Mi ha stupito questo articolo in cui si riporta che il Premier del Giappone ha proposto
«Settimana lavorativa di 4 giorni, aiutiamo le famiglie per aiutare le famiglie a gestire difficili situazioni domestiche senza doversi licenziare e, allo stesso tempo, permettere ai lavoratori (e alle lavoratrici) di migliorare le proprie competenze rendendo così più dinamico il mercato del lavoro».
Dalla parte dei
favorevoli ci sono quelli che pensano che offrire più tempo a chi lavora sarebbe un vantaggio per tutti perché offrirebbe loro l’occasione di muoversi per diletto, e magari spendere di più nell’economia nazionale.
Alle coppie più giovani perché darebbe modo di mettere in cantiere più figli, dunque in prospettiva ringiovanire una società senza più vecchia.
E infine alle aziende perché stimolando la diversificazione, e un mercato del lavoro più elastico, porterebbe immediati benefici in termini di competenze dei singoli, in particolare in settori chiave come l’informatica.
I contrari dicono che i lavoratori temono che una settimana ridotta a 32 ore nominali si tradurrebbe in un inevitabile taglio allo stipendio. Mentre le aziende sono dell’idea che i dipendenti, invece di studiare (o spendere), sarebbero piuttosto spinti a trovare un secondo lavoro senza «spingere» la produzione del primo.
...tra l'altro nell'articolo si dice che in Italia si lavora in media più del Giappone... (ma io avrei detto l'opposto...)
[https://www.corriere.it/esteri/21_giugno_26/giappone-settimana-lavorativa-4-giorni-aiutiamo-famiglie-0c5efbb2-d66e-11eb-94c4-73c6504e8d78.shtml][https://images2.corriereobjects.it/methode_image/2021/06/26/Esteri/Foto-Esteri-Trattate/311.0.742133555-kQqG-U32701265637379vOI-526x284@Corriere-Web-Sezioni.jpg]Il premier del Giappone: "Settimana lavorativa di 4 giorni, aiutiamo le famiglie"::La proposta del primo ministro Suga per rendere più dinamico il mercato. Con sole 32 ore stipendi più magri. L’esempio della Spagna