00 12/05/2017 15:49

Al Children’s Hospital di Philadelphia l’hanno chiamato Biobag ed è un sacchetto di plastica che imita l’utero materno, completo di sostituti di liquido amniotico e placenta. Lo scopo dell’utero artificiale è presto detto: aiutare i neonatiprematuri a completare lo sviluppo di alcuni organi vitali – come i polmoni – e aumentare le loro chance di sopravvivenza. Grazie a Biobag l’equipe di ricercatori che ha condotto la ricerca, pubblicata su Nature Communications, è riuscita a far sopravvivere e sviluppare per 28 giorni otto agnellini prematuri, aprendo alla possibilità di prossime applicazioni nei reparti di terapia intensiva neonatale.


L’utero artificiale Biobag sembra proprio una busta di plastica, simile a una sacca per le trasfusioni, ma in realtà è un dispositivo altamente tecnologico frutto di anni di ricerche, condotte per cercare di imitare il più possibile l’ambiente dell’utero materno. Biobag ha – per il momento – ospitato otto agnelli prematuri e ne ha consentito il proseguimento dello sviluppo di strutture necessarie alla sopravvivenza al di fuori del corpo della mamma. Per permettere la respirazione e il corretto sviluppo dei polmoni, il team di ricercatori ha utilizzato una soluzione elettrolitica che replica le funzioni del liquido amniotico, mentre, per fare le veci della placenta, un dispositivo collegato al cordone ombelicale, in grado di filtrare il sangue del cucciolo dalle scorie e dall’anidride carbonica per arricchirlo di nutrienti e ossigeno.

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