Quando un'esplosione nelle montagne norvegesi risveglia un antico troll, i funzionari pubblici assoldano una coraggiosa paleontologa per scongiurare la catastrofe.
Questo film è da pochissimo uscito su Netflix (la pagina è
qui), è stato girato in in Norvegia ed è abbastanza carino, se l'alternativa sono due ore di noia.
Ci sono immagini molto ben fatte, in particolare il troll ha un buon realismo, ci sono scene spettacolari come le fughe o le terrificanti aggressioni del mostro, inseguimenti, sparatorie con una certa profusione di mezzi militari. C'è anche una ironia che non guasta, però la trama e in particolare la coraggiosa paleontologa non mi hanno convinto.
Complessivamente gli assegno la sufficienza. Non mi ha annoiato, però mi aspettavo qualcosa di più curato, come
Ragnarok, e invece le delusioni non sono mancate. Una grossa verso l'inizio e un'altra nel finale, che ho trovato abbastanza privo di senso.
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Il padre della protagonista è il maggior esperto vivente di Troll. Non ha prove della loro esistenza, però vi crede ciecamente e proprio per questo si è rovinato la vita e gli affetti.
Stupidamente lei non è ancora disposta a chiamare "Troll" il mostro di pietra, come se avendo davanti agli occhi una cosa del genere ci si possa imbarazzare ad associarlo a una creatura delle favole. Comunque sta disperatamente cercando una risposta razionale, e da chi va? Dal padre pazzo, ovviamente, che non potrà far altro che spingerla nella direzione in cui lei non vuole andare. In questa parte non si capisce se lei sia più stupida perché non accetta l'idea di aver a che fare con un troll, o perché va a chiedere aiuto proprio alla persona meno indicata per i suoi scopi.
Altra cosetta che mi ha lasciato perplesso è il brusco passaggio da razzi e cannonate al missile con testata nucleare. Penso che i norvegesi avessero qualche altra arma da testare, prima di arrivare a quella definitiva.
Comunque, il peggio arriva nel finale. La paleontologa ha la splendida idea di uccidere il troll usando la luce solare, il problema è che bisogna sbarazzarsi di lui durante la notte, perché altrimenti i militari annienteranno Oslo. Così i soldati ribelli creano uno striminzito cerchio di luci e, quando il mostro vi è in mezzo, iniziano a cucinarlo.
Il troll potrebbe liberarsi in qualunque momento, semplicemente lasciandosi cadere, invece resta gentilmente in piedi e si limita ad agonizzare agitandosi un poco.
Colpo di scena! La paleontologa decide che il troll deve continuare a vivere, così spegne i pannelli. La cosa incredibile, qui, è che nessun soldato cerci di fermarla placcandola duramente o sparandole in testa. Potrebbe essere la fine di tutti quei coraggiosi, e invece il colosso resta ad ascoltare la donna, come se si fosse dimenticato del "trollino" ucciso, della tortura appena subita e dell'odio profondo e giustificato che nutre verso gli umani.
Ed ecco il terzo colpo di scena. La paleontologa, colpita dal rimorso, avrebbe voluto farlo scappare verso le montagne, causando chissà quanti altri morti e quanta altra devastazione, ma il sole sorge all'improvviso e con velocità sorprendente. Il troll muore, i militari festeggiano, e la paleontologa... chissà, forse sveglierà gli esemplari rimasti perché dormono già da centinaia d'anni nella cima di una montagna ed eticamente è un po' brutto lasciarli lì...