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Parte seconda





- Padre… - mi inchinai con rispetto.
- Cara, cosa vi porta al mio cospetto? – chiese, alzandosi per venirmi incontro.
- Forse vi sembrerà inopportuno, ma ho un favore piuttosto importante per me da chiedervi. Posso osare?
- Parla, ti ascolto.
- Se fosse solo per una sera, solo per questa sera, dato che è per voi una festa di nota importanza, voi permetteste anche a una persona del popolo di partecipare alle danze, vi sarei eternamente debitrice.
- Tesoro, sai bene quali sono le regole al riguardo. Non sarà mai possibile che gli permettano di entrare.
- Questo è vero, ma solo fino a che voi non metterete una buona parola.
- Dovrei concedere a una persona del popolo un permesso speciale? E’ questo che mi stai chiedendo?
- Potete farlo, padre?
- Virginia, mi rincresce, non posso esaudire questa tua assurda richiesta. Goditi la serata e non uscirtene più con simili bazzecole. Ciò che vuoi è impossibile.
- Ma padre, basterebbe solo una vostra parola di consenso. Non è impossibile come dite!
- Lo è ti dico! Ed è oltremodo inaccettabile che un popolano entri in un salone pieno di gente per bene! Non vorrai che io venga deriso, non è vero?
- Padre, non dite così. Un atto di generosità e umiltà non è di certo motivo di derisione.
- Virginia, basta così! Se non vuoi essere allontanata dalla festa, torna al tuo posto.
- Padre…
- Credo di essermi intrattenuto anche troppo. Mi sono spiegato?
- Si, padre…come volete voi, padre. – dissi, con occhi gonfi di lacrime.
- Cosa è accaduto, mio caro? – chiese Thaina a mio padre, quando egli tornò a sedersi al fianco di lei.
- Ho solo ricevuto richieste inaccettabili.
- Quali richieste? – insistette lei.
- Mia figlia si è messa in testa di far partecipare un non nobile alla nostra festa!
- Questa è una richiesta inaccettabile?
- Esatto. Sarebbe un disonore per la nostra famiglia!
- Temo di non capire. Un gesto di umiltà non trovo sia disonorevole.
- Non starete dicendo seriamente, spero! Direi di finirla qui. Ho annunciato che non ammetterò tale mancanza di privilegio e intendo mantenere alto il mio onore!
- Bene caro. Potete scusarmi alcuni minuti? Ho bisogno di raggiungere i miei alloggi.
- Certo, potete. Ma non lasciatemi solo a lungo.
- Come volete. Tornerò al più presto. Gradirei comunque un vostro cenno di saluto, quando raggiungerò le porte di uscita dal salone. Me lo concedete?
- Non mancherò. Come mai lo chiedete?
- Perché in tal modo potrò assicurarmi che i vostri occhi saranno rivolti solo a me.
- Di questo non dovreste dubitarne mai.
Il barone baciò la sua sposa, lasciandola poi andare, ed ella si diresse verso l’uscita dalla stanza, non prima di essermi venuta incontro, con un sorriso comprensivo.
- Come mai non ti trovo serena questa sera?
- Oh, Thaina. Perdonatemi, ma mi sento un poco a disagio.
- Ne ero certa. Sono al corrente di quanto le feste non siano per te motivo di gioia. Penso che per questa festa però potremmo fare un’eccezione. Ti sentiresti meglio se accettassimo la tua proposta? – chiese.
- In che modo? – domandai sorpresa.
- Prova a indicarmi la persona che vorresti lasciar entrare nel salone e le darò il permesso di condividere lo stesso luogo con tutti gli altri invitati, senza farmi scoprire dal barone.
- Non capisco. Come farete? – crebbe il mio stupore a ogni sua parola.
- Abbiamo perso già abbastanza tempo. Puoi mostrarmi la persona non nobile che vuoi invitare? – mi domandò gentilmente.
- Sì, certo. Ecco, si tratta di quel ragazzo in piedi appoggiato al muro d’ingresso, con l’abito azzurro e il bicchiere in mano e la faccia annoiata.
- Molto bene. Seguimi.
La seguii senza fiatare, fino a che non arrivammo all’ingresso del salone e Thaina si accostò a parlare con una delle guardie posizionate dinanzi alle porte.
- Il barone mi riferisce che acconsente a lasciar entrare questo giovanotto. – disse Thaina, indicando la figura alla loro destra, sorridendogli.
- Siete sicura? – domandò la guardia, storcendo il naso e aggrottando le sopracciglia.
In quell’istante, senza aggiungere ulteriori parole, Thaina si voltò verso il barone con largo sorriso e questi, notandone il gesto, fece un cenno con la mano che, a distanza, parve di approvazione. La donna tornò quindi compiaciuta a voltarsi verso la guardia, dopo un cenno del capo rivolto al consorte.
- Siete dunque convinto? – domandò orgogliosa del successo ottenuto.
- Certamente, baronessa. Sarà fatto immediatamente.
Ella mi guardò, strizzando l’occhio complice, per poi uscire dalla sala e dileguarsi nelle sue stanze.
Restai un poco a osservare la sua figura allontanarsi, incredula, chiedendomi come avesse fatto a convincere l’irremovibile e orgoglioso barone.

La guardia si avvicinò al giovane elegante con il bicchiere in mano. Piegò un braccio per portarne la mano in posizione orizzontale verso la fronte, unendo i tacchi degli stivali e osservando dritto innanzi a sé, dicendo :
- Mi è stato riferito che il barone ha dato il suo consenso nel farvi partecipare alla festa. La vostra presenza è dunque gradita all’interno del salone.
- Come dite? – chiese il giovane, con sguardo stralunato.
Percepivo la sua incredulità, perciò mi avvicinai al suo cospetto, congedando la guardia che stava solo eseguendo gli ordini. Mi feci coraggio e annunciai :
- A voi buonasera, sono la figlia del barone Kidoin. Prego, entrate, il barone stesso acconsente a lasciarvi partecipare alla sua festa.
- Non sarà per caso uno scherzo? – confuso e paonazzo mi rivolse la sua domanda.
Essere al centro dell’attenzione non dovette essere facile per lui, probabilmente per via della timidezza.
Sorridendogli garbata, lo presi per mano, mentre il cuore tradiva il mio imbarazzo e lo trascinai verso Felicita. La ragazza rimase sbalordita nel vedermi giungere con accanto il suo cavaliere.
- Virginia, ma come siete riuscita … ?
- Per carità, niente domande! – replicai io sorridendole. – Mio padre rimane un mistero anche per me. Dovete pensare solo a godervi la serata, vista la fatica e il lungo viaggio fatti per giungere sino qui. Ebbene, io mi ritiro ora nelle mie stanze. A più tardi. – mi inchinai ai due, pronta a congedarmi.
Prima che potessi avanzare oltre, Felicita mi abbracciò d’impulso e mi diede un tenerissimo bacio sulla guancia. Poi sorrise e si scusò per avermi rovinato il trucco, quindi prese a braccetto il suo cavaliere.
Probabilmente quello era il suo modo di ringraziare, pensai. Per lei doveva significare molto quel mio gesto di generosità, seppur non fosse a conoscenza della motivazione reale che si celava.
Mi diressi così verso le stanze della nuova consorte del barone e bussai alla porta della camera.
- Prego, entrate. – rispose una voce dall’altra parte della porta, senza domandare chi potesse essere.
- Thaina… - sommessamente proferii nell’entrare nella stanza e richiudere la porta alle mie spalle.
- Virginia! Ne ero certa, ti stavo aspettando. – sorrise benevola.
- Veramente… - non riuscii a esprimermi come avrei voluto.
- Tranquilla, so che sei qui per chiedermi spiegazioni. Ero certa che non avresti chiesto nulla al barone, perché ti ha trattata rigidamente. Tutto però si è risolto, visto?
- Non capisco. Come è stato possibile questo? Come lo avete convinto? Pareva così fermo nella sua decisione e pensavo non avrebbe accettato in nessun caso. – la osservai con sguardo interrogativo.
- In realtà è ancora fermo nelle sue decisioni e non ha minimamente accettato la tua proposta. Eppure, i vecchi trucchi degli avi tornano sempre utili.
- Come? Un trucco? – domandai incredula ancor più.
- Esatto, un vecchio trucco che ti permette di ottenere quasi tutto. – sorrise, civettuola.
- Non credo di capire.
- Ebbene, ti svelerò il segreto. Ricordi il cenno che il barone mi ha rivolto prima che uscissi dal salone?
- Sì…
- Ecco, non si trattava di nessuna approvazione come ho voluto far credere alla guardia. Era solo un saluto che gli ho chiesto di pormi prima di abbandonare la sala.
- Oh… ma… No, non ci credo! – risposi incapace di pensare a quanto potesse avere diversi punti di vista e una diversa importanza per ognuno, un solo gesto espresso.
- Invece è proprio così. – mi rincuorò, sorridendo felice. – Il trucco mi riesce sempre piuttosto bene, specialmente con il barone!
- Thaina… - non riuscii a parlare. Per la prima volta qualcuno mi appoggiava nell’esaudire un desiderio personale. Le lacrime raggiunsero i miei occhi.
- Cara, ti sei commossa. Vedi, non ero dello stesso parere di tuo padre. Infondo, quel ragazzo è così ben vestito che nessuno si accorgerà mai del fatto che non è nobile. – mi sorrise con dolcezza.
L’abbracciai forte e lei ricambiò, felice di avermi potuto fare un così grande piacere.
Tornammo così nella grande sala e, prima di lasciarmi nuovamente agli ospiti, mi regalò un sorriso complice e gentile. Lo ricambiai grata e la lasciai tornare al fianco del barone.
Felicita, che mi vide rientrare, mi venne subito incontro, assieme al suo cavaliere.
- Virginia! – mi chiamò, nonostante io l’avessi già notata.
- Ditemi, vi state divertendo? – chiesi, con lieve imbarazzo per la presenza del giovane.
- Virginia, per carità, diteci come avete fatto a convincere vostro padre! E’ da non credersi…
- In effetti…non è stato merito del barone. – cercai di spiegare – Bisognerebbe ringraziare la consorte.
- Come, prego? – domandò stupefatta Felicita.
- Oh, non temete, è una storia piuttosto lunga e incredibile. Ve la racconterò un giorno. – sorrisi con garbo e sollievo – Ora, se potete scusarmi, dovrei trovare un cavaliere anche io, per le danze.
Mi congedai con il loro permesso e li lasciai, ancora una volta, confusi e felici.



...Continua...


[Modificato da =Ereandil= 09/11/2006 14.32]