Iniziare a scrivere qualcosa su questo film è davvero difficile perché si intrecciano così tante storie, all’apparenza sconnesse, che si rivelano così unite fra loro da creare un filo conduttore assurdo e adrenalinico. Il killer di professione Ladybug riceve l’incarico di rubare e portare a Kyoto una valigetta presente sul treno Shinkansen. All’apparenza è un lavoro semplice, ma Ladybug sente che qualcosa che potrebbe andare storto, il suo sesto senso gli fa dubitare della missione e non ha per niente torto. Durante il viaggio dovrà avere a che fare con solo killer spietati come Lemon e Tangerine, che devono portare a Kyoto il figlio di un boss della Yakuza, The Wolf che deve vendicare la moglie assassinata, Yuichi che deve salvare la vita di suo figlio dalle grinfie di una ragazza spietata che si fa chiamare Prince e così via. Un vero e proprio tornado di eventi, racconti, storie passate per arrivare alla fermata finale dello Shinkansen, con bombe, assassini, combattimenti, tutto all’insegna dell’assurdo, della sfortuna e della fortuna.
Bullet Train mi ha sorpreso, perché è un film molto adrenalinico, non c’è tempo per pensare che subito nasce una nuova storia, tutte intrecciate fra loro. I Killer sono totalmente assurdi, con i loro rituali che a volte fanno venire i brividi. Il tutto è condito con un boss Gaijin della Yakuza e uno strepitoso Hiroyuki Sanada che interpreta il padre di Yuichi, soprannominato L’Anziano. Brad Pitt che interpreta Ladybug è simpatico e convincente, alla fine è un killer quasi redento che non vuole usare la pistola e che alla fine dovrà ammettere che nella totale sfortuna è davvero fortunato. Ho trovato Bullet Train un film sullo stile di Pulp Fiction, dove ci sono molte storie e molti personaggi che alla fine si uniscono per completare il film. Le musiche seguono perfettamente la storia e l’ambientazione, principalmente sul treno e sulle banchine delle fermate, hanno uno strano stile nipponico colorato, che si inserisce bene nel film.