Ho appena finito di vedere
86 Eighty Six (avevo quasi voglia di scrivere la recensione nella discussione in evidenza, ma quella è sul manga, quindi qui mi pare più appropriato).
Dunque, è una storia molto malinconica che getta le sue basi su una situazione distopica decisamente forzata. Gli "86" sono gli abitanti di un distretto semi-abbandonato della Repubblica di San Magnolia e il loro utilizzo, così come viene raccontato, non ha paragoni con le tattiche di guerra più disumane della storia reale. Purtroppo, l'anime non fornisce informazioni chiare su quali siano le forze delle parti in causa, però c'è il forte sospetto che la strategia dei magnoliani sia suicida.
Poi c'è lo spirito con cui gli "86" affrontano il loro destino, un'altra grandissima forzatura necessaria alla trama e difficile da accettare perché manca di coerenza con le reazioni umane.
E non manca il vecchio cliché dei disgraziati per i quali soltanto la protagonista prova empatia.
Comunque, accettato queste tre cosette, chi cerca una storia di intolleranza triste e disperata, animata da qualche scorcio di combattimenti frenetici, e ravvivata da situazioni spensierate e divertenti, qui troverà quel che cerca.
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Intanto mi occorre una premessa. Il territorio "86" è una immensa zona di guerra desolata e vuota. L'Impero (che pare esser fatto solo di macchine, altrimenti non si spiega perché prenda i guerrieri avversari dal campo di battaglia), il grande avversario di Magnolia e degli stati vicini, ha la sua base da qualche parte oltre il distretto 86 e non compie un'avanzata regolare, come sarebbe ovvio, ma manda un giorno sì e un giorno no dei plotoni di androidi e veicoli a farsi distruggere.
Adesso vorrei spiegare un po' le cosette difficili da accettare.
1. Il distretto 86 è, al tempo stesso, sia un territorio cuscinetto che una zona di pulizia etnica, perché tutti gli "86" devono essere ammazzati entro due anni, quando la minaccia bellica dovrebbe disinnescarsi da sola.
Qui la cosa sconcertante è che i capi dell'esercito di Magnolia stiano ignorando alcune cosette che renderanno fallimentare la loro strategia: i nemici si stanno attrezzando per mantenersi attivi anche oltre i due anni previsti e stanno sfornando armi sempre migliori. Ovviamente, i gerarchi agiscono con totale noncuranza, spinti soltanto dall'odio razziale.
2. Se mi immagino un ragazzino di 10-11 anni che viene arruolato per combattere e che vede morire qualcuno dei suoi compagni ad ogni missione, mi immagino che nel giro di poco tempo avranno tutti grossi problemi di stress post-traumatico. I personaggi che vedremo morire sanno già di essere condannati, sono ancora capaci di essere spensierati come normali ragazzini e non nutrono alcun pensiero di disertare. Si scopre poi che il libro tanto amato dal "Becchino" è "Niente di nuovo sul fronte occidentale", quindi una maggior cura nel comportamento dei soldati mi apparirebbe obbligatoria*.
Quando i cinque ragazzini, nelle ultime puntate, iniziano la loro marcia verso la morte, la fine più logica sarebbe stata con loro che si nascondevano in un paese o vicino al grande lago e cercavano un modo di sopravvivere lontano dalla guerra, finché ne fossero stati capaci. Oppure potevano cercare di aggirare le forze nemiche e rifugiarsi in uno stato dove magari sarebbero stati considerati esseri umani.
3. Il vecchio cliché... In verità qui bisogna dar pregio agli autori di essersi inventati qualcosa per giustificare la mancanza di empatia verso gli "86" da parte della migliore amica della protagonista. Però... è palesemente assurdo che nessun altro condivida almeno in parte l'umanità della protagonista.
* È curioso notare che, nel libro, i soldati sono dei volontari che scoprono l'inutilità della guerra, mentre qui, invece, i soldati sono obbligati a combattere e la guerra, di per sé, non è affatto inutile, perché l'Impero merita sicuramente di essere cancellato.
Ah, a Ottobre arriva la seconda stagione. Confesso di essere un po' curioso di scoprire come continueranno la trama.