Una Rosa Profonda

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=Ereandil=
00domenica 24 maggio 2009 14:45

Una mia storia (come non ne scrivo più da tempo) che inizia come un semplice racconto in terza persona e poi diventerà una narrazione in prima persona e la protagonista scriverà sul proprio diario ciò che accade nella sua vita.

Siamo in una Londra cupa e fredda del lontano 1700 e la storia prosegue fino al 1727 circa.


Spero che possa appassionarvi. Buona lettura. [SM=g27821]




Una Rosa Profonda




«Allarme incendio! Allarme incendio! La città è invasa dalle fiamme!»
Furono le grida di un uomo, probabilmente un garzone del posto, che diede vita al panico generale e quando la gente uscì dalle proprie abitazioni, vide le palazzine in fiamme a poca distanza. Il quartiere di Lincoln Street non era più posto dove sostare.
Molte persone rimasero ferite nell'incendio, altre meno fortunate morirono, e tutti quelli che vivevano pacifici in zone limitrofe, dovettero abbandonare tutto ciò che era in loro possesso e affittare una carrozza per mettersi in salvo.
Centinaia di persone, dopo quella notte, si ritrovarono senza più fissa dimora. Tra queste, la famiglia Deeprose, una delle più comuni, né ricca né povera, che viveva grazie ai sacrifici del capofamiglia, gestore di un negozio di liquori.
La moglie di Mr. Deeprose si occupava invece di accudire i bambini delle ricche signore, oltre che ai propri figli: il primogenito Andrew di 9 anni, la seconda figlia Diane di 6 anni e la piccola Layle di 5 anni.
Il negozio di liquori andò distrutto nell'incendio, procurando perfino un maggior numero di vittime a causa dell'esplosione che lo ridusse in cenere e fiamme.
Da quel momento, insieme a moltissimi altri sfollati, la famiglia Deeprose dovette cercare nuova sistemazione e, con i pochi risparmi loro rimasti, cominciarono a vagare per i diversi quartieri di Londra.

***


Alcuni mesi dopo, quando finalmente la gente smise di vociferare sull'accaduto e iniziarono i lavori di ristrutturazione del quartiere di Lincoln Street, tutto parve tornare alla normalità e chi aveva perso ogni cosa, riuscì a stabilirsi in nuovi quartieri, cercando di guadagnarsi da vivere con ogni possibile mezzo.
Lo stesso fu per Mr. Deeprose, che riuscì a trovare un impiego come aiutante in una drogheria non molto vicina alla nuova abitazione. Purtroppo era riuscito a trovare solo un posto isolato in cui vivere con la famiglia un po' lontano dalla città e non molto comodo. La moglie si occupava del bestiame e dei piccoli orticelli dietro casa, vendendo perfino il proprio raccolto ai passanti della domenica.
Tutto sembrò procedere con regolare quotidianità e senza intoppi, ma la quiete non sarebbe durata a lungo.
L'ingiusta notte del decimo compleanno di Layle, qualcuno bussò alla porta della loro nuova dimora. Il padre della giovane non era ancora rientrato e la madre, pensando potesse trattarsi di lui, commise il grave errore di non informarsi prima di aprire la porta. Quando comprese che non si trattava del marito, ormai era troppo tardi per rimediare. Venne scaraventata a terra con forza da un uomo, mentre un altro si diresse immediatamente nella stanza coniugale, felice di constatare che la donna era sola. Quand'ella cominciò a gridare per difendersi dall'uomo che l'aveva spinta, i bambini si svegliarono. Andrew cercò subito di soccorrere la madre, spaventando l'uomo che era andato a controllare le stanze, ma da questo venne prontamente fermato, legato e imbavagliato seduto sopra una sedia, accanto alla madre in lacrime e ferita soprattutto nell'orgoglio.
Cercando di fare meno rumore possibile, Diane rimase nella sua stanza con la sorella, tappando ad ella la bocca per impedirle di urlare, mentre entrambe piangevano sentendo le urla della madre e i ghigni divertiti degli uomini entrati abusivamente. Era stato loro ordinato dal fratello maggiore di rimanere in silenzio nella stanza, qualunque cosa avessero sentito.
Mezz'ora dopo, però, stanca di dover trattenere la sorella, Diane guardò la finestra della propria stanza e decise di avvicinarsi ad essa, sussurrando a Layle di rimanere in silenzio. La giovane provò in tutti i modi a smettere di singhiozzare ma con vano risultato, mentre Diane non si perse d'animo e trascinò la sorella fuori dalla finestra così che entrambe si ritrovarono nel giardino pochi istanti dopo. Le urla della madre sembravano ora echi lontani, forse presenti solo nella loro testa e cominciarono a correre verso il sentiero che dava sulla strada. In quel momento, comparve una carrozza e le due ragazzine iniziarono a urlare e sbracciarsi con l'intento di fermarla e chiedere aiuto, ma non vi fu bisogno. La carrozza che giungeva apparteneva alla loro famiglia e Mr. Deeprose, vedendo le proprie figlie in mezzo alla strada, fermò bruscamente i cavalli e saltò giù dal mezzo domandando cosa fosse successo. Layle scoppiò in lacrime e lo abbracciò forte, mentre Diane gli disse quanto avevano appena udito e che probabilmente anche Andrew si trovava in pericolo. Senza attendere oltre, il padre le mise sulla carrozza raccomandandosi di rimanere al sicuro da occhi indiscreti e di mettersi in salvo. Poi corse lungo il sentiero e scomparve nell'oscurità sotto gli occhi ansiosi e lucidi di Diane, mentre Layle ancora piangeva.
Alcuni istanti dopo, avvertirono diversi spari provenire dalla casa e mancò loro il fiato. Diane spalancò gli occhi e anche Layle fece altrettanto, smettendo così di piangere. Non udirono altri suoni all'infuori di quelli e rimasero in silenzio ad ascoltare.
«Mamma...» gemette Layle mentre altre lacrime solcarono il suo viso.
«La mamma adesso è in cielo.» le spiegò Diane, stringendo i pugni e mordendosi il labbro. Lei non era particolarmente affezionata alla madre e nemmeno alla sorella, poiché era stata subito invidiosa del loro rapporto così unito e aveva sempre creduto che la madre preferisse Layle a lei, per cui sentì crescere maggior dolore a causa della presunta morte di Andrew, che era per lei un modello di vita.
La calma piatta durò ancora qualche minuto, poi videro un uomo strisciare fuori dalla soglia di casa. Diane riconobbe in quella figura il padre e si portò le mani alla bocca per non urlare, senza dire nulla alla sorella che stava nuovamente piangendo al suo fianco con le mani sopra gli occhi.
Vide poi una seconda figura, in piedi, camminare verso di lui e puntargli addosso un'arma da fuoco.
Subito dopo, udirono entrambe lo sparo e a quel punto Diane trovò il coraggio per scappare.
Layle rimase immobile, come suggerito dalla sorella e la vide mettersi alla guida della carrozza.
Pochi attimi più tardi, si ritrovò a sballottare nell'abitacolo a causa della velocità con cui Diane stava mandando i cavalli e non riuscì a versare più una sola lacrima, mentre la sorella si ritrovò silenziosamente in lacrime, ripensando al padre ucciso sotto i suoi occhi. Lui almeno non aveva mai fatto distinzioni e amava i suoi figli tutti allo stesso modo.
Fortunatamente, non vennero seguite e riuscirono ad arrivare illese in città, chiedendo aiuto a una locanda notturna, mentre loschi individui e prostitute "affamate" le fissarono con astìo e stupore.
Una giovane cameriera in erba si offrì di ascoltare la loro disavventura e comprese che per le due non ci sarebbe più stata una casa cui fare ritorno. Le fece dunque accomodare e offrì loro cibo e acqua. Esauste, le sorelle si addormentarono a breve e quando la giovane cameriera terminò il proprio turno di lavoro, le svegliò dolcemente chiedendo loro di seguirla. Ancora assonnate e scosse per l'accaduto, entrambe non riuscirono a comprendere dove stessero andando, ma fu loro chiaro quando videro l'edificio che si presentò dinanzi alcuni minuti più tardi. Entrarono seguendo la giovane che si era mostrata gentile e solidale, poi la videro parlare con un poliziotto e lui fece cenno a tutt'e tre di seguirlo in una stanza in fondo al corridoio.
Una volta nell'ufficio del capo della polizia, la cameriera della locanda notturna spiegò all'uomo quanto accaduto alle bambine e per tutta risposta lui chiamò tre agenti a rapporto, ordinando loro di andare a controllare la dimora della famiglia Deeprose e fare poi rapporto.
La giovane cameriera fu invitata a lasciare l'edificio in seguito, dopo aver ricevuto una generosa ricompensa per aver aiutato Diane e Layle nel momento del bisogno. Il resto era competenza della polizia.
Fu chiesto loro se avevano dei parenti e, nel caso, se fosse possibile rintracciarli. Diane ricordò di aver sentito una volta nominare da Andrew una certa zia Nel di Green Street ma non era certa, per cui decise di non rivelare nulla e fingere di non sapere. Layle realmente non ricordava di nessun parente, ecceto l'anziana nonna ormai defunta.
L'ispettore fece alcune indagini riguardante il cognome delle bambine e scoprì dunque che a loro spettava una bella somma in eredità, ma per riscuoterla avrebbero dovuto prima raggiungere la maggiore età.
Le due, ignare di tutto, vennero portare alla casa per bambini orfani di Baseland e fu posto poi un annuncio in pubblica teca per chi fosse interessato all'adozione di una delle due o di entrambe.






[...]


°.Naif.°
00lunedì 25 maggio 2009 00:34
Rea che bello tu scrivi ancora delle storie!*-* Quanto mi piaceva leggerle!! che nostalgia mi hai fatto venire! "-"
Credimi come inizio mi piace ma che triste però che la famiglia delle due bambine viene uccisa Q_Q toni più allegri no eh? -_- dai aspetto il seguito!Ma non fare delle altre stragi XXDD
Ti voglio bene Reaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa [SM=x132415]
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