E in una calda serata d’estate mi sono visto questa piccola chicca d’animazione intitolata Bubble, attualmente sulla piattaforma Netflix. Questo lungometraggio d’animazione è un concentrato di azione, buoni sentimenti e cliché che insieme realizzano un ottimo mix che fa diventare Bubble un ottima produzione tutta da vedere.
La storia racconta di come all’improvviso, a Tokyo, sono scese delle bolle dal cielo, avvolgendo tutta la città. All’improvviso queste innocue bolle si raggruppano alla vecchia torre di Tokyo ed esplodono, rendendo la città praticamente inabitabile. Tutta la popolazione della zona viene fatta evacuare, ma gruppi di ragazzi e studiosi rimangono all’interno della grande bolla che avvolge la zona distrutta per vivere alla giornata tra sfide di parkour per il cibo e libertà assoluta. Hibiki, sopravvissuto per miracolo alla distruzione della torre, fa parte del gruppo Blue Blazes ed è il giocatore di punta per il parkour, unica via di sostentamento di chi vive lì. Un giorno Hibiki, che una sensibilità uditiva fuori da comune, decide di scalare la torre di Tokyo perché ha avvertito una stranae bellissima melodia, ma cade rovinosamente rischiando la vita. In quel momento viene in suo soccorso una ragazza con uno strano vestito e Hibiki, insieme al suo mentore, decide di portarla con sé alla nave dei Blue Blazes. La ragazza si lega subito a Hibiki, che le dà il nome di Uta, e inizia a imparare a vivere con gli altri ragazzi, ma Uta incredibilmente sembra uscita dal nulla, perché non sa parlare e sembra non conoscere nemmeno il cibo. Tra rocambolesche battaglie di parkour, sentimenti profondi e un’avventura ai confini della realtà, Hibiki e Uta scopriranno se stessi e il mondo che li circonda…
Bubble ha una storia molto intrigante, nonostante sia “quella classica”, prevedibile effettivamente, ma che non rovina assolutamente la sua visione, Il rapporto tra Hibiki e Uta è dolce e amaro allo stesso tempo e quando inizi a scoprirli nasce una particolare passione per questi due ottimi personaggi, caratterizzati quasi perfettamente. La storia alla fine ci ripropone quella originale della Sirenetta in chiave moderna, lo accenna chiaramente l’anime, e si rimane sempre con il fiato sospeso per l’intreccio dei due protagonisti, che sono decisamente la ruota trainante di tutto. Il contorno degli altri personaggi è quasi superfluo, perché la squadra dei Blue Blazes, insieme alla dottoressa, rendono solo più simpatica e meno pesante la storia, alternando momenti di allegria con quelli più profondi. Ho trovato però due note dolenti, la prima è quella del gruppo rivale dei Blue Blazes, assolutamente fuori contesto che non hanno senso, soprattutto per il tipo di personaggi, usciti da chissà dove, inoltre il loro capo ricorda vagamente “L”. La seconda nota dolente è la grafica di alcune sequenze, prive di “movimento” reale, sembrano quasi immagini statiche, ma l’aspetto grafico di tutti i personaggi invece è ottima, non per questo il design è di Takeshi Obata, autore di Bakuman e Death Note. Un’altra chicca è che le musiche sono state realizzate dall’artista Hiroyuki Sawano, vi rimando al link sul nome per scoprire la sua musica su Projectmanu.
FONTE: PROJECTMANU.IT