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Libri condivisi sui social dalle star Così nascono i nuovi casi editoriali

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    Ammabina
    Post: 1.634
    Registrato il: 29/12/2015
    Sesso: Femminile
    Grado 5
    00 09/09/2017 14:47

    Voi condividete mai qualche lettura sui social?




    Una volta c’era Oprah. Quasi ogni romanzo, saggio, autobiografia, manuale di autoaiuto presentato nel suo show diventava un best seller. Oggi invece la chiave per scalare le classifiche può passare da una foto, una singola foto del libro in questione tra le mani, dentro la borsa o nella libreria di una star. E sono soprattutto i profili Instagram delle attrici, più inclini a condividere le letture preferite con il loro corposo numero di follower, a essere diventati l’ossessione dei direttori marketing di ogni casa editrice.

     

    Il bookclub di Reese

    Reese Witherspoon, che per i best seller ha fiuto – mise le mani sul manoscritto diGone Girle decise di farne un film con la sua casa di produzione prima ancora che uscisse in libreria – non solo posta spesso le copertine dei libri che sta leggendo, ma cura un apposito profilo, il @rwbookclub, che è una comunità di amanti della lettura. Dove foto di librerie sono intervallate da citazioni a tema, da Jorge Luis Borges («Mi sono sempre immaginato il paradiso come una specie di biblioteca») a Virginia Woolf («Per la maggior parte della storia, anonimo era una donna»). Due anni fa, quando postò il thriller di Jessica Knoll Luckiest Girl Alive gli ordini su Amazon schizzarono «nella stratosfera», commentò all’epoca Richard Rhorer di Simon & Schuster. E ora che ne ha fatto una fortunata serie per Hbo, anche il libro omonimo che ha ispirato Big Little Lies è tornato in classifica.

     

    I 38 milioni di Emma

    Se non sempre è facile misurare l’effetto diretto che l’endorsement di una star può avere sulle vendite, Miriam Parker, di Ecco Books, conferma al New York Times che «è assolutamente qualcosa a cui pensiamo. Cerchiamo di far arrivare i libri a persone con un grande seguito sui social media e lo facciamo in modo strategico». D’altronde Emma Watson – tra le attrici più impegnate della sua generazione, anima di un bookclub femminista – ha 38 milioni di follower, lo storico Fresh Air sulla National Public radio, che spesso ospita recensioni di libri, non arriva a un milione di ascoltatori.

     

    La star di Sex and the City

    Anche Sarah Jessica Parker, scrittrice nel suo ruolo più famoso, quello di Carrie in Sex and the City, ha messo su un club del libro in collaborazione con l’American library association. Il 4 agosto, sistemato strategicamente sulla sabbia accanto a un bicchiere di vino bianco, ha fotografato Dunbar di Edward St. Aubyn, un Re Lear ambientato ai giorni nostri, che portava chiaramente il bollino di copia in anteprima (uscirà solo a ottobre).

     

    La newsletter di Lena Dunham

    Una potenza nella promozione, attraverso i social e la sua newsletter Lenny, è anche Lena Dunham di Girls, peraltro lei stessa autrice di bestseller. Meno efficaci i politici, con l’eccezione di un certo Obama. Il presidente lettore e scrittore, che ha dedicato una delle ultime interviste rilasciate mentre era in carica a spiegare il ruolo della letteratura nel suo mandato, postava spesso sue foto in libreria con le figlie, a cui la Casa Bianca faceva seguire puntuale l’elenco degli acquisti fatti. E se il suo successore dice di non avere molto tempo per leggere, la figlia Lara si è fatta fotografare, con espressione molto concentrata, immersa nella lettura di Women Who Work, opera della sorella Ivanka.

     

    Gli hashtag di successo

    In fondo Instagram e i social hanno solo reso più potente – e più efficace quando chi si esprime ha milioni di follower (come un altro amante dei consigli di lettura: Stephen King) – il passaparola. Basta digitare #currentlyreading o #cosastoleggendo in italiano per veder scorrere migliaia di composizioni accuratamente orchestrate per lo scatto, copertine tra le lenzuola e accanto a un cappuccino, tra i fiori o su un tavolino con le candele. Al punto che qualcuno è arrivato a chiedersi se non si stia esagerando: «Non so se questa cosa che i libri sui social media stanno diventando complementi d’arredo delle colazioni mi piace poi tanto», ha twittato qualche settimana fa l’editore Einaudi.






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    manuenghel
    Post: 10.797
    Registrato il: 23/05/2009
    Sesso: Maschile
    Vice Admin
    Grado Massimo!
    00 09/09/2017 18:48
    Io sono poco social, nel senso che non mi piace "pubblicizzarmi troppo", la mia sfera privata rimane tale e non la condivido eccessivamente, ma quel giusto per quelle poche persone che seguo e cioè amici che non vedo ogni santo giorno per esempio.

    Quindi a partire da questa considerazione io non seguo nessun personaggio pubblico e questo perché ho poca fiducia nella sincerità della loro condivisione, perché potrebbe essere solo una mossa pubblicitaria.

    Poi sia chiaro che questo non vuol dire che sono ipocriti, anzi, alcuni saranno sicuramente in buona fede e condividono con i propri fan, che sono la loro fortuna, le loro passioni in merito di libri.

    Certo è che siamo nell'era 2.0, o forse 3.0, dove la condivisione è ormai oggetto di tutti i giorni e quindi anche i libri passano ormai da quel canale e non direttamente dalle librerie. Ecco scritto questo mi sento vecchio... [SM=g5029850]
    [Modificato da manuenghel 09/09/2017 18:50]