Lo studente del secondo anno delle superiori Rakurou Hizutome è interessato ad una sola cosa: trovare nuovi "giochi di merda" e completarli. Le sue abilità come videogiocatore non sono seconde a nessuno, e dalla sua prospettiva, nessun gioco è mai troppo brutto per essere giocato. Per questo, quando sente parlare del nuovo gioco in realtà virtuale Shangri-La Frontier, lo studente fa quello che sa fare meglio: salta il prologo e passa subito all'azione. Ma anche se si tratta di un giocatore esperto, riuscirà Rakurou a scoprire tutti i segreti che si nascondono in Shangri-La Frontier?
Indubbiamente è un bell'anime ed è un bene che la trama sia stata sviluppata senza fretta grazie ai 25 episodi di cui si compone. Shangri-La Frontier (che non viene proposto al protagonista perché è un gioco nuovo, ma per fargli prendere una "vacanza" dai giochi brutti) è un mondo fantasy con tutto il necessario per essere un mondo stupendo da esplorare: una storia antica che deve essere portata alla luce, mostri di ogni sorta, una gran varietà di paesaggi, ... però è proprio per questo che secondo me stona nell'anime.
Provo a spiegarmi meglio. Tutta la ricchezza del mondo fantasy e la tremenda forza dei mostri sarebbero stati eccezionali se non si fosse trattato affatto di un gioco, perché così perdono tantissimo di significato. Ok, Rakurou deve comunque evitare di morire, perché altrimenti perderebbe tutti i progressi di gioco non ancora salvati, ma in realtà... questo appare chiaro nella prima occasione, dove gli autori volevano mettere enfasi su quest'aspetto, mentre poi par venire dimenticato, visto che ottiene dei materiali sebbene muoia subito dopo.
E non è finita qui. Passare dal mondo reale a quello del gioco e viceversa fornisce indubbiamente il vantaggio di intrecciare storie di vita vera e virtuale, e anche qui la cosa accade, ma in modo terribilmente timido. Se ci saranno delle evoluzioni in questo senso, bisognerà aspettare forse la prossima stagione. In questa prevalgono invece i passaggi da Shangri-La Frontier ai giochi "brutti", la cui importanza ai fini della trama è molto limitata. Inoltre le maggioranza del tempo Rakurou la passa insieme a un numero crescente di NPC, e per quanto possano essere simpatici questi incontri, non hanno lo stesso spessore di una relazione vera.
Insomma, non è affatto male, ma lo avrei apprezzato molto di più se fosse stato un isekai o un fantasy classico.