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Mangasenpai: Il manifesto dei manga italiani

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    Silvia
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    Grado Massimo!
    00 28/10/2019 20:47





    Nel corso degli anni, il manga ha saputo ritagliarsi in Italia una importante fetta di lettori. Alcune opere godono di un parco lettori trasversale, altre, meno conosciute, godono comunque una nicchia di affezionati. Di fatto, il manga nel nostro Paese è una realtà solida.Tutto vero, ma questo si riferisce a prodotti di importazione. Quando si parla di manga italiano, il discorso è ben diverso. Sebbene siano nate diverse scuole di manga in Italia e ci sia un crescente numero di aspiranti mangaka, una certa parte di pubblico continua a guardare a questo tipo di fenomeno con un palpabile scetticismo di fondo.

    Proprio per riuscire a scalfire questo tipo di idea, la casa editrice Mangasenpai ha rilasciato sulla propria pagina Facebook un comunicato stampa scritto dall’editor Fabrizio Francato. Un vero e proprio “manifesto di un movimento”, così come è stato presentato, che riportiamo di seguito. Prima, però, vediamo quali sono i volumi in uscita per Mangasenpai al Lucca Comics & Games 2014:

    • Butterfly Effect #1 – Giulia Della Ciana – € 6,50
    • Devil’s Joke #1 – Federico Freschi – € 6,90
    • Sahaam #1 – Elena Toma – € 6,50
    • The Promise (volume unico) – Mauro Cao – € 9,90.

    DIARIO DEL SENPAI: SUI MANGA ITALIANI – manifesto di un movimento

    Mangasenpai è una casa editrice nata nel 2013 per dare forma e corpo ad una ‘new wave’ del mercato italiano del fumetto. Per offrire ai tanti disegnatori che seguono “la via del manga” una bandiera sotto la quale pubblicare.

    Ma perché i “manga italiani” e perché proprio ora? A questa domanda che ci hanno posto in tanti in questi mesi posso rispondere in maniera molto semplice. Il fumetto manga è un media che, narrativamente parlando, vanta forse uno dei ventagli tematici più ampi al mondo. Esistono storie “manga” declinate in ogni genere e tipo di ambientazione. Dedicate a praticamente qualsiasi ramo sociale, dai giovanissimi agli anziani. Esiste un manga per qualunque argomento, o quasi.

    Tale incredibile varietà narrativa è dovuta principalmente alla enorme diffusione dei manga in Giappone.

    Il manga, in quanto non solo “parola che significa fumetto”ma propriamente definibile come “genere fumettistico” (perché caratterizzato dall’uso di particolari materiali, dall’utilizzo di specifici strumenti e costruito con precise regole narrative, diverse da ogni altro fumetto al mondo) si è negli ultimi decenni radicato così in profondità nelle culture popolari dei paesi in cui è stato importato, da dare forma ad una vera e propria generazione di artisti, disegnatori, creativi che, letteralmente cresciuti all’interno di questo sistema, ne hanno fatto proprie le regole e le tecniche espressive, arrivando a perseguire ottimi risultati, addirittura paragonabili agli originali, quando non nettamente migliori (ricordiamo che la produzione manga che arriva nel nostro Paese non è altro che la punta di un iceberg gigantesco di cui fanno parte una miriade di produzioni originali di qualità quantomeno discutibile).

    Ecco quindi che, negli anni, il Manga, da prodotto di sola importazione, si è tramutato in un potente tramite espressivo. Questo è accaduto in moltissimi paesi che, oggi, esportano fumetti disegnati in stile manga in tutto il mondo, finanche al Giappone stesso. Esistono i manwa, i manga coreani, i manga thailandesi, quelli indiani, i manga francesi, quelli russi… e, da oggi, anche quelli italiani.

    Ma la cosa più importante è che in ciascun paese in cui si è “rigenerato”, lo stile manga si è arricchito delle sfumature di quella realtà, ed è evidente che questa commistione tra manga e Italia raggiunga un livello tutto suo, peraltro unico e irripetibile, qui da noi. E’ questa la vera ricchezza del nostro modo di fare manga: è curioso vedere come gli autori riescono a fondere il genere alla nostra italianità, arricchendolo, fornendogli nuove chiavi di lettura, nuovi spunti e stimoli.

    Ci piace, infine, pensare ai nostri fumetti come “manga veri e propri”. E il motivo è ovvio: sono realizzati con materiali e strumenti dedicati, pensati e costruiti seguendo precise regole narrative, spesso apprese durante corsi di approfondimento specifici e periodi di apprendistato dei nostri ragazzi direttamente in Giappone. Cos’altro dovrebbero essere se non “manga”?!?

    E a questa idea mi piace aggiungere un altro “tassello”. Perché spesso la parola “manga italiano” fa  sorridere… e allora voglio provare per un attimo ‘a girare la frittata’ e pensare a quando i giapponesi, nell’esprimersi nella lingua dei manga, volano fuori dal proprio paese e decidono di ambientare i loro fumetti in altri stati. Tutti questi fumetti e prodotti cinematografici hanno in comune la sensazione, durante la lettura, che il paese illustrato non sia il ‘vero paese’ ma solo l’idea che l’autore, da migliaia di chilometri di distanza può avere di esso o che si è fatto durante una breve vacanza, magari abbinata ad un’ospitata ad una fiera.

    Per questo motivo credo che il compito di realizzare “manga italiani”, intendendoli come “manga pensati in Italia e per l’Italia” spetti principalmente ad autori del nostro paese, a ragazzi che hanno appreso la tecnica manga e che possono, al tempo stesso, declinarla nel migliore dei modi alla nostra realtà, alla nostra filosofia, al nostro modo di pensare, alla nostra letteratura, ai nostri sogni, alle nostre speranze e, non ultimo, al nostro modo di amare e di sentirci innamorati.

    I manga italiani esistono, sono ottime produzioni e parlano la nostra lingua, in tutti i sensi.

    Mangasenpai è una casa editrice nata nel 2013 per dare forma e corpo a questa precisa ‘new wave’ del mondo fumettistico italiano. Non c’è spocchia, non c’è arroganza. I nostri autori realizzano manga…. Chiamateli pure fumettisti se vi piace, ma i loro fumetti… potete chiamarli anche “manga”.

    Fabrizio Francato

    https://www.c4comic.it/2014/10/27/mangasenpai-il-manifesto-dei-manga-italiani/


    [Modificato da Silvia 28/10/2019 20:48]





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    LexTheGear
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    Registrato il: 24/09/2019
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    UTENTE Topmanga
    Grado 1
    00 06/11/2019 10:56
    Questo manifesto è stupendo.
    Racchiude in se tutti i caratteri fondamentali di un fenomeno ormai in espansione. Ritengo corretto il termine "Manga Italiano", sempre come sottoinsieme di "Manga" (originario del Sol Levante, e al pari di tutti i nuovi generi nati negli altri paesi).
    Conosco l'autrice di Butterfly Effect e posso dirvi con certezza che è una ragazza che ci mette l'anima. Crede in quello che fa e non si ferma mai.
    Un autore poi è la somma di esperienze, ore e ore di pratica e studio dei personaggi.
    Questo comporta la scelta di uno stile, di un filone culturale, e se a tal proposito è quello manga non vedo perché non definire il risultato di tale sforzo con il medesimo nome.
    [Modificato da LexTheGear 06/11/2019 10:57]
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