00 11/01/2014 20:02


Ho atteso questo film per un mese e finalmente sono riuscito a guardarlo al cinema, con mille aspettative, pieno di nostalgia e bramoso di scoprire come questo “Capitan Harlock” si possa presentare al nuovo pubblico. Bè, che dire? Non sono stato per niente deluso, anzi, sono stato rapito da un film che posso definire epico, il degno ritorno dell’unico pirata che esista. Certo è che nonostante sia un film sul Capitano, questo lungometraggio di Shinji Aramaki non mette al centro dell’attenzione Harlock, ma bensì la lotta di due fratelli e della ciurma dell’Arcadia. Capitan Harlock si vede a tratti, parla poco e tende a fare entrate ad effetto. Attenzione però, nonostante tutto questo il film parla di Harlock, vi sembra strano vero? Dico cose che contrastano l’una con l’altra, allora vi descrivo la trama.

Dopo centinaia di anni di colonizzazione di altri pianeti, la razza umana, in pieno decadimento, cerca di tornare sul pianeta terra, ma la popolazione desiderosa di tornare alla vera casa natia è troppa e così inizia una guerra fratricida. Cento anni sono passati da quella guerra civile umana risolta con l’istituzione della Federazione Gaia che ha proclamato la Terra luogo inviolabile e quindi nessun umano puo’ viverci. La terra così diventa un mito da raggiungere, ma nello spazio, da cent’anni, esiste una nave, l’Arcadia, capeggiata da Harlock che varca lo spazio per combattere contro questa istituzione della Federazione. Dopo cento anni di battaglie Capitan Harlock sta facendo rotta verso la terra per l’atto finale del suo piano insieme al suo equipaggio e ad un nuovo arrivato, forse una spia della federazione che però in cuor suo vuole la libertà del suo popolo. La terra è ben difesa e nasconde un segreto che solo la Federazione e Harlock conoscono, insieme all’ultima discendente dei Nibelunghi.

Quindi da questa trama di parla e non si parla di Harlock, il regista ha messo da parte il romanticismo della serie originale di Leiji Matsumoto per mettere sul piatto una storia di libertà, speranza e rinascita di una razza morente e di un pirata da un occhio solo. Questa scelta, dopo aver visto il film, la condivido pienamente, anziché riproporre il solito cliché, il regista ci regala un film per niente ripetitivo o prevedibile. Per la prima volta ho visto persone che si sporgevano dalla poltrona del cinema, rapite da una trama bella e accattivante, per poter seguire il film. Nonostante gli occhiali 3D, che a me danno sempre fastidio, sono riuscito a vedere il film senza un minimo di distrazione, rapito anch’io dal film. La realizzazione grafica è in puro stile CG-Art, che può piacere e non piacere. Certo è che questo tipo di animazione è migliorata dai tempi di Final Fantasy, ma ancora ha alcuni difetti, sopratutto nel trasmettere le emozioni visive dei personaggi, mentre la realizzazione dell’Arcadia, dello spazio e delle battaglie sono a dir poco perfette. Il 3D è convincente, anche se in alcune scene di sfondo erano “visivamente doppie”, probabilmente per colpa degli occhiali dati dal cinema di qualità scadente. Comunque sia il 3D ci stava proprio bene, anche se secondo me in HD il film è godibile lo stesso. Capitan Harlock lo consiglio a tutti, a chi non lo conosce e a chi lo conosce, secondo me non è una delusione perché non possiamo sempre essere legati al passato e quindi aspettarci l’Harlock degli anni 70′. Le cose cambiano, possono modificarsi, mi manca la parte di romanticismo, o meglio crepuscolarismo, che contraddistingue tutte le opere del grande Leiji Matsumoto, ma nonostante tutto è un gran bel film su un personaggio perso negli anni.