00 03/09/2017 14:13
Quando leggo questi articoli, mi ritornano in mente ricordi di laboratorio!

Cmq una notizia fantastica per i tumori tipo le leucemie!

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Via libera negli Stati Uniti alla prima terapia che trasforma i linfociti T, cellule fondamentali della risposta immunitaria del paziente, in killer del cancro. Messa a punto da Novartis e denominata Kymriah, si tratta di una sola somministrazione endovenosa in grado di curare la leucemia linfatica acuta, molto diffusa tra i bambini. Il prezzo è di 475.000 dollari. Gli attuali trattamenti portano a una remissione nell’85% dei casi nei bambini, secondo l’American Cancer Society. Kymriah verrebbe utilizzato per i pazienti che non rispondono positivamente alle cure standard, pari probabilmente a poche centinaia di bambini e giovani adulti all’anno. «Questo è un modo completamente nuovo di curare il cancro», ha detto durante una conference call il dottor Stephan Grupp del Children’s Hospital di Filadelfia, che ha guidato lo studio di Novartis.

Tumore in remissione nell’83% dei casi
Questa nuova procedura è stata sperimentata su una bambina che stava per morire e che ora è senza tumore da cinque anni. «Cinque anni fa abbiamo iniziato a collaborare con la University of Pennsylvania e abbiamo investito in quello che riteniamo sarà un cambio di paradigma nella terapia immuno-cellulare per i pazienti in disperato bisogno. Con l’approvazione di Kymriah, stiamo ancora una volta confermando il nostro impegno per cambiare il corso della cura del cancro», ha dichiarato in una nota l’amministratore delegato di Novartis, Joseph Jimenez. La Food and Drug Administration (Fda), l’autorità americana sugli alimentari e i medicinali, ha dato l’ok al farmaco di Novartis dopo uno studio su 63 pazienti per i quali il tumore è andato in remissione nell’83% dei casi. Non è ancora chiaro, tuttavia, quanto i benefici del trattamento possano durare. In alcuni pazienti il tumore è ricomparso pochi mesi dopo.

Linfociti T modificati e reintrodotti
Ogni dose è “tagliata su misura” per ogni paziente, il che richiede una complessa procedura nel corso della quale le cellule, una volta prelevate in uno dei centri autorizzati (una trentina negli Usa), devono essere inviate a un laboratorio dedicato di Novartis in New Jersey , dove vengono modificate e poi rispedite prontamente per essere iniettate al malato. Nel dettaglio, l’intervento consiste nell’inserire nel linfociti T un gene capace di riconoscere uno specifico antigene (cd-19) presente sulle membrane delle cellule tumorali. In questo modo i linfociti T modificati , chiamati CAR-T (Chimeric Antigene Receptor -T), una volta reiniettati nel paziente diventano capaci di individuare e distruggere le cellule con questa “targa” e di contrastare quindi il tumore in modo specifico ede efficace. Il gene è stato clonato (individuato e “riprodotto”) da Novartis, che è titolare della procedura e quindi anche delle cellule modificate. L’intero processo per ogni singolo caso richiede circa 22 giorni .

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