00 04/09/2017 18:19
Cancro e cure alternative, perché è facile credere ai miracoli
un articolo molto interessante in cui viene intervistato l'autore della pagina fb citata nei post prima


Uno studio della Yale School of Medicine (Connecticut, Usa), pubblicato sul Journal of the National Cancer Institute, ha dimostrato che affidarsi a terapie alternative, rifiutando approcci più tradizionali come la radioterapia, la chemioterapia e la chirurgia, aumenta del doppio la probabilità di morire di cancro. La notizia è di pochi giorni fa e ci riporta a fatti di cronaca.

Le teorie più in voga. “Il cancro si cura risolvendo conflitti interiori, e viene perché si è depressi o traumatizzati”. “La chemio non cura, anzi uccide e i medici lo sanno. Solo che dietro c’è un enorme giro di quattrini...”. Sono frasi ricorrenti, sebbene non sostenute dalle prove. Ma quando si è ammalati, e soprattutto quando lo si è gravemente, azzerati dal dolore e con il terrore di perdere la propria vita o la vita di chi amiamo, la speranza può arrivare anche da ciò che non è supportato da alcuna evidenza. O che dalle prove è addirittura smentito.
 
Il dossier Hamer. L'ultimo eclatante esempio dalla nostra cronaca è quello della diciottenne che si sarebbe lasciata morire il 14 agosto dello scorso anno di leucemia (una malattia dalla quale oggi si può guarire in 4 casi su 5) perché convinta, lei come i suoi genitori, dell’efficacia del metodo del dottor Hamer. Ryke Geerd Hamer, deceduto il mese scorso, era un medico tedesco radiato dall’ordine, definito il padre della Nuova Medicina Germanica: una teoria alternativa, elaborata qualche anno dopo la perdita di un figlio per via di un drammatico incidente del 1978, secondo la quale la malattia è un programma speciale elaborato dalla natura per rispondere a un trauma. Sviluppare un tumore, secondo Hamer, sarebbe un segno del risanamento in corso. A raccontare la sua storia è un volume, il Dossier Hamer, scritto da Ilario D’Amato per i Caratteri di Mondadori. Un libro “avvincente e drammatico”, come l’ha definito Giuseppe Remuzzi, coordinatore delle attività di ricerca dell’Istituto Mario Negri di Bergamo, che fa emergere la lunga scia di decessi di uomini e donne che nei decenni si sono lasciati morire di cancro sperando di guarire con la medicina germanica.
 
Un umano desiderio. Ma quali bisogni vanno a intercettare Hamer e gli altri predicatori di una medicina basata sul nulla, che sfuggono, e spesso lo fanno quasi con orgoglio, a qualsivoglia prova scientifica di efficacia e anche di sicurezza? “In campo oncologico, la spinta viene soprattutto dall’umano desiderio di continuare a vivere, dall’attaccamento alla vita”, risponde Salvo Di Grazia, medico e divulgatore scientifico, da dieci anni impegnato a smentire l’efficacia delle medicine alternative, autore di volumi come Salute e bugie e Medicine e bugie per Chiare Lettere, nonché fondatore di MedBunker, un blog che da danni è per molti un punto di riferimento (altri suoi blog sono su Le Scienze e su Il Fatto Quotidiano). “Non si può non tenere in considerazione che chi ha a che fare col cancro diviene fragile e vive momenti drammatici, angoscianti – ragiona il medico – e non bisogna pensare che chi si rivolge alle cure alternative abbia un basso livello culturale o sociale. Al contrario: la tipica vittima delle truffe, nella medicina in generale e non in oncologia in particolare, ha un livello culturale medio-alto e ritiene che le sue competenze lo mettano nella condizione di scegliere. Invoca la libertà di cura e si affida alle teorie alternative. Ma un ottimo economista o un coltissimo storico dell’arte, tanto per fare degli esempi, non sa di medicina, ed è normale che sia così. La scienza medica è complessa, lo è sempre di più visto il progresso delle conoscenze. E richiede studio”.


Furbi, folli e medici. Ma se questo è il profilo dei pazienti, qual è quello di chi invece vende speranza? “Nella maggior parte dei casi, chi propone terapie alternative per la cura del cancro o di altre patologie è un furbo”, dice Di Grazia: “Uno che fiuta l’affare, che vende illusioni e lo fa per danaro. Uno che sa bene che il suo prodotto non funziona, e siccome è un truffatore spara alto: parla di percentuali di guarigione del 90-100 per cento. Praticamente miracoli. E si definisce anti-sistema, applicando una semplice tecnica di marketing: sa di rivolgersi a una categoria di persone che rispondono a quel richiamo”.
 
Ma sono davvero tutti solo ciarlatani avidi e in malafede? Non ci sarà qualche folle? “Ci sono anche i folli, per così dire, ma sono pochi. In fondo lo stesso Hamer è stato definito psicopatico dai tribunali. In questo caso si tratta di persone che hanno una ossessione…ma parliamo di numeri piccolissimi. In genere chi propone di curare con medicine alternative è un furbo”.
 
Qualche volta, però, si prestano al gioco anche i medici. “È vero – riprende Di Grazia – e magari medici che la mattina in ospedale curano loro stessi e gli altri con la medicina basata sulle evidenze scientifiche e poi, di pomeriggio, arrotondano. Ma ora gli ordini si stanno muovendo. Il fatto è che il rigore e la serietà della scienza medica sono difficili da comprendere per chi non ha una mentalità scientifica”. Quella mentalità e quella cultura che le scuole, non soltanto le università, hanno il compito di coltivare.

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