Nelle sale da pochi giorni, il nuovo lavoro della Dreamworks di Steven Spielberg promette di lasciare il segno. E' un sapiente mix di azione, ilarità, buoni sentimenti, valorizzazione e riscoperta delle tradizioni.
Il primo ostacolo, egregiamente superato, è stato quello di non ridicolizzare una disciplina antica quanto sacra come il Kung Fu, di non tirare fuori un fumettone scontato, risultato perfettamente centrato con un bel prodotto di animazione a metà strada tra Kill Bill e Karatè Kid (chi non riconoscerebbe nel maestro Shifu le sembianze e le movenze di Pai Mei e la calma saggezza del maestro Miyagi?).
Un po' di trama...
L'eroe è un panda, giovane e maldestro, che divide le sue giornate tra la passione per il Kung Fu, e in particolare per i suoi idoli, i "Furious Five" (Mantide, Gru, Scimmia, Tigre e Vipera) e il ristorantino di spaghetti del padre che non immagina altro nel futuro del suo bambinone. Il fato lo porterà ad intrecciare i suoi passi con quelli dei mitici guerrieri, abilissimi nel combattimento e per nulla contenti di immaginare un grosso orsacchione come colui al quale verrà rivelato il segreto della pergamena...
Si alternano scenette divertenti ad altre ricche di suspence e patos, come la fuga del terribile Tai Lung dalle viscere della prigione nella quale era stato rinchiuso (il perchè e il come lo scoprirete da soli), ad altre decisamente meditative e con qualche perla di saggezza (orecchie aperte sulla metafora dei frutti del pesco!).
Un'ottima combinazione di registri e stili che fanno sorridere e ridere, ma allo stesso tempo impongono un immenso rispetto per l'armonia che suscita, nonostante le dimensioni, la perfetta commistione tra cuore e mente (e stomaco!) del nostro "eroe per destino".
Il miglior pregio è proprio quello di non scadere mai nel patetico e di non voler emulare scene di combattimento alla Bruce Lee (che decisamente mal si adatterebbero al tipo di guerriero prescelto), ma senza mai mettere in ridicolo l'antica tradizione marziale.
Un po' banale forse l'idea del "Ognuno puo' diventare qualcuno se ci crede davvero e se crede in se stesso", ma in fondo lo si perdona, pensando che il cartone è rivolto ad un pubblico di bambini che, mai come in questi tempi, hanno bisogno di identificarsi in eroi morbdosi e non "spacca-ossa".
Un altro plauso ai produttori: sono stati eliminati tutti quei riferimenti a filmografia più o meno recente (come era accaduto in Shrek), decisamente incomprensibili per i bambini, seppure rimane molto sostenuto il ritmo della narrazione.