Medaglia d’oro per Carolina Kostner
Ghiaccio bollente e risultato storico per l’Italia
Milano, 30 gen. - E’ successo davvero: a Varsavia, danzando leggera sulle note della colonna sonora di “Memorie di una geisha” di John Williams, l’elegantissima 19enne di Ortisei, Carolina Kostner, che spegnerà le prossime candeline l’8 febbraio, è riuscita a riscattare la sfortunata prova dello scorso anno alle Olimpiadi, vincendo il suo primo titolo europeo di pattinaggio con un evento straordinario per lo sport italiano: per la prima volta in assoluto una donna italiana ha vinto un oro nella gara individuale femminile ed eravamo fermi al 1972 con l’argento conquistato dalla bravissima Rita Trapanese.
In una stagione totalmente rivoluzionata dall’inevitabile cambio generazionale post Olimpiadi, che ha visto il ritiro di molte atlete e soprattutto dell’ultima campionessa europea Irina Slustkaya, adesso quel primo posto è di Carolina Kostner, bronzo l’anno scorso agli europei di Lione e famosa portabandiera ai Giochi Olimpici di Torino.
Lassù, come una libellula, sul grandino più alto podio, dopo aver superato tanti problemi ai legamenti del ginocchio che l´avevano tenuta lontana dalle gare più importanti per gran parte di questa stagione, grazie ad un esercizio perfettamente eseguito e contenente sei tripli impeccabili, Carolina ha totalizzato 174.79 punti, superando la favorita, la svizzera Sarah Meier che si è aggiudicata la medaglia d´argento con 171.28 punti e la finlandese Kiira Korpi giunta terza.
La ragazza azzurra ha realizzato anche il suo record personale che ha salutato come aveva promesso “con leggerezza” e che ha dedicato “al mio papà che non ha potuto essere qui perché la squadra di hockey che allena si giocava i play off”. Ricordiamo infatti che lei è figlia d’arte: il padre Envin ex-giocatore è ora allenatore di hockey e la madre Patrizia è stata una pattinatrice.
Stavolta non le è pesato affatto essere la favorita ed essere già seconda, con soli tre decimi di scarto dall´elvetica, dopo il programma corto, anche se l’incognita di una pericolosa fragilità psicologica da superare nel momento supremo era dietro l’angolo. Già, con un costume da vera donna desiderosa di diventare grande, una geisha con il dragone di paillettes colorate disegnato sul petto ed i kanzashi nei capelli, forse nascondendo anche una sorta di filosofia orientale, per lei il gioco è stato facile e le è bastato riuscire perfettamente nel primo salto per calmare i nervi, per iniziare a sorridere e ha divertirsi anche con il pubblico, mentre faceva roteare le piume rosa del suo abito nelle trottole finali, a dimostrazione che ha imparato davvero a gestire l’ansia e a controllare il fisico: così è rimasta sempre in piedi in tutte le difficoltà ed ha potuto finalmente salutare il voto dei giudici a braccia alzate.
Poi, dopo aver spiato le rivali nella stanza del riscaldamento degli atleti, assistendo alla sbavatura all’uscita del triplo toe-loop della svizzera che la precedeva in classifica, all’incertezza della diciassettenne georgiana Gedevanishvili arrivata quarta e alla pericolosa rimonta della finlandese Kiira Korpi, ha saltellato gioiosa verso l’uscita esultando: “Sono felice, felice, felice e grido con orgoglio “grazie Italia” grazie a chi ha sofferto con me continuando a crederci. La scorsa stagione è stata difficile e non è passata invano: senza la sconfitta ai Giochi non sarei l´atleta di oggi. Mezzo inverno con il ginocchio fuori uso, ho faticato, ho cambiato vita ed ero già felice di esserci arrivata a Varsavia. Ho capito che una pattinatrice di primo livello deve sapersi controllare" , come del resto aveva detto anche il suo allenatore Michael Huth: “Se non impari a perdere non potrai mai migliorare, se non credi nella gloria non riuscirai mai a vincere”.
Infine, al termine dell’interpretazione dell’inno “Fratelli d’Italia”, emozionata e con la medaglia d’oro splendente al petto, così si è espressa: “Era uno dei miei migliori programmi, dopo un primo salto fatto bene mi sono calmata e ho pattinato con il cuore. Ora posso rilassarmi, ma solo per un attimo: presto mi aspettano i Mondiali, voglio affrontarli con lo stesso spirito e voglio fare bella figura anche lì. Dopo esser stata scelta come portabandiera italiana mi hanno fatto tante domande su cosa potevo o sapevo rappresentare. Questo oro mi dice che posso essere un esempio. È una gioia vera. Anche se l’emozione più grande resta ancora l’ingresso allo stadio, a Torino 2006, durante la cerimonia inaugurale”.
A completare la giornata in modo positivo è arrivato anche a sorpresa il quinto posto di Valentina Marchei , l’altra italiana in gara, che solo pochi giorni fa aveva conquistato l’argento alle Universiadi di Torino. Ha inoltre realizzato il suo miglior personale, peccato solo che sia scivolata davanti alle telecamere: non si aspettava certo una caduta fuori dalla pista e imbarazzatissima si è scusata a ripetizione.
Ora tutti gli sguardi sono rivolti al Giappone per i Campionati Mondiali che si svolgeranno a Tokio dal 19 al 25 marzo ed in attesa di questo appuntamento ricordiamo come Valentina ha definito simpaticamente le orientali, forza emergente del pattinaggio: “Sono musi gialli…”.
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