00 03/02/2005 15:45
Era difficile nascondere tutto.
Era impossibile soprattutto nascondere l’amore che provavo per te.
Eppure dovevo farlo.
Infondo io ero una tra le loro armi migliori.
Ero freddo, spietato, incapace di provare qualsiasi sentimento, eccezion fatta per l’odio.
Ma poi ti conobbi e…tutto cambiò.
La tua pelle candida, quegli occhi meravigliosi…azzurri come il ghiaccio.
I capelli di quella tonalità così particolare…
E le tue labbra, così rosee e sensuali…
Mi ero innamorato di te, mio piccolo Yuriy.
Ma tu non sembravi interessato ai miei sentimenti.
Te ne stavi ore ad allenarti, solo con il tuo Wolborg, mentre io da lontano ti guardavo.
Eri incantevole.
Rientravi in camera poco prima di mezzanotte e ti stendevi nel letto.
Prendevi una fotografia in mano…era vecchia e stropicciata.
Ma tu l’adoravi.
Te la stringevi al petto e a volte piangevi.
In quei momenti, eri distante mille miglia da me…
Eppure, dopo qualche tempo, cominciasti ad interessarti a me, al mio beyblade e al mio carattere.
Mi dicevi che la mia freddezza ti affascinava…ma che mai e poi mai, avresti creduto che io fossi davvero così.
Avevi fatto centro.
Pian piano, cominciasti ad aprirti con me, a sorridermi…ed eri fantastico quando piegavi le labbra in quel dolce sorriso..
In pochi mesi, l’amore che credevo a senso unico, si trasformò in una bellissima relazione.
Ti eri innamorato di me, Yuriy.
Riuscisti anche a dimenticare Kei Hiwatari, il tuo primo amore, colui che era raffigurato nella foto che qualche tempo prima, ti stringevi al petto.
Mi giurasti che, se anche fosse tornato, tu avresti comunque amato solo me.
Ed io ti credetti.
Infondo tu eri sincero, non l’avevi detto per illudermi.
Se avevi proferito quelle parole, era solo perché lo pensavi.
Avevi anche rinchiuso quella foto in un vecchio armadio che non aprivi mai.
Ormai la nostra storia sembrava essersi stabilizzata, nonostante fosse segreta.
Se Borkov c’avesse scoperti, a quest’ora chissà dove saremmo…!
Ogni notte, io venivo in camera tua…e facevamo l’amore.
Ci risvegliavamo il mattino dopo, nudi ed abbracciati.
Io mi svegliavo sempre per primo, così ti accarezzavo la schiena, il viso e i capelli…
Quando tu ti svegliavi, mugugnavi un po’ e mi sorridevi leggermente…
“Buongiorno Boris…”
Dicevi solo questo.
Non avevi il tempo di dire altro perchè io catturavo le tue labbra con le mie e ti baciavo, mentre ti sussurravo parole dolci.
A volte arrossivi!
Eri così bello…
La nostra storia durò quasi un anno.
Ma poi…

Un po’ mi manca l’aria che tirava
O semplicemente la tua bianca schiena..
E quell’orologio non girava
Stava fermo sempre da mattina a sera.
come me lui ti fissava
Io non piango mai per te
Non farò niente di simile...
Si, lo ammetto, un po’ ti penso
Ma mi scanso
Non mi tocchi più

…Kei Hiwatari arrivò al monastero.
L’avevano spedito nella squadra russa, poiché il presidente della BBA aveva deciso di dividere i Blade Breakers.
Dapprima, sembrò non interessarti.
Lo guardavi con sufficienza, come se di lui non t’importasse poi molto…
Lo criticavi e lo rimproveravi quando sbagliava qualcosa, nonostante lui fosse il nuovo capitano dei Demolition Boys.
Credevo che non ti fidassi più di lui.
Infondo, ti aveva abbandonato una volta, non avrebbe esitato a farlo una seconda.
In più, ero convinto che per te lui fosse un blader scarso, un buono a nulla.
Come un codardo, io non ti avevo mai fatto notare le reali qualità di Kei.
Il ragazzo, infatti, era davvero bravissimo con il beyblade.
Era forte, ingegnoso, non aveva paura di nulla.
Era sicuro di se, proprio come una volta.
Lui era sempre stato così.
Avevo paura che, facendoti notare tutto questo, tu saresti tornato da lui.
Ma il mio silenzio non servì a nulla.
Tu non eri mai stato uno stupido, avrei dovuto immaginare che te ne saresti accorto comunque.
Lo scoprii quando, una sera, entrai piano nella tua camera, per farti una bella sorpresa.
Ma la sorpresa, la ebbi io.
Tu eri steso nel letto, quella foto tra le mani, il volto rigato dalle lacrime e le labbra, gonfie per il pianto, increspate in un sorriso triste.
Me ne andai, senza farmi sentire.
L’indomani tu ti comportasti normalmente.
Non mi chiedesti neppure perché evitai di venire in camera tua, la sera prima.
Ma sul tuo volto non c’era più quella luce deliziosa, mentre mi guardavi.
Quando credevi che nessuno ti vedesse, il tuo sguardo si spostava sul corpo ben modellato di Kei, sul suo viso dannatamente bello, sugli occhi cremisi così contrastanti con i capelli argentati e azzurri.
Cominciavi a mancarmi.
Era chiaro ormai, che noi due eravamo distanti chilometri anche quando ci separavano solo pochi centimetri.
Anche quando facevamo l’amore.

Solo che pensavo a quanto è inutile farneticare
E credere di stare bene quando è inverno e te
Togli le tue mani calde
Non mi abbracci e mi ripeti che son grande,
mi ricordi che rivivo in tante cose...
Case, libri, auto, viaggi, fogli di giornale
Che anche se non valgo niente perlomeno a te
Ti permetto di sognare
E se hai voglia, di lasciarti camminare
Scusa, sai, non ti vorrei mai disturbare
Ma vuoi dirmi come questo può finire?
Non melo so spiegare
Io no me lo so spiegare

Cominciai ad odiare la situazione che si era creata.
Ben presto, non riuscii più a reggere quel maledetto gioco.
Non ce la facevo a fare l’amore con te mentre tu lo facevi con Kei.
C’avevo provato per un mese e forse di più perché ti amavo…ma ora era troppo.
Stavo diventando nervoso, mi irritavo per nulla.
In poche parole, stavo scoppiando.
Così ti lasciai.
“Yuriy, non ti amo più, mi dispiace…” solo queste parole.
Tante, tante bugie…
Infondo, che senso aveva dire la verità?
Scappasti via, piangendo, dopo aver tentato di abbracciarmi.
Io mi ritirai in camera, col cuore in gola e le gambe che tremavano.
Rimasi chiuso nella mia stanza per più o meno una settimana.
Quando uscii, mi accorsi di quanto freddo fosse l’inverno.
In realtà, lo sapevo da molto tempo.
Anzi, lo sapevo da sempre.
Ma me l’ero scordato…
E’ che con te tutto sembrava più bello, più caldo.
Gli allenamenti non sembravano così duri.
Ora, invece, erano insopportabili.
Mi resi conto che tra te e Kei c’era un’intesa particolare.
Gli sguardi che mi rivolgevi, erano dolci.
Sembravano quasi dei muti “grazie…”.
Non erano gli sguardi di passione che mi regalavi mentre facevamo l’amore.
Quando tu, eccitato e con il corpo cosparso di goccioline di sudore, mi sussurravi “ti amo”…
Sapevo bene che in quella situazione, l’unico che ti avrebbe visto, d’ora in poi, sarebbe stato Kei.
Eppure, nonostante tutto, quella notte passai in camera tua.
Non volevo dirti quanto ti amavo…
…volevo solo vedere come stavi.
Bussai alla porta…
…ma ad aprirmi, fu Kei.
Mi guardò sorpreso e mi chiese che cosa ci facevo in giro a quell’ora.
E mi domandò perché fossi venuto a bussare in camera di Yuriy.
Sembrava notevolmente infastidito dalla mia presenza.
Così lo osservai un po’ meglio.
Era a petto nudo, aveva legato un asciugamano attorno alla vita.
Il volto arrossato, i capelli d’argento puro erano scompigliati.
Aveva anche un livido rossastro all’altezza della giugulare, segno che tu avevi posato le labbra su quella pelle diafana e avevi succhiato un po’.
Dovetti ammettere ancora una volta che era davvero bellissimo.
Ma poi arrivasti tu.
Addosso avevi solo un morbido accappatoio.
“Chi è?” chiedesti, abbracciando Kei da dietro.
Eri più alto di lui di qualche decina di centimetri.
Quando rivolgesti lo sguardo sulla mia persona, dopo aver baciato la nuca a Kei, facesti una strana espressione.
Eri stupito, non capivi.
Non ti davo fastidio, ma non eri nemmeno felice di vedermi.
Beh…evidentemente avevo interrotto qualcosa.
Mi guardasti, aspettando una spiegazione sul perché fossi davanti alla porta di camera tua.
Rimasi colpito, perché tu e Kei non tenevate segreta la vostra relazione, come avevamo sempre fatto noi.
Se al mio posto ci fosse stato Vladimir Borkov in persona, vi avrebbe scoperti.
Ma a voi non interessava.
Del resto lui era il nipote di Hito…

La notte fonda e la luna piena
Ci offrivano da dono solo l’atmosfera
Ma l’amavo e l’amo ancora
Ogni dettaglio è aria che mi manca
E se sto così..sarà la primavera..
Ma non regge più la scusa...

Mi venne voglia di dirti che ti amavo ancora come una volta, che vivevo per te.
Sapevo che sarei stato uno stupido, se te l’avessi detto.
Infondo ti avevo lasciato io.
Volevo ricordati tutti i momenti passati assieme.
Le emozioni che vivevamo.
L’eccitazione di quando facevamo l’amore, con la paura di essere scoperti.
I baci dolcissimi che ci scambiavamo.
Volevo dirti quanto male stavo ora.
Quanto mi mancavi…
Ma spostai lo sguardo alle vostre spalle…
…e vidi due valige.
Chiesi solo “volete andarvene?”.
Kei si girò e ti guardò.
Tu annuisti.
Cos’avrei dovuto fare, se non augurarvi buona fortuna?
Come potevo non alzarmi alle 4 del mattino, solo per riuscire a farvi scappare?
Ero forse in grado di non coprirvi, quando scoprirono la vostra fuga?
No, non ne ero più capace.
Eri stato tu, Yuriy, a sciogliere il ghiaccio nel quale ero stato scolpito.
Un tempo ero una statuina di ghiaccio che obbediva ad ogni ordine, che distruggeva e che demoliva ogni cosa, ogni persona, ogni sentimento.
Ma con te, quella statuina si era sciolta…
L’acqua rimasta erano gocce d’amore.
Amore puro e vero.
Indistruttibile.
Ma la tua partenza, decretò l’evaporazione di quelle piccole e fragili goccioline.
Un’evaporazione lunga quanto un taglio profondo e sicuro sul polso sinistro.
Un’evaporazione calda, come l’acqua di cui era riempita quella vasca da bagno.
E le goccioline d’amore di cui ero fatto, si fusero con quello strano e dolce tepore…

Solo che pensavo a quanto è inutile farneticare
E credere di stare bene quando è inverno e te
Togli le tue mani calde
Non mi abbracci e mi ripeti che son grande,
mi ricordi che rivivo in tante cose...
Case, libri, auto, viaggi, fogli di giornale
Che anche se non valgo niente perlomeno a te
Ti permetto di sognare..
Solo che pensavo a quanto è inutile farneticare
E credere di stare bene quando è inverno e te
Togli le tue mani calde
Non mi abbracci e mi ripeti che son grande,
mi ricordi che rivivo in tante cose...
Case, libri, auto, viaggi, fogli di giornale
Che anche se non valgo niente perlomeno a te
Ti permetto di sognare
E se hai voglia, di lasciarti camminare
Scusa, sai, non ti vorrei mai disturbare
Ma vuoi dirmi come questo può finire?

Ed ora…non posso che restare nascosto dietro a questa stella così brillante, l’unica di questa notte buia, senza luna…
Sono costretto a restare qui aggrappato…
Non posso allontanarmi…
Il calore di questa stella mi scalda, mi conforta, mi regala energia…
Perché poi…?
Naturalmente per restare a guardarti, piccolo Yuriy…
Come un guardone, ti osservo ogni notte mentre dormi o mentre fai l’amore con Kei, in quella villetta così isolata, in Giappone…
Proprio come una volta, prima di cominciare la nostra storia, ti spio…
E sorrido, pensando che sei meraviglioso…
Che ti amo da impazzire…
Pensando a quanto sia importante per te la vita…
E a quanto la tua vita sia fondamentale per Kei…
…e per me…
La tua morte forse, potrebbe unirci di nuovo…
Ma non desidero la separazione tua e di Kei…
Quindi in ogni caso, l’eternità unirà voi due…
Anche perché, se tu morissi…
…lui morirebbe con te…
Così, come uno scemo, resto a guardarti e ad amarti, sapendo bene che questa è e sarà la mia unica occupazione…
…per sempre…

-FINE-

Ehm...scusate, so che fa pietà [SM=g27815] [SM=x132404] purtroppo le uniche mie ficcy che mi piacciono sono NC-17 e non posso postarle [SM=x132425]
...spero cmq di ricevere commenti [SM=g27836]