Questa è la recensione del libro che ho scritto dopo averlo letto lo scorso anno! ATTENZIONE, CONTIENE SPOILER!
Non avevo grandi aspettative per questo libro e direi: menomale.
Ho trovato Ballata dell’Usignolo e del Serpente un libro scritto appositamente per far farne un film, un romanzo del quale i lettori non avevano necessariamente il bisogno, ma serviva per portare a casa la pagnotta alla nostra Suzanne.
Penso che, come per “Il Canto della Rivolta”, il romanzo parte lento, con una parte introduttiva anche abbastanza interessante visto che torniamo a Panem e conosciamo il mondo dopo pochi anni la fine dei Giorni Bui. La seconda parte, che riguarda i decimi Hunger Games l’ho trovata un po’ noiosa, dove non accade tantissimo e gli Hunger Games sono noiosi – ci credo che li seguivano in pochi –, mentre la terza parte mette il turbo. Succedono tantissime cose, una dietro l’altra, poco approfondite, atte a terminare in fretta e furia il romanzo. Esattamente come accade nel terzo libro di Hunger Games, che parte piano con Katniss che si nasconde negli armadietti, depressa, e poi si velocizza sino all’inverosimile.
Se dovessi dare un voto, sarebbe massimo un due e mezzo.
Da qui in poi, ci saranno spoiler.
Conosciamo uno Snow diciottenne, povero a seguito della guerra che tenta di nascondere la sua condizione e che spera che, facendo da Mentore negli Hunger Games, potrebbe vincere il premio e rimettere in carreggiata la propria famiglia. Leggiamo di uno Snow diverso da quello che abbiamo imparato a conoscere in Hunger Games in quanto, il diciottenne, è diviso tra la sua sete di potere e i problemi morali che scaturiscono dagli Hunger Games. Non per niente leggiamo di come appoggi Capitol City pensando che sia la capitale, e quindi nel giusto, ma che abbia rimembranze su come vengono trattati i Tributi che lui pensa siano persone, esattamente come lui.
Scopriamo che Tigris – colei che nasconde Katniss, Peeta, Gale, Finnick, a Capitol City, dentro il suo negozio – è la cugina di Snow, con la quale è cresciuta e, almeno in questo romanzo, sono molto, molto uniti. Mi chiedo cosa abbia spinto poi Tigris a tradire in un modo così plateale il suo cuginetto.
Dopo aver conosciuto il suo tributo: Lucy Grey, del Distretto 12, farà di tutto per attirare l’attenzione su di lei per far sì che abbia più sponsor possibili (una novità di questa edizione pensata proprio da lui) e comincia ad instaurare un rapporto con lei. Le porta da mangiare, visto che Capitol City non dà da mangiare a nessuno, all’interno della gabbia delle scimmie, allo zoo, dove Capitol City ha rinchiuso i poveri Tributi.
Prima ancora che gli Hunger Games comincino, la capo Stratega: la dott.sa Gaul (che esperimenta sugli ibridi), sembra che decida di istruirlo nel cercare di farlo divenire uno Stratega a sua immagine e somiglianza.
Lucy Grey è un’artista, una cantante, e riesce ad ammaliare il pubblico con le sue canzoni. Snow, con il tempo, non vorrebbe soltanto farla vincere per il prestigio, ma perché si è affezionato a lei, si è innamorato di lei: del suo usignolo.
Nel frattempo un compagno dell’Accademia di Snow: Seianus, che proviene dal Distretto 2, ma che si sono trasferiti a Capitol dopo la guerra, essendo riusciti a fare molti soldi, odia gli Hunger Games e riesce ad infiltrarsi dentro l’Arena per poter spargere pane sopra un suo vecchio compagno di classe: Marcus, tributo di quell’anno, ormai morto. Snow, costretto, entra nell’Arena e cerca di portarlo via. Verranno attaccati e feriti dagli altri Tributi, Snow ne uccide uno e poi si sentirà parecchio in colpa, ma riescono a scappare.
Istintivamente, fa di tutto per poterla salvare, andando contro a regole non scritte per poter aiutare il suo Tributi da fuori l’Arena. E ci riesce. Infatti Lucy Grey vincerà i decimi Hunger Games.
Dalla trilogia sappiamo che esistono soltanto due vincitori del Distretto 12: Haymitch e qualcun altro di cui Suzanne non fa il nome. Forse è Lucy Grey, chissà.
Quando terminano gli Hunger Games, Snow pensa di poter vincere il premio tanto ambito, e magari di riuscire a portare Lucy Grey a Capitol City così da poter stare insieme, viene chiamato dai piani alti e, un vecchio amico di suo padre che però ora odia, verrà espulso dall’Accademia perché hanno trovato le prove del fatto che Snow abbia aiutato Lucy Grey a vincere. Gli viene proposto di arruolarsi nei Pacificatori entro la fine di quella giornata ed è proprio quello che fa, chiedendo di essere inviato – indovinate dove? – nel Distretto 12. Spera così di poter ricongiungersi a Lucy Grey.
E così accade.
Anche Seianus si arruola e segue il suo amico al Distretto 12, perché non riesce a sopportare la vita di Capitol City, non sentendosi un capitolino, senza potersi sentire più un ragazzo del Distretto 2 in quanto tutti lo detestano. Tutti tranne Snow.
Inizia così la loro vita al 12. Scopriamo che Coriolanus assiste in prima persona all’impiccagione della canzone dell’Albero degli Impiccati, che in futuro diverrà la canzone della rivoluzione. In quel del Distretto 12, Snow farà la conoscenza delle ghiandaie imitatrici e, subito, senza averle praticamente viste, le odia a morte, pensando che dovrebbero morire tutte perché non sono perfette, sono scarti della natura, nati da ibridi perfetti di Capitol City (le ghiandaie chiacchierone) ed i mimi. Ho trovato quest’odio molto innaturale, soltanto per portare il lettore a pensare al fatto che Katniss era proprio “La Ghiandaia Imitatrice”, odiata da Snow per via dei suoi comportamenti che hanno scatenato prima le rivolte, poi la rivoluzione.
Snow e Lucy Grey si incontrano di nuovo ed instaurano una relazione, Snow sostiene anche l’esame per diventare ufficiale, ma non può andare tutto nel verso giusto, infatti scopre che Seianus, dopo aver parlato con l’ex di Lucy Grey, intende scappare dal Distretto 12 per raggiungere il nord, dove si dice che ci siano delle persone che vivono al di fuori dei Distretti, nella terra di nessuno.
Scopriamo che Lucy Grey, con i Covey, abita in una casa al limitare del Giacimento, vicino al Prato (ricorda niente?) e che spesso vanno nei boschi e, addirittura al Lago. Così abbiamo uno Snow che, insieme ai suoi nuovi amici del Giacimento, una domenica, va al Lago a nuotare, cammina per quei boschi tanto amati da Katniss, per le vie del Distretto, va al Forno. Conosce benissimo il Distretto 12. L’Arena dei 75° Hunger Games, con quel grande lago dal quale partono i Tributi, pensavo l’avesse ideato Snow in persona, sperando che Katniss non sapesse nuotare visto che nel 12 non ci dovrebbe essere nessun lago, ma visto quanto succede in questo romanzo, Snow poteva supporre tranquillamente – visto che sa che la ragazza va a caccia nei boschi – fosse riuscita a trovare il Lago.
Scopriamo anche che, colei che ha scritto la canzone degli impiccati non è altro che Lucy Grey, scritta pensando al suo ex e descrivendo l’impiccagione di cui Snow è partecipante. L’ho trovata una forzatura, un voler unire a tutti i costi questo romanzo alla trilogia, forzando un po’ troppo la mano. Questa canzone sarà anche importantissima per Snow, perché Lucy la utilizzerà per mandargli un messaggio verso la fine del libro.
Mentre Seianus spiega a Snow il piano, in quanto lo ritiene come un fratello, cosa che sembra provare anche Coriolanus nei suoi confronti, lui d’istinto, fa partire la registrazione di una ghiandaia chiacchierona che hanno catturato e che deve essere spedita a Capitol, tradendo uno dei suoi amici, sperando però poi che la registrazione non venga ascoltata e lasciata una volta arrivata al laboratorio.
Una sera, al Forno, Snow scopre che i pochi ribelli, tra cui l’ex di Lucy Grey, che vogliono scappare hanno rubato delle armi, ma arriva anche la figlia del sindaco che odia Lucy e Snow, per proteggerla, la uccide. Con due uccisioni sulla coscienza, Snow si sente in colpa, ma sa di averlo fatto soltanto per proteggere la donna che ama.
In un batter d’occhio vediamo come le cose peggiorino, a Capitol hanno ascoltato la registrazione ed impiccano Seianus. Snow si sentirà così tanto in colpa che avrà gli incubi e si sentirà responsabile per la sua morte, come se fosse stato lui stesso ad impiccarlo.
Lucy Grey che non riesce più a stare nel Distretto 12, con la paura che venga scoperta ed uccisa per via della morte della figlia del Sindaco (convinto che sia stata lei), decide di scappare e Snow le dice che la seguirà dovunque vada.
Poco prima di partire, dopo essersi messi d’accordo di incontrarsi all’albero degli impaccati all’alba, grazie alla canzone scritta da Lucy, viene convocato dal comandante. È l’ufficiale più giovane che ci sia mai stato in tutta Panem e la mattina successiva deve partire per il Distretto 2.
Lui sa che ci sono in giro ancora prove di lui che ha ucciso la figlia del sindaco, quindi, sebbene vorrebbe partire per far carriera e riuscire a riprendersi il potere che tanto gli manca, decide di scappare comunque con Lucy. Mentre parlano Snow si fa fuggire che ha ucciso tre persone: il Tributo, la figlia del sindaco (di cui Lucy Grey è al corrente) e Seianus. Sebbene poi dica che Snow ha ucciso un po’ se stesso visto che sta scappando ed è una cosa che mai avrebbe fatto, Lucy Grey comprende che le sta mentendo.
Prima di andare verso nord, lei vuole andare al Lago e lì, dentro la casetta sulle sponde dello specchio d’acqua, trovano i fucili rubati, tra cui quello con sopra le sue impronte digitali. Lucy con la scusa di andare a raccogliere “Katniss” (anche questa è una grandissima forzatura, secondo me, anche se sono solo parole) tenta di scappare da lui. Ma lui, intenzionato ad ucciderla (così, da un momento all’altro prima la ama da morire, poi la vuole uccidere) la insegue con il fucile. Alla fine sente che è vicina, sebbene non riesca a vederla, e lei cercando di salvarsi canta la canzone degli impiccati, ascoltata soltanto da lui, Maude Ivory (una bambina dei Covey) e i Pacificatori, per far sì che le ghiandaie la ripetano così da farla disperdere e non farla trovare.
Snow spara e sembrerebbe che la colpisca, non sente più alcun rumore e dà per scontato di averla colpita. Torna quindi al 12, per poi partire il giorno dopo verso il 2, ma viene portato a Capitol City. Dalla dott.sa Gaul che si congratula con lui e che dice che non avrebbe investito tanto su di lui per lasciarlo a fare il Pacificatore, voleva soltanto istruirlo sulla vita.
Grazie alle lettere dei suoi vecchi compagni al 12, scopriamo che di Lucy non si sa più niente. Snow viene “adottato” dai genitori di Seianus, e va all’Università cominciando ad avvelenare i suoi nemici.
Penso che vada bene che Snow durante il romanzo abbia avuto dei dubbi, che un diciottenne non fosse sicuro delle sue scelte e dei suoi pensieri, un po’ più simile ad una persona normale, ma il cambio è stato troppo repentino e per nulla spiegato. Da un momento all’altro passa da essere innamorato pazzo, a un assassino pazzo. Il passo è stato troppo veloce e non spiega nulla. Come ho già detto, verso la fine, per chiudere il libro, si cerca di finire in quattro e quattr’otto, senza spiegare tante tante cose. Penso proprio che questo libro sia stato scritto soltanto per farne un film, nello stesso contesto che molte persone hanno amato.
Una cosa ho pensato, visti i riferimenti alla trilogia. Qualcuno dei Covey – penso Maude Ivory, la bambina – sia la nonna di Katniss. Di Lucy si sono perse le tracce, quindi non penso che Katniss possa essere la nipote di Snow, nata da un rapporto tra Lucy e Snow offscreen, ma la canzone “L’albero degli impiccati” scritta da Lucy è stata ascolta da pochissime persone: Snow, Maude Ivory (i Covey) e i Pacificatori che poi le chiedono di non cantarla più perché è troppo cupa. Non può quindi essere una canzone del Distretto 12 che si è tramandata. Sappiamo però dalle parole di Lucy che a Maude Ivory piace tantissimo quella canzone e che il padre di Katniss gliela insegna. Come le insegna un’altra canzone, sempre scritta da Lucy per Maude: quella che canta a Rue prima muoia.
Quindi mi domando Snow cosa abbia provato quando l’ha sentita, quando ha collegato i pezzi.
Consiglio di leggere il libro? Sì, per nostalgia più che altro. Perché si ritorna dentro il mondo di Hunger Games, ma come romanzo a se stante, direi che si potrebbe far tranquillamente a meno di leggerlo.