoi Jaken?” disse lo youkai tagliente.
“Forse non è il momento adatto” pensò il rospo spaventandosi.
“Vorrei chiedere…cosa avete intenzione di fare con la ragazza?” chiese il piccolo demone rapidamente.
“Non penso siano affar tuoi Jaken. Tuttavia…avrai notato la scheggia di Shikon no Tama che porta al collo. Io non posso prenderlo.” A quel punto Jaken lo guardò come a dire il mio padrone non può farlo?! “Quel frammento mi sarebbe utile” proseguì lo youkai quasi parlando a se stesso “Solo la donna di Inuyasha, quel bastardo, è in grado di sottrarglielo. Per questo avevo intenzione di trovarlo e costringerlo a cedere alla mia richiesta, ma…” Sesshomaru si interruppe di colpo. L’odore di Jenna era vicinissimo, che avesse… Si voltò e confermando i suoi più temibili sospetti la vide.
“Davvero un piano geniale Sesshomaru. Ora che ne sono al corrente anch’io, perché non iniziare?” disse Jenna mordace. Sesshomaru rimase per un attimo incerto. Aveva sentito tutto, perché non era adirata? Sentiva solo un vuoto nella sua anima, un freddo vuoto, ma non ira.
“Che c’è, sei sorpreso? Anch’io so contenere le emozioni, sai?” continuò Jenna gelida.
“Jenna aspet…” Sesshomaru fece per zittirla.
“Ma in questo caso non c’è alcun bisogno, perché stare con te Sesshomaru, non dà niente e non provoca niente. Sei solo nulla per me. E pensare che quasi mi stavo… Addio Sesshomaru, salutami Rin”
“Fermati!” il tono perentorio di Sesshomaru non impressionò per nulla la yasha, che si stava allontanando a passi decisi.
“Come osi andartene donna, dopo quello che ho fatto per te?”
La yasha si fermò e si voltò. Il suo volto era privo di qualsiasi espressione, la versione femminile di Sesshomaru.
“Tu mi hai riportato in vita Sesshomaru, ma stare con te è stato come morire una seconda volta”
A quelle parole lo youkai provò tutte le emozioni da sempre ripudiate durante la sua vita. Delusione? Rabbia? Paura? Jenna se ne stava andando. L’unica persona con cui aveva potuto parlare e che non lo temeva scappava da lui. Era bravo solo a ferire gli altri. Con un balzo fu davanti alla yasha.
“Tu non capisci!” le disse alzando la voce.
“Io non capisco?!” Jenna perse la pazienza. Tutto l’autocontrollo che l’aveva resa così fredda e dura svanì in un istante. In preda al furore si protese verso Sesshomaru e lo baciò con violenza. Ma quello non era un bacio provato dall’amore e Jenna lo sapeva bene. Sesshomaru, che non aveva previsto una reazione simile dalla yasha, rimase rigido e non rispose al bacio. All’improvviso Jenna si staccò da lui con uno scatto e lo spinse via da sé.
“Allora Sesshomaru…” La sua voce era intrisa di cattiveria e Sesshomaru ne rimase per un attimo deluso. “Hai forse provato qualcosa?”
Lo youkai capì. La yasha si stava prendendo gioco di lui, quella era una sfida. Il suo volto fu percorso da un’espressione dura e glaciale, che non sembrò sorprendere affatto la yasha.
“Uhmf…esattamente” Il commento tagliente e crudele di Jenna fece adirare Sesshomaru. Allora era così…Lei l’aveva sempre e solo preso in giro. Quell’atteggiamento dolce e al contempo malizioso che per poco non aveva raggiunto il suo cuore gli fece ribrezzo. Se ne voleva andare? Meglio.
“Vattene…prima che ti uccida” Sesshomaru caricò quelle parole di tanta freddezza che aumentarono l’ira della yasha. E ora che voleva? Si credeva forse la vittima? Quando vide Sesshomaru sparire con un balzo, la gravità di ciò che era accaduto la invase prepotentemente e abbandonando tutta la sua insolenza e orgoglio, crollò a terra, affranta, ferita e furiosa.

Capitolo tredicesimo
“A quante pare Kagura, le cose stanno girando a mio favore” disse un mezzo spettro dai lunghi capelli neri osservando delle immagini in uno specchio retto da una bambina albina.
“Che vuoi dire Naraku?” chiese la yasha senza capire.
“Il tuo amato Sesshomaru e la sua mocciosa neodemone si sono separati. Tra loro non corre più buon sangue e questo gioca a mio assoluto favore” proseguì Naraku con un ghigno dipinto sul volto. “Sesshomaru deve essere catturato Kagura. Stenterai a crederlo ma quel bastardo di suo fratello Inuyasha non lo odia così profondamente e verrà a cercarlo, rivendicando su di sé il diritto di essere il solo a poter uccidere Sesshomaru…”
“E questo perché ti dovrebbe essere utile?” chiese Kagura non condividendo il piano del suo padrone.
“Trappola Kagura. Trappola. Non solo dopo averlo catturato, ucciderò Sesshomaru, ma anche Inuyasha. Finalmente niente più ostacoli. Dovresti essere felice per me Kagura” aggiunse il mezzo spettro con ironia. “Inoltre, sarai tu a rapire Sesshomaru”
Kagura rimase impassibile, ma dentro era sdoppiata tra il suo personale sentimento verso Sesshomaru e l’esecuzione del piano mortale di cui Naraku l’aveva resa responsabile.
“Sarà fatto, Naraku” disse freddamente.
“Ora vai e…Niente passi falsi Kagura” l’avvertì Naraku beffardo. Kagura sospirò impercettibilmente, dopodiché sparì sulla sua piuma.

Un grande cane bianco volava nel cielo. Sesshomaru cercava di calmarsi dopo l’ennesima discussione con Jenna, l’ultima discussione con Jenna. Questa volta non si sarebbero mai più rivisti, ne era certo. Nessuno si era mai preso gioco così spudoratamente di lui. Se solo non avesse avuto quel frammento a proteggerla… Tuttavia non capiva perché fosse così scosso. Quella maledetta yasha era stata solo una rovina. Fortunatamente se ne era reso conto prima di…Amarla? “No…Io non sono come mio padre” Ma lei ti manca. “E’ una stupida!” L’unica in grado di capirti. Sesshomaru tornò nella sua forma umana, amareggiato e nello stesso tempo deluso. Ma…deluso da che? “Cosa mi volevo aspettare…Nessuno con un minimo di ingegno resterebbe mai con me” Nel mondo interiore di Sesshomaru regnava la più assoluta confusione, un’altra nuova sensazione per il gelido demone. Con uno sforzo sovrumano, tentò di far luce sui suoi pensieri, senza cedere all’orgoglio. Perché le parole di Jenna erano state così dure per lui? Perché quando erano vicini i battiti del suo cuore acceleravano? Perché si sentiva così rilassato anche quando non parlavano? Sesshomaru ricordò la notte trascorsa con Jenna dopo lo scontro con Kagura. L’aveva guardata dormire per ore, prima di addormentarsi preda di un sonno piacevole e avvolgente. In quei momenti aveva notato per la prima volta la bellezza della yasha, i suoi lineamenti asciutti e le forme sinuose. Vittima di chissà quale malìa, le aveva accarezzato i lisci capelli, piacevolmente colpito dal loro profumo e morbidezza. La verità che già da qualche tempo Sesshomaru tentava di soffocare affiorò chiaramente. No, non si poteva ancora parlare di amore…ma di certo lui era attratto dalla yasha e forse anche per lei era la stessa cosa. Sesshomaru si riscosse lentamente dai suoi pensieri, infastidito per i propri sentimenti, ma al contempo sollevato. Forse avrebbero potuto ricominciare da capo. Di una cosa era certo: doveva trovarla. Cercò di percepire l’odore della yasha, ma invano. Doveva essere molto lontana. “Cerca di allontanarsi da te…” si disse Sesshomaru cinicamente.
Correva già da qualche ora, quando all’improvviso Kagura comparve davanti a lui.
“Non ho tempo da perdere Kagura, credo che ti ucciderò” sibilò lo youkai.
“Ascoltami Sesshomaru”
Qualcosa nella voce della yasha interessò Sesshomaru.
“Naraku vuole che io ti rapisca, in modo che tuo fratello ti venga a cercare per poi ucciderlo” disse Kagura a bassa voce.
“Tsk, che stupido piano, mio fratello non farebbe mai una cosa del genere”
“Invece lo farà Sesshomaru, solo per impedire che sia qualcun’altro e non lui a ucciderti”
“Perché mi stai dicendo questo Kagura?” domandò Sesshomaru in tono ancor più sospettoso del solito. La yasha fece un sorriso sarcastico.
“Morirò per quello che ti sto dicendo Sesshomaru, ma almeno salvati tu. In qualche modo Naraku saprà che l’ho tradito…Comunque, fa attenzione a Jenna. Penso che anche lei diventi una marionetta di Naraku in questa storia”
“Che c’entra Jenna?” chiese Sesshomaru perplesso.
“Naraku ti vuole uccidere e tu e Jenna siete quasi nemici ora, no? Conoscendo Naraku la sfrutterà per i suoi obiettivi, nolente o volente. Anche se credo che nel caso, Jenna acconsentirà”
“Che ne vuoi sapere tu?”
“Lei ti ama Sesshomaru, ma tu l’hai in un certo senso tradita. Non sai cosa potrebbero fare le donne innamorate…” Kagura pronunciò l’ultima frase quasi tristemente. L’amore che provava nei confronti di Sesshomaru l’avrebbe di sicuro portata alla morte, ma prima di morire, voleva salvare ciò che per lei era la cosa più importante.
Sesshomaru rimase in silenzio. Non sapeva come Kagura conoscesse tutte quelle cose, ma lo sguardo e il tono di lei lo indussero a crederle.
“Kagura apprezzo ciò che mi hai detto, anche se credo che tu sia stata una stupida e non ne comprendo il motivo…”
“Non c’è bisogno che tu comprenda. E ora…uccidimi”
“Cosa?!” Sesshomaru aggrottò la fronte. Aveva sentito bene?
“Fallo, preferisco essere uccisa da colui che stimo che da Naraku. Ti prego fallo”
“Non mi presto a certe cose Kag…”
“TI HO DETTO DI UCCIDERMI!” Kagura colpì Sesshomaru con gli artigli, sfiorandolo. Il demone decise allora di accontentarla e con un fulmineo attacco, ferì la yasha al cuore. Kagura cadde a terra sussurrando un grazie diretto a Sesshomaru.
Il demone non perse tempo a fissare il cadavere della yasha e riprese le sue ricerche. Non poteva sopportare nemmeno il pensiero che Jenna ubbidisse di sua volontà a Naraku, pronta a ucciderlo. No, non poteva essere.

Capitolo quattordicesimo
Jenna avanzava rapidamente nella notte, turbata dalla discussione avuta con quel mezzo spettro di nome Naraku. Era ricorsa a tutto il suo sangue freddo per indurlo a credere in lei. Si era presentato nascosto dietro una pelle di babbuino, cosa che sorprese la yasha. Jenna ricordò le parole del demone. “So chi ti ha ferita…per questo ti dò la possibilità di vendicarti. Scova Sesshomaru e rapiscilo, poi potrai anche ucciderlo.”
Jenna aveva subito capito che Naraku era un nemico. Nemico di Sesshomaru e quindi…nemico anche suo. Aveva accettato la proposta senza tentennamenti, ben sapendo che quella era l’unica soluzione per uscirne viva. Naraku si affidava a lei, ma sbagliava, infatti Jenna non aveva nessuna intenzione di rapire Sesshomaru, solo trovarlo, sebbene per un momento avesse davvero preso in considerazione la proposta di Naraku. Dopotutto Sesshomaru aveva bramato alle sue spalle di farla uccidere! Nonostante i sentimenti di rancore che provava verso lo youkai Jenna si sentì obbligata a cercarlo e avvisarlo del pericolo, facendo credere a Naraku di star eseguendo i suoi ordini.
Camminava tesa per la foresta cercando il gelido principe, ma non riusciva a percepire il suo odore. “Forza Sesshomaru, dove diavolo sei?” Non si accorse di essere osservata.
“Stai forse cercando me?” una gelida voce alle sue spalle provocò un brivido alla yasha. Jenna si voltò lentamente. Sesshomaru! Il suo cuore cominciò a batterle più forte e un senso di tristezza la invase. Tutto il suo rancore scomparve. Sesshomaru se ne accorse e la guardò perplesso, poi il suo sguardo ritornò duro.
“Allora…sono qui, uccidimi!” disse lo youkai provocatorio.
Jenna non capiva. Perché le stava dicendo quelle cose? Era tornato per combattere? Per punirla della sua insolenza?
“Cosa..cosa intendi dire?” gli chiese Jenna senza capire.
Il tono innocente della yasha sorprese il demone. “Stupido! Cerca di controllarti, sta solo facendo il doppio gioco!”
“Ne ho abbastanza delle tue prese in giro Jenna, sei qui per uccidermi quindi diamo un taglio alle chiacchiere”
“Ma si può sapere che diamine dici?! Io sono qui solo per avvisarti!”
Sesshomaru la fissò negli occhi. Jenna mantenne lo sguardo odiando-amando quel meraviglioso viso, poi rassegnandosi a non poter essere mai compresa dal gelido principe cominciò a parlare.
“Ascoltami Sesshomaru” disse in un tono talmente triste che la sicurezza del demone scivolò via. “So che tu non potrai mai amare qualcuno come me, perché questa è la realtà. Sono qui solo per pagare il mio debito, per salvarti la vita. Naraku vuole che io ti rapisca e poi uccida per attirare tuo fratello Inuyasha e uccidere anche lui. Ora ti ho avvisato. Fa’ ciò che vuoi”
La yasha tenne gli occhi fissi a terra. Aveva inviato un chiaro segnale dei suoi sentimenti e ora, sebbene triste, era sollevata. Si voltò e cominciò a incamminarsi.
“Dove credi di andare, stupida?” una voce profonda e beffarda fermò Jenna e irrigidì Sesshomaru. “Questa è la punizione che ti meriti per avermi tradito! Ahahah!”
Jenna vide Naraku. Che sciocca…doveva aspettarselo. Sesshomaru comprese che sia Jenna che Kagura non avevano mentito e senza pensarci si avventò su Jenna, salvandola da un attacco fatale del mezzo spettro.
“Sesshomaru-sama…mi sorprende il vostro atteggiamento verso questa sciocca. Non sarete forse…”
“Chiudi il becco Naraku. E’ proprio arrivato il momento di ucciderti!” Gli occhi dello youkai diventarono rossi e i letali artigli si allungarono. Naraku rimase impassibile attendendo l’attacco dello youkai, ma quando Sesshomaru provò a colpirlo, il mezzo spettro svanì. Sesshomaru riassunse la forma abituale, scocciato.
“Tsk…era solo un fantoccio” mormorò irritato.
“Andiamo” disse poi senza guardare la yasha, che lo seguì a capo chino. Sarebbero ritornati da Rin e Jaken? Da Inuyasha? Jenna non voleva seguirlo, ma stare con lui, nonostante il dolore di non poterlo avere, era la cosa che più le importava.
Sesshomaru non le rivolse nemmeno una parola durante il viaggio. Era troppo occupato a riflettere. Naraku li avrebbe lasciati stare, almeno per un po’. Tuttavia era meglio recarsi in un luogo sicuro, inoltre doveva anche ritornare da Rin e Jaken. Sesshomaru rimuginava su tutto, tranne sulle ultime parole di Jenna. Jenna…Troppo poco aveva pronunciato quel nome…limpido e schietto come lei. Dunque lei…forse lo amava? Sesshomaru a quel pensiero chiuse gli occhi. Era una sensazione troppo forte per un gelido youkai come lui. Si sentiva felice. Per la prima volta nella sua vita era felice. Ma cosa poteva dare a Jenna? Lui non aveva mai amato nessuno. Sesshomaru, il demone principe senza un cuore, come poteva rendere felice quella yasha che per lui era così importante? Si fermò di scatto. Sentì lo sguardo di Jenna che lo osservava, da dietro.
“Forza, seguimi” le disse mettendosi a correre. Jenna lo seguì, curiosa. Non osava nemmeno immaginare i pensieri dello youkai, non dopo tutto quello che era successo. Lui che voleva combattere, lui che la salvava per l’ennesima volta, lui che ostentava indifferenza a qualsiasi dimostrazione di affetto. E ora, lui che le ordinava di seguirlo. I due corsero per un po’ di minuti, poi Sesshomaru si fermò. Erano in posto bellissimo. Davanti a loro un’argentea cascata sgorgava dalle rocce prepotente, tuffandosi in un piccolo laghetto completamente ricoperto da ninfee bianche. La luna piena illuminava la superficie del lago, mostrandosi in tutta la sua bellezza.
Jenna esitava a proferire parola. Sesshomaru non le permetteva di comprendere le sue sensazioni, dunque non voleva essere disturbato.
“E’ inutile che cerchi di percepire le mie emozioni. Nemmeno io le capisco” le disse calmo.
“Perché Naraku vuole uccidere Inuyasha?” domandà Jenna mantenendosi fredda. Lui l’aveva salvata per l’ennesima volta, ma aveva anche avuto intenzione di ucciderla.
A quel nome Sesshomaru si rabbuiò. “Inuyasha…sempre e solo Inuyasha” Davvero Jenna lo aveva cercato per proteggerlo da Naraku o la sua vera intenzione era di risparmiare la vita a Inuyasha? Ma soprattutto…Perché si faceva di simili pensieri? A quel punto, avrebbe già dovuto uccidere Jenna e lasciare che Naraku sbrigasse da solo le sue faccende con il fratellastro.
“Non sai pensare ad altro eh?” disse Sesshomaru sorprendendosi per il tono palesemente astioso. Non voleva sembrare…cosa? Geloso forse? Di quel bastardo mezzosangue? Di quel bastardo mezzosangue che godeva di tutta l’attenzione di Jenna? Sesshomaru si passò una mano sul volto, sotto lo sguardo sorpreso della yasha. Proprio non capiva. Possibile che Jenna gli facesse quell’effetto? Che gli provocasse quelle reazioni così umane?
“Sesshomaru…io voglio solo evitare che coloro che per me sono importanti vengano uccisi da Naraku e…” Jenna si interruppe.
“E…?” la incalzò lo youkai senza pensare. “Inuyasha e quella sua stupida donna umana sono così importanti per te? Bene, allora corri a salvarli!”
Jenna cominciò ad adirarsi, poi capì che era inutile.
“Sesshomaru…” disse tristemente “è un peccato che tu non capisca…mi spiace.”
Sesshomaru la trapassò con il suo sguardo raggelante. “Cosa non capisco Jenna? COSA? Perché non mi aiuti, non vedi che ormai nei miei pensieri ci sei solo tu?”
La yasha forse si aspettava una qualche risposta, ma il demone rimase zitto, così dopo un lieve sospiro si voltò e s’incamminò.
“Dove stai andando?” chiese Sesshomaru temendo che volesse abbandonarlo.
Jenna indicò senza voltarsi la rupe dalla quale scendeva la cascata, che raggiunse saltando agilmente tra le rocce, con i lunghi capelli che si aprivano a ventaglio come dei sottili fili d’oro fluttuanti. Sesshomaru la seguì con lo sguardo, per poi immergersi nei propri pensieri ancora una volta.

Capitolo quindicesimo
Jenna stava seduta sulla nuda roccia, osservando dall’alto il piccolo lago sovrastato dalla bianca coltre di ninfee. Più volte avrebbe voluto rivelare a Sesshomaru i propri sentimenti, ma lui non era ancora pronto. Un momento preoccupato e ansioso, un momento aggressivo e freddo. Di certo qualcosa in lui era cambiato, non era più il gelido demone dall’aria imperturbabile che disdegnava qualunque forma di vita all’infuori di sé. Ma questo non significava che fosse pronto per amare e farsi amare. Jenna evitò di piangere. Era in un luogo troppo bello per perdersi nella tristezza. Dopotutto, col tempo lo avrebbe dimenticato. Era stato bello vivere con lui, imparare ad amarlo e tentare di comprenderlo, ma quel periodo era finito. Sesshomaru le aveva dato la forza necessaria per credere in se stessa e migliorarsi, niente di più. Era ora di cominciare a vivere una vita tutta sua, senza la supervisione di nessuno. Anche se lo amava… Mentre la yasha cercava di scorgere il riflesso della pallida luna nel laghetto, Sesshomaru si materializzò accanto a lei. Jenna lo guardò senza aspettarsi nulla. Non aveva nessuna voglia di pensare a quello che Sesshomaru poteva o non poteva provare. Basta. Non ne aveva l’energia. Si limitò a guardarlo, annotando ancora una volta la sua bellezza.
“Non so con quale malìa tu mi abbia stregato Jenna, non riesco a comprenderlo. Ma so che quando sono con te il mio animo è come svuotato…leggero e lieto. Stare vicino a te provoca una sensazione di eterna gioia…Qualcosa che è troppo grande da descrivere” Sesshomaru fece una pausa…Era difficile per lui trovare le parole giuste per esprimere qualcosa mai provato nella sua vita. Lo sforzo di esporre così i propri sentimenti, la sorpresa nell’accettare di avere dei sentimenti, lo rendevano insicuro e fragile per la prima volta in tutti quegli anni.
“Io non merito di essere amato…Io non posso amare. Vorrei tanto poterti rendere felice, ma sono la persona meno adatta e non credo che…”
Sesshomaru si interruppe. Jenna piangeva. Ancora una volta era riuscito a ferire l’unica creatura a cui importasse di lui, e l’unica di cui gli importasse. In quel momento si sentì spiazzato. Spiazzato e adirato.
“Lo vedi?” le disse aspro “Non riesco nemmeno a parlarti senza ferirti! Come potresti mai amarmi? DIMMELO!” Sesshomaru si sentiva impotente…Perché tutto quello che gli era caro scappava da lui? In un ultimo gesto disperato alzò Jenna da terra e la spinse senza grazia sulla parete di roccia e tentando di comunicare ciò che con le parole non era riuscito a esprimere, la baciò famelicamente sulla bocca. Jenna, dapprima sorpresa da quel gesto, ricambiò con passione il bacio, questa volta con nessun intento negativo. I due continuarono a stringersi e a scambiarsi alternativamente baci teneri e dolci e baci profondi e passionali, dimenticandosi rispettivamente di qualsiasi pensiero opprimente. Infine, quando si staccarono, Jenna sussurrò all’orecchio di Sesshomaru:
“Dimmi che mi ami”
“Io ti amo. Tu sei il mio cuore Jenna, ti prego, non lasciarmi mai”
“Sesshomaru…ti amo e non smetterò mai di amarti”
I due si accoccolarono per terra e Jenna si addormentò subito cullata dal ritmo irregolare della cascata. Sesshomaru rimase a fissarla per molto tempo, quasi spaventato dalla immensa felicità che lo invadeva. Nessuno li avrebbe divisi. Né il suo freddo orgoglio, né Naraku. Per amore di Jenna, avrebbe stipulato una tregua con Inuyasha, e insieme al fratello avrebbe trovato un modo per riuscire a fermare Naraku e dunque proteggere Jenna e il frammento a cui era legata per chissà quale motivo. Ma questo ormai non importava. Per un po’ tutto sarebbe stato tranquillo. E se qualcosa si sarebbe frapposto tra lui e Jenna, lo avrebbe eliminato a tutti i costi. Perché l’amore che lo univa a quella yasha era ormai l’unica cosa che importava nella sua vita.

THE END

E’ finita! La storia di Sesshomaru e del suo primo e unico amore termina qui. Non scriverò seguiti (come se vorreste essere ancora torturati da me) perché non amo dilungarmi troppo. In realtà questa FF è finita in anticipo: infatti ho tagliato l’ultimo incontro con Naraku in cui finalmente egli viene definitivamente sconfitto da Jenna, Sesshomaru, Inuyasha e Kagome e quando Jenna si libera del frammento che porta a collo grazie alla morte di Naraku. Infatti il frammento non poteva essere portato che da Jenna poiché sarebbe stata l’unica in grado di non utilizzarlo per nessun fine, positivo o negativo, in quanto ella non era nemmeno a conoscenza delle potenzialità del frammento. Infine con la morte di Naraku, il pericolo scompare e il frammento può tornare nelle mani di Kagome per completare la Sfera. Ecco, ora è veramente finita! Commentate please!

PS: Sesshomaru e Jenna vissero per sempre felici e contenti!!! [SM=x132403]
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