E ora entriamo nel vivo del viaggio che ho fatto dal 13 al 27 ottobre 2018 in Giappone, ossia il mio 5° viaggio.
Posterò infatti le varie foto fatte con la macchinetta digitale, con una specie di racconto di ciò che ho visto giorno per giorno.
Intanto ecco il proggramma che avevo in linea di massima fatto.
Ma come al mio solito è un programma di massima, infatti l’ho modificato. Nel pomeriggio del mio arrivo, sono andato a visitare il Tempio Toji-ji. Il giorno dopo modifico il programma della giornata per andare a visitare i rimanenti templi/santuari delle 7 Divinità della Fortuna.
Il martedì invece di andare a Nagoya, seguo in gran parte l’itinerario che avevo previsto di fare a Kyoto il lunedì, la visita a Nagoya l’ho spostata al sabato, eliminando la visita a Higashi Maizuru. Scambio inoltre tra di loro la visita ad Amanohasidate e Uji.
Successivamente, non effettuerò neanche la visita a Yokohama.
Il giorno della partenza mi accorgo di un problema, la scadenza del mio passaporto non copre per 13 giorni la validità di tre mesi richiesta dalle autorità giapponesi. Quindi, durante il viaggio penso al fatto che magari quando arriverò lì, mi rifiuteranno l’ingresso per soli 13 giorni.
Ho acquistato un biglietto di andata e ritorno con la Japan Airlines, ma questa compagnia, non facendo più voli da e per l’Italia dal 2010, per cui con vettori di altre compagnie, all’andata con la Finnair (scalo a Helsinki) e al ritorno con la Iberia (scalo a Madrid).
Sul volo per Helsinki ci sono altri italiani che sento che vanno anche loro in Giappone, ma il loro viaggio prosegue per Tokyo. Il viaggio con la Finnair è ottimo per essere in classe economica . Mentre sono sul volo che da Helsinki ci sta portando a Ōsaka (leggi Oosaka) passo la gran parte del tempo a vedere film, giocare e leggere. Purtroppo, è da anni che non riesco più a dormire facilmente in aereo e, pensare che un tempo, appena mi sedevo, allacciate le cinture, crollavo a dormire, sia che fosse un volo internazionale che nazionale (sigh!). Accanto a me c’era una coppia giovane, era il loro primo viaggio in Giappone, lei credo che fosse spagnola, lui era un ragazzo di colore (credo anglosassone). Un po’ prima di arrivare abbiamo un poco parlato, lei stava segnando sulla guida Lonely Planet dei posti da vedere a Kyoto. Ci siamo persi di vista una volta scesi dall’aereo.
L’aereo è atterrato all’Aeroporto del Kansai, quello disegnato da Renzo Piano e costruito su di un’isola artificiale. Il nostro aereo ha attraccato al Terminal satellite e, perciò ho dovuto prendere un treno automatizzato che lo collega a quello principale.
E così giungo ai controlli. Per prima cosa mi accodo in una delle file di cui danno un primo controllo ai passaporti, come scoprirò in seguito. Superato questo primo controllo, raggiungo il serpentone di chi sta in fila per passare il controllo immigrazione. Mentre che aspetto di raggiungere il mio turno, assisto alla scena di una coppia di genitori della Svizzera italiana (che erano nel mio stesso volo) che cercano di farsi ubbidire dal figlioletto maschio che si sposta trascinandosi per terra, mentre la sorellina guardava con un’aria noncurante.
Finalmente è il mio turno, saprò così se mi permetteranno di fare il mio 5° viaggio in Giappone o se sarò rispedito in Italia, perché il mio passaporto per 13 giorni non ha la durata dei tre mesi di validità necessari per entrare nel paese.
Consegno il passaporto al funzionario che lo guarda nelle varie parti, mi fa mettere gli indici sull’apposito lettore e mi fa la foto. Mi chiede il motivo del mio viaggio e, controlla la mia richiesta di visto, dove con pignoleria ho compilato ogni campo, indicando anche i due ryokan dove avrei alloggiato (di norma la gente indica solo quello di Kyoto e non anche quello di Tokyo). Questa volta ho notato che sul modulo mancava il riferimento di quanti yen si era in possesso e anche degli importi di altre valute.
Alla fine, il funzionario dell’immigrazione appone il timbro del visto sul passaporto e me lo restituisce. EVVAI!!!! Incomincia così il mio soggiorno di 2 settimane nella terra del Sol Levante.
Dopo avere ritirato il bagaglio dal nastro trasportatore mi dirigo al controllo doganale, gli agenti doganali sono tutti in divisa e, un’agente donna mi indica di andare da lei. Gli consegno il passaporto insieme al foglio della dichiarazione doganale e come richiesto apro il bagaglio. Rimane sorpresa di vedere che il mio è il 5° viaggio in Giappone ed io gli rispondo “I Like Japan!”. Dopo un breve controllo del bagaglio, mi saluta e mi lascia andare. Oltrepassate le porte, mi dirigo verso l’uscita, per andare nell’edificio di fronte dove si trova la stazione ferroviaria.
Ovviamente, non ho potuto fare fotografie all'interno dell'aeroporto.
Appena entrato nell’edificio, mi dirigo all’ufficio della Japan Rail per cambiare il voucher e farlo diventare Japan Rail Pass di 14 giorni per la Ordinary Class (la nostra 2a classe). Per farlo devo compilare un modulo allo sportello dopo avere fatto la fila.
Con il Japan Rail Pass faccio anche il biglietto e la prenotazione (ambedue gratuiti) per il treno Limited Express Haruka che dall’Aeroporto mi avrebbe poi portato alla Stazione di Kyoto e, acquisto anche la tessera ricaricabile ICOCA Kansai One Pass, è vero che possiedo già la SUICA fin dal 2009, ma come potevo non acquistarla, c’è Astro Boy, il cui autore era del Kansai.
Prima di andare al treno compro una bottiglietta di acqua tonica da un distributore automatico, ma accidentalmente mi cade mentre corro ai binari per non perdere il treno e dopo averla raccolta, riesco a salire per un pelo sul treno.
Seduto al mio posto apro sovrappensiero la bottiglietta e, come potete immaginare mi sono fatto una doccia, provocando dei sorrisi in una famigliola occidentale seduta nella fila di sedili opposta alla mia.
Sul treno ho dormicchiato un pochino, ma ogni tanto ho scattato delle foto.
Sopra la porta del vagone che divideva la zona con i posti a sedere e la parte terminale del vagone c'è un quadro luminoso dove scorrevano sia in giapponese i nomi delle fermate.
Questa costruzione mi ha incuriosito.
Parcheggio di automobili vicino a una stazione locale.
Alcune immagini dell'Umeda Sky Building di Ōsaka, dove ero salito sul tetto panoramico in occasione del mio 2° viaggio in Giappone (2010).
Per salire in cima c'è un ascensore panoramico che si vede a sinistra della prima foto e, si arriva fino a un certo punto, poi ci sono due scale mobili come si vede nelle immagini che collegano per arrivare al tetto. Una è per salire e l'altra è per scendere.