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Quando una fotografia ti riempie la vita

Ultimo Aggiornamento: 29/10/2009 12:57
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21/10/2009 09:45




Con questa piccola storia ho vinto a un concorso...volevo postarla prima, ma mi è stato chiesto di non farla leggere a nessuno prima dei risultati ^^
Quindi adesso non ho più restrizioni. Buona lettura (spero) ^^





QUANDO UNA FOTOGRAFIA TI RIEMPIE LA VITA




Lei era lì, davanti a lui, e lo fissava con sguardo vivace e un sorriso spensierato. Sembrava davvero molto felice. Era alla festa del diploma. Un’altra giovanissima ragazza con carisma e dolcezza che si era diplomata in un liceo prestigioso. Non poteva che attenderla un magnifico futuro. Al suo fianco c’era lui, di qualche anno più grande, che le cingeva la vita con un braccio e, a giudicare dal bacio che le stava stampando su una guancia, si potrebbe dire che era pazzo della sua donna.
Già...un pazzo davvero. Perché aveva creduto che quella felicità fosse reale e potesse durare per sempre.
Rammaricato per come erano invece andate le cose, non gli rimase che riporre sulla mensola quella fotografia risalente a cinque anni prima. Lei se n’era andata da ormai tanto tempo e lui era ancora lì a domandarsi che cosa l’aveva indotta a partire, un giorno, nel pieno di un diluvio, lasciandogli solo un biglietto con scritto: “Credevo che sarei stata felice con te e che mi bastasse solo questo. Ma ho capito che ho bisogno di sentirmi realizzata nella vita e per questo devo farmi le mie esperienze, stando lontani. Ti prego, non cercarmi. Non sarebbe opportuno perché rischierei di farti del male ulteriormente e non potrei vedere sul tuo volto un’espressione infelice. Perdonami. Anche se forse ti sarà difficile farlo. Addio.”
Così, senza spiegazioni più specifiche, lei si era dileguata da un giorno all’altro. E lui non aveva mai colto nessun segnale, nessun momento specifico che gli ricordasse anche solo lontanamente il desiderio di lei che aveva citato in quel biglietto di addio. Voleva sentirsi realizzata. Cosa voleva dire? Ne avevano parlato per giorni e a volte anche la notte, stando svegli. Erano arrivati alla conclusione che lei desiderava solo lavorare e vivere con lui per crearsi una famiglia e sembrava davvero felice quando ne parlavano. Sembrava sinceramente convinta. Ma era chiaro che la verità era un’altra e lei si era sentita forse “schiacciata” dal peso di quell’unione, tanto che era scappata letteralmente da lui. Quel pensiero, ogni anno in quel preciso giorno, lo rendeva pazzo e disperato.
Di solito lavorava quel giorno, ma in questo caso era domenica e non gli restava che rimanere in casa a rimuginare davanti a quella fotografia che trasmetteva tutt’altro che segnali di insoddisfazione. Lei era radiosa e aveva il pieno controllo del suo cuore.
Scuotendo la testa, si versò del gin in un bicchiere e ne bevve un quarto tutto d’un fiato, facendo poi una smorfia prima di tornare a guardare quell’unica fotografia che aveva deciso di tenere in bella vista e che li ritraeva insieme.
Le altre erano tutte riposte in una scatola, posizionata in chissà quale antro oscuro dello scantinato.
Ma era inutile. Le fotografie sono ricordi legati a un’immagine, mentre nei pensieri ci sono altri ricordi e talvolta si può udire ancora il suono di una voce, di una risata e dei momenti specifici nella vita di due persone.
Queste cose le vedeva sempre, le riviveva ogni notte e tormentavano i suoi pensieri ogni giorno da ben cinque anni. E quando lei se n’era andata, avrebbero dovuto festeggiare il terzo anno di fidanzamento.

Il campanello squillò in quell’istante, mentre gli occhi vispi di lei in quella foto lo stavano tormentando riportandolo a ricordi lontani. Ridestandosi, posò il bicchiere ormai vuoto che aveva ancora in mano e andò poi ad aprire.

- Finalmente! Dove ti eri cacciato? Oggi abbiamo la partita di calcetto ricordi?
- Oh, già. Me ne sono completamente dimenticato.
- Amico, stai bene? La tua cera non è delle migliori.
- No, tutto bene. – tentò di sorridere per mascherare l’amarezza che provava, ma fu anche peggio.
- Sembra proprio il contrario. Dimmi che ti succede!
- E’ tutto a posto…solo che…sai oggi…
- Andiamo, parla! Che succede oggi? – chiese, facendosi largo per entrare in casa.
- Storia vecchia. – sospirò lui, chiudendo poi la porta e voltandosi verso l’amico.
- Non dirmi che stai ancora pensando a lei? Sono passati cinque anni!
- Lo so. E non ho certo bisogno che me lo ricordi. – gli fece notare con rammarico.
- E questa la tieni ancora qui in bella vista? – chiese l’amico, avvicinandosi alla fotografia.
- Quello è un ricordo che mi piace avere sott’occhio.
- Non ti serve rimuginare sul passato. Devi farti una vita o starai qui a invecchiare senza accorgertene. – gli disse sospirando, poi notò il bicchiere vuoto sul ripiano. – E stai continuando a bere! No, amico. Sei decisamente fuori strada!
- Pensi che io sia contento di come passo le giornate? Lavoro solo perché so che almeno in ufficio posso tenere la mente occupata. Prendo impegni con voi altri per giocare a calcio solo per distrarmi. Ma non basta. E tu lo sai che non può bastarmi questo.
- Lei non era tutta questa bellezza! Perché ti distruggi così?
- Non conta la bellezza. Lei era semplicemente la mia vita.
- La tua vita però adesso è cambiata. Lei è andata via di sua iniziativa e tu dovevi prenderne atto. Pensa alle cose che ti perdi e che potresti ancora fare. Non invecchiare prima del tempo! A che serve? Ti fa solo stare peggio.
- Che cosa vorresti che facessi?
- Un viaggio! Perché no? Te ne vai per un po’ in un luogo esotico. Te lo puoi permettere e non ti prendi un giorno di ferie da ormai tanto tempo! Te lo meriti, amico mio.
- Non posso. Sono molto indietro col lavoro.
- Quando la smetterai di farti scudo con queste scuse ridicole?
- Non sono scuse ridicole!
- D’accordo, ho capito. Ti pagherò tutto io e dovrai accettare per forza! E’ deciso! Tra due settimane tu andrai all’avventura! Esplorerai nuove terre e conoscerai nuovi posti, nuove usanze e nuove lingue!
- Frena, frena! Che cos’hai in mente? Io non vado da nessuna parte!
- Non ammetto discussioni, obbiezioni e negazioni! Tu partirai, è deciso!



***




L’acqua del mare era di un blu intenso quel pomeriggio. La piccola nave da crociera era salpata da più di un’ora dall’isola della Grecia che avevano visitato in quel penultimo giorno di vacanza e lui ancora si chiedeva come avesse fatto a finire in quel posto per non vedere né sentire nessuno in quella che, a detta del suo amico, avrebbe dovuto essere la vacanza più significativa della sua vita. Era stata una pessima idea assecondarlo! Peccato che non era riuscito a dirgli di no con veemenza quel giorno. Il gin aveva cominciato a fare effetto e la vista gli si era annebbiata, così lo aveva liquidato e si era andato a distendere sul letto assieme a quella fotografia di cui sentiva il bisogno e se l’era appoggiata sul petto, appisolandosi pochi istanti dopo. Solo il giorno seguente era riuscito a trovare un accordo con l’amico: avrebbe fatto una crociera di una settimana e in cambio lui lo avrebbe poi lasciato in pace senza più intromettersi nella sua vita. E in quel momento capì che almeno una settimana di vacanza non gli avrebbe fatto certo male, così preparò la valigia e, dopo averci pensato su parecchio, decise di togliere la fotografia dalla cornice e metterla in tasca per portarla via con sé anche se sapeva che non avrebbe dovuto farlo.
Era diventata ormai un’ossessione cui non riusciva più a rinunciare. Forse nel tentativo di non sentirsi troppo solo in quell’avventura iniziata controvoglia. E gli occhi di lei sorridenti e vispi lo rincuoravano leggermente, ma lo tormentavano anche con domande che si poneva da solo su come sarebbe stata felice di partire per una vacanza simile insieme.

- Mi scusi… - in quel momento, alle sue spalle, una voce di donna lo destò dai suoi pensieri. – Mi scusi se la disturbo. Non è che potrebbe farmi una foto ricordo? – gli domandò poi, porgendogli la macchina fotografica.
- Dice a me? – chiese, meravigliandosi per la domanda che gli era appena stata fatta.
- Si, se per lei non è un problema. – gli sorrise speranzosa.
- No, certo. Va bene. – accettò dunque, mettendosi la fotografia in una tasca della giacca che teneva appoggiata sul braccio e prese poi la macchina fotografica in mano.
- La ringrazio molto. Vado a mettermi in posizione. Ci vorrà solo un minuto.
- Faccia con calma. – la rassicurò, per poi osservare i suoi movimenti.
- Ecco, sono pronta. – disse lei, appoggiandosi al cornicione laterale della nave con un braccio, mentre l’altro era alzato per tenersi con la mano i capelli che svolazzavano al vento.
- Perfetto. Sorrida.

In quel momento, il suo occhio destro fissò la donna posizionata davanti all’obbiettivo. Il sole che proveniva dalla sua sinistra, faceva risaltare alcuni riflessi ramati sui capelli bruni e gli occhi azzurri le brillavano come diamanti. Aveva perfino un sorriso molto grazioso. Indossava una camicia alla moda, color rosa confetto, formata da soli quattro bottoni, lasciando scoperti i centimetri della pelle sull’ombelico e sul decolté e indossava dei jeans bianco panna. La osservò solo qualche istante ma riuscì a notare in così poco tempo la sua bellezza genuina.
L’indice si posizionò dunque sul bottone dello scatto e la macchina fotografica emise il suono che si sente ogni volta che una foto viene effettuata. Rimase così ancora un istante, a fissare la donna nell’obbiettivo, poi allontanò la macchina dagli occhi e visualizzò la foto di lei che appariva nel piccolo schermo posizionato sul retro. Era venuta piuttosto bene, senza sfocature né inclinazione. Fece dunque il gesto di restituire l’oggetto alla legittima proprietaria e in quel momento qualcosa scivolò dalla tasca della sua giacca.

- Oh, le è volato via qualcosa. – disse prontamente la donna, che si era accorta del fatto, e si gettò verso di lui nel tentativo di afferrare al volo quella che sembrava una fotografia.
- Maledizione! – imprecò lui, voltandosi verso destra in tempo per vedere la sua preziosa foto svolazzare oltre il cornicione della nave e, fluttuando nell’aria, poco dopo finì in mare.
La donna sgranò gli occhi celesti e lo fissò senza dire nulla, con sguardo incredulo e dispiaciuto. Inoltre, gli era quasi finita addosso nel tentativo di recuperare la foto prima che volasse via. Quando lui tornò a voltarsi verso di lei non capì cosa fosse realmente successo, ma i loro volti erano piuttosto vicini e riuscì a sentire il suo dolce profumo portato dal vento. Rimasero un lungo istante a fissarsi interdetti, trattenendo quasi il respiro. Poi lui fece guizzare nervosamente le mascelle e lei, accorgendosene, smise di fissarlo e indietreggiò. Parve molto turbata.
- Mi dispiace molto, volevo solo impedirle di perdere quell’oggetto.
- Non si deve scusare. La ringrazio. Ma a quanto pare non c’è stato niente da fare. Questa nave viaggia piuttosto veloce e oggi si è alzato il vento. Forse era meglio non portarla quassù.
- Di chi sta parlando? – domandò lei a quel punto.
- Della mia...- si arrestò un istante, pensando bene a cosa dire. Non poteva certo dirle che voleva far vedere il mare alla sua ragazza, dal momento che era immortalata in un’immagine statica. – Della mia fotografia. – ammise, infine.
- Oh, mi scusi. Pensavo stesse parlando di una persona. – sorrise timidamente la donna e, per spezzare l’imbarazzo, perse un po’ di tempo a mettere al riparo la sua macchina fotografica. Quindi tornò a guardare l’uomo di fronte a lei. – Per caso ha tenuto i negativi di quella foto?
- Si, può darsi. Non ricordo. Sa, sono passati cinque anni da quando è stata fatta.
- Capisco. Immagino che fosse per lei un ricordo prezioso…
- Doloroso. – sottolineò lui, fissando il mare all’orizzonte.
- Ma pur sempre un ricordo.
Lui non rispose, lasciò che il guizzo sulle mascelle lo facesse al suo posto in una facile interpretazione di conferma all’intuizione arguta di lei. Lasciarono dunque cadere l’argomento e rimasero a fissare il panorama insieme, in totale silenzio.
Dieci minuti più tardi, udirono una voce all’altoparlante che invitava i passeggeri a prendere posto alla cabina ristorante per la cena che li spettava a breve.

- Devo andare. Sono in vacanza con i miei genitori per far si che possano festeggiare le nozze d’argento in modo dignitoso, ma cerco di lasciarli soli il più possibile così che si divertano. Però almeno a cena è giusto che ci riuniamo. – rivelò a quel punto la donna che gli aveva fatto compagnia fino a quel momento senza dire nulla.
- Certo, capisco benissimo. Allora buona serata. – le augurò in quel momento, sentendosi un pesce fuor d’acqua.
- Lei non viene a cena? – domandò con tono sorpreso.
- Non ho molto appetito a dire il vero.
- Se mi permette, sarebbe bene che mettesse qualcosa sotto i denti. Ma non voglio rovinarle la vacanza con le mie ramanzine. – gli sorrise scherzosamente. – Dunque, se per caso la trovo ancora qui dopo cena, magari potrei unirmi a lei qualche minuto. Credo che sarebbe bello vedere il panorama notturno. E prometto che non la disturberò a lungo.
- Non si preoccupi, lei non disturba affatto.
- La ringrazio. E grazie anche per avermi fatto una foto ricordo. Speravo di sdebitarmi con lei riuscendo a recuperare la sua, ma a quanto pare ho fallito.
- La prego, non ci pensi più. E’ stata una mia distrazione e non vorrei che lei continuasse a sentirsi in colpa per tutta la durata del viaggio. – le disse in tono quasi supplichevole.
- D’accordo. – sospirò poco convinta, per poi tornare a sorridere. – Allora la lascio ai suoi pensieri e se capiterà, dopo cena tornerò qui a farle compagnia. Buona serata.
Si allontanò così da lui, lasciandolo solo e perplesso per le ultime novità appena successe. Aveva perso la sua fotografia più preziosa che amava guardare e riguardare per ore e aveva conosciuto una ragazza dolcissima e molto carina che gli aveva fatto compagnia senza pretese. Si chiese se anche lei si sentisse sola, visto che non si era più allontanata fino all’annuncio arrivato dall’altoparlante. Non sapeva nulla di lei e non gli era parso di averla vista in quella crociera nei precedenti cinque giorni. D’altra parte passava la maggior parte del tempo nella sua cabina a leggere fascicoli su fascicoli per non accantonare il lavoro e, quando si rilassava, andava sul ponte della nave a fissare la fotografia che si era portato appresso. E fino a quel giorno non aveva scambiato molte parole con gli altri passeggeri. L’unica cosa che desiderava era poter tornare a casa e buttarsi nuovamente nel lavoro per l’intera giornata, cercando di non pensare alla fotografia persa accidentalmente in mare.



***




- Dunque avevo ragione, lei è ancora qui. – disse nuovamente quella voce che nel pomeriggio udì arrivare alle sue spalle nel medesimo modo.
- Buona sera. – la salutò cordiale, voltandosi verso di lei e, in quell’istante rimase a bocca aperta.
Indossava un vestito molto femminile ed elegante, nero, senza spalline, accompagnato da un’acconciatura graziosa con i capelli legati sul capo e alcune ciocche che ricadevano ai lati del viso e un paio di scarpe eleganti in tinta unita con l’abito. Gli occhi sembravano brillare come le stelle di quella sera.
- Non mi dica che davvero non ha mangiato niente. – si sorprese.
- Credo sia il caso infatti che vada a mangiare qualcosa. – disse lui a quel punto, cercando di non fissarla per troppo tempo. – Se mi vuole scusare, le do la buona notte adesso poiché non credo che per stanotte tornerò quassù.
- Oh, certo, capisco. – rispose lei visibilmente delusa. – Mi dispiace, speravo di poter chiacchierare anche solo cinque minuti, ma se non vuole non la trattengo. E’ giusto che mangi qualcosa. – tentò di sorridergli un istante, per poi voltarsi dall’altra parte.
- Mi perdoni, sono un gran maleducato. – disse, con tono pentito. – Penso sempre e solo a me stesso e non guardo più una ragazza da…beh, da cinque anni. Quindi sono proprio arrugginito sulla galanteria.
- Da cinque anni? – domandò lei, tornando a fissarlo con stupore.
- Esattamente. – ammise lui, portandosi le mani in tasca. – Mi rendo conto che possa sembrare davvero un’eternità, ma per me è come se fossero passati solo cinque giorni.
- Ma allora quella foto che lei ha perso oggi…
- Si, era il ricordo di quando tutto sembrava perfetto.
- Mi dispiace. Sono solo una stupida. Non avevo capito niente di lei. – scosse la testa con vigore, portandosi una mano sulla fronte, tant’è che lui si meravigliò di quel gesto così esagerato, ma poi lei continuò il discorso. – Deve sapere che è dalla prima sera di questo viaggio che la osservo. L’ho vista qui fuori cinque sere fa e mi sono domandata come mai fosse venuto sul ponte da solo con quell’aria pensierosa, mentre fissava il mare. Non immaginavo che la sua sofferenza fosse così grande. Quella sera rimasi in disparte a osservarla senza fiatare per più di un’ora, poi decisi di andare nella mia cabina. Era notte fonda. E dopo quella sera, la rividi ogni giorno, sempre qui, sempre nel solito punto, in diversi orari della giornata, ma soprattutto la sera. E rimanevo per ore a guardarla, cercando di capire il motivo per cui rimanesse qui da solo a fissare il vuoto e immaginando quali pensieri la stessero tormentando. Mi dispiace molto di non essere riuscita a farmi gli affari miei e lasciarla in pace, tanto che oggi mi sono avvicinata con la scusa ridicola di farmi fare una foto ricordo. Sembro una ragazzina immatura. Mi perdoni. Anche se lei non lo sapeva prima di questo momento, mi sono permessa di spiarla ogni volta che la incontravo quassù e cercavo solo un modo per avvicinarmi e parlarle.

Lui rimase immobile davanti a quella dichiarazione. Non seppe cosa dire e non riuscì a capacitarsi di come tutto fosse accaduto a sua insaputa. Il suo amico aveva ragione. Lui si era completamente estraniato dal mondo e non stava più vivendo la sua vita come un normale uomo in carriera, bensì come un vecchio lupo solitario che non trova più stimoli nel vivere. Finalmente aveva compreso quelle parole e si sentì come se un secchio d’acqua gelata gli fosse stato appena versato addosso.

- A questo punto credo sia meglio che le dia la buona notte. Sono mortificata per ciò che ho fatto, anche se so di non aver commesso un delitto, ma spiare qualcuno non è una cosa che mi rende fiera. – continuò lei, dopo aver visto che lui non replicava. – Le auguro un buon rientro a casa domani e spero che si dimenticherà di me e di questa faccenda il prima possibile. Addio.

Furono le ultime parole che pronunciò prima di girare i tacchi e camminare velocemente verso l’interno della nave per poi sparire dalla sua vista.
Lui ancora non era riuscito a reagire, a muovere un solo muscolo e a elaborare un pensiero sensato. Gli era piombata addosso di colpo la verità e adesso doveva solo assimilare ogni informazione che gli era stata data, poco alla volta. Decise di andare nella propria cabina un’ora dopo, cominciando ad avvertire i brividi causati dalla brezza notturna. Si sdraiò nella cuccetta e continuò a pensare agli eventi di quelle ultime ore, fino a che, distrutto, si addormentò come un sasso. Ma nei suoi sogni questa volta non apparve la sua stupenda ex da cui era stato ossessionato negli ultimi cinque anni, bensì una bellissima ragazza che sorrideva baciata dal sole e teneva fermi con una mano i capelli che svolazzavano al vento, mentre lo osservava con occhi cristallini in attesa di qualcosa.
Di colpo si svegliò, sentendo la nave emettere dei suoni. Ciò significava che erano in prossimità del porto da dove erano partiti sei giorni prima. La vacanza in crociera stava per terminare.
Con un balzo si alzò dalla cuccetta e mise velocemente nella valigia tutte le sue cose in perfetto disordine, quindi liberò la cabina e si diresse verso le scale correndo come un pazzo. Quando arrivò in cima, vide il ponte della nave ormai pieno di gente e tra tutte quelle persone non sarebbe mai stato in grado di scorgere colei che cercava. Imprecò a denti stretti, accorgendosi che non sapeva nemmeno il suo nome per poterla chiamare ad alta voce, e provò a intrufolarsi nella folla, dirigendosi nel punto in cui si erano incontrati il giorno prima. Guardò ovunque, ma di lei non c’era traccia. Vide poi che ormai la nave era praticamente vicina al molo e stava cominciando la manovra di attracco. Aveva davvero pochissimo tempo per ritrovarla e nessuna idea di come fare a rintracciarla.
Poi, un istante dopo, il suo sguardo si illuminò. Forse il suo piano avrebbe funzionato se fosse riuscito nel suo intento.
Corse subito verso la cabina di pilotaggio, cercando di farsi nuovamente largo tra la folla. La nave non gli era sembrata così immensa fino a quel momento. Raggiungere la cabina di comando fu quasi come ritrovarsi in un labirinto senza capo né coda, ma alla fine riuscì ad arrivare a destinazione. Intanto la nave era attraccata e i passeggeri stavano preparandosi per scendere dal ponte.
Lui entrò come impazzito nella cabina e chiese con aria trafelata e visibilmente disperata di poter usare l’altoparlante. I piloti lo osservarono sgomenti e gli fecero mille domande, ma lui continuò imperterrito a supplicare di poter usare quel maledetto aggeggio per lanciare un messaggio prima che potesse essere troppo tardi.
Alla fine, stralunati, i piloti decisero di assecondarlo e gli diedero istruzioni su come usare l’altoparlante.
Senza farselo ripetere due volte, mise il microfono davanti alla bocca e lanciò il suo appello:
- Scusatemi tutti per questo improvviso messaggio, ma ho bisogno che mi ascoltiate per un momento prima di scendere dalla nave. Il fatto è che sto cercando una ragazza a cui ho fatto una fotografia ieri pomeriggio sul ponte della nave. E non sono stato nemmeno un po’ interessato a chiederle come si chiama, nonostante mi fossi accorto subito della sua bellezza. La sto cercando per dirle che stanotte l’ho sognata. Ho sognato lei nella stessa identica posa che ha assunto ieri pomeriggio durante quella fotografia. E dovete sapere che prima di questa notte i miei sogni erano rivolti a una donna che mi ha abbandonato cinque anni fa. Per cui ho capito subito che questo era un segno. Ieri, grazie a questa bellissima sconosciuta, ho fatto accidentalmente cadere in mare la fotografia che ritraeva la mia ex ragazza in tutto il suo splendore. Ed è stato in quel momento che l’incantesimo maledetto si è spezzato. Mi sono risvegliato da un lungo sonno e adesso voglio solo tornare a vivere. Ma non senza prima aver ringraziato personalmente la mia benefattrice. Per cui, se mi stai ascoltando, ti chiedo di venire nel luogo in cui ci siamo incontrati e di perdonarmi per non aver compreso prima quanto tu sia fantastica. Ti aspetto lì tra due minuti. Grazie a tutti dell’ascolto e buon rientro a casa. Crociera fantastica, davvero.

Così dicendo, ripose il microfono e ringraziò di cuore i due piloti che, insieme a moltissimi altri passeggeri presenti su quella nave, si erano commossi all’ascolto di tale messaggio.
A quel punto gli augurarono buona fortuna e lui ringraziò per poi dirigersi a gran passo verso il ponte. Due minuti esatti dopo arrivò a destinazione, ma oltre a vedere sempre il gran numero di folla che si era accalcata ancora di più, incuriosita, non riuscì a scorgere nessun’altra presenza di suo interesse. Camminò fino al punto preciso in cui era solito andare da cinque giorni a quella parte e attese speranzoso.
Il mormorio delle persone calò pochi istanti dopo, e tutti si voltarono verso una ragazza che correva nella direzione opposta tenendo in mano una macchina fotografica e aveva l’aria felice.
La folla di innumerevoli persone, sembrò quasi diradarsi al suo passaggio e poco dopo anche lui riuscì a vederla mentre gli correva incontro. Spinto dall’entusiasmo, cominciò a correre anche lui e pochi attimi dopo, erano uniti in un abbraccio pieno di enfasi. Lei continuava a sorridere con le lacrime agli occhi e lui la teneva stretta a sé, carezzandole i capelli.
- Mi dispiace di essere stato un idiota. – le sussurrò all’orecchio.
- Non dirlo nemmeno. La colpa non è tua. – replicò lei, con voce emozionata.
- Posso sapere finalmente il tuo nome? – le chiese a quel punto, facendola scoppiare a ridere.
- Io sono Rosalie.
- Oh, piacere di conoscerti Rosalie. – scherzò lui, allontanandosi un poco per fissarla negli occhi. – Il mio nome è Brian.
- Piacere di conoscerti, Brian. – gli sorrise e gli fece poi vedere la macchina fotografica. – Che ne dici se immortaliamo questo momento in una foto ricordo? – gli chiese a quel punto.
- Dico che è un’ottima idea. – le strizzò l’occhio e poi si voltò verso uno dei passeggeri vicino a loro che stavano osservando la scena. – Scusi, potrebbe farci una foto? – gli chiese.
- Assolutamente si! – rispose lui con entusiasmo e prese la macchina fotografica in mano.
- Perfetto, la ringrazio. – quindi tornò a voltarsi verso Rosalie. – Ora mettiamoci in posa.
- Va bene.
- Posso prenderti per mano? – le chiese.
- Certo. – rispose lei con sguardo divertito.
- Posso starti più vicino?
- Certo.
- E posso anche…baciarti?
A quel punto Rosalie lo guardò con stupore e speranza insieme. La folla cominciò a esultare a gran voce, chiedendo loro di baciarsi e ai due non rimase altro da fare che accontentarli.
L’uomo che fu incaricato di scattare la foto, immortalò quel bacio passionale nell’obbiettivo e la foto scattata diventò il simbolo di una nuova vita.








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Grado eccelente!
21/10/2009 10:42

E' bellissima ç___ç

Rea apprezzo tantissimo il tuo modo di scrivere e poi hai sempre buonissime idee per le tue ff *_*


Davvero complimenti! [SM=g27811]
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21/10/2009 15:12


Grazie Mille!!!!!!!!!!!!!!!!!!

E' raro che scrivo fanfiction su un tema preciso che mi danno altri...ma a volte capita e questo è un esempio...siccome è un po' che non scrivo opere di getto, ho cominciato a partecipare ad alcuni concorsi dove c'è un tema prestabilito e in questo caso era la fotografia...mentre l'altro che hai letto era sul fantasy ^^

Amo scrivere ma mi sono resa conto che non lo sto più facendo da un po' infatti sono arrugginita [SM=g27829] ma più o meno queste sono le mie solite storie...sempre a lieto fine [SM=g27828]
E' difficile che finiscano proprio male...non so, sono più brava con i lieto fine XD

Comunque grazie ancora per i tuoi complimenti ^^ prometto che per un po' adesso non rompo più [SM=x132411]


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Grado eccelente!
22/10/2009 08:54

Eh no! [SM=x132432]

Io a questo punto non vedo l'ora di leggere qualcosa di nuovo [SM=g27836]


Bhe Rea non c'è mica nulla di male nel lieto fine; anzi c'è quel che di rassicurante^^
E poi l'importante è che la storia sia costruita bene e appassioni mentre il finale poi è sempre molto più soggettivo^^

Che bello comunque riuscire a scrivere; è qualcosa che mi ha sempre affascinato!
Molte volte ho tante di quelle idee in testa che dico: " Adesso butto giù qualcosa" ma poi quando mi vedo il foglio del word vuoto e la stanghettina lampeggia mi si offusca tutto e dopo un ora passata a fissare il nulla rinuncio...non sai quante storie ho lasciato a metà, credo che una parte del motivo sia dovuto anche a uno stile magari un pò troppo "infantile".

Comunque tornando a te, ancora brava e mi raccomando deliziaci presto con una nuova storia! ^_^
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22/10/2009 13:06


Ne deduco che scrivere ti piace...o ti piacerebbe.
E se partecipassi a qualche contest apposito dove ti danno un tema su cui creare una storiella non molto lunga (tipo 2 o 3 pagine word). Credimi...una volta iniziato si fa presto a riempire 3 pagine word purtroppo [SM=g27825] io a volte infatti vado oltre XD

Potresti provare. Magari anche se dovesse venirti un'idea...prova a farla diventare una short story di poche pagine...sicuramente ti viene fuori qualcosa di molto produttivo. Così se avrai bisogno di consigli per lo stile, ci sono qui io che posso provare a darti delle dritte.

Intanto grazie infinite per i tuoi continui complimenti...mi fa piacere che lo stile sia di tuo gradimento [SM=g27821]
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22/10/2009 22:46

premetto che è tardi e non ho il tempo di leggerla ma lo farò, promesso!

volevo solo sapere... che concorso era?



10° classificata a dicembre 2023
9° classificata a Maggio 2023
6° classificata a Marzo 2023

Migliore posizione nella TOP10 2023:
6° classificata a Gennaio 2023

Se pensi di non potercela fare, non ce la farai mai. Anche se si tratta di una cosa facilissima. E questo vale per ogni cosa. (Oh mia Dea).


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Grado eccelente!
23/10/2009 10:58

Re:
=Ereandil=, 22/10/2009 13.06:


Ne deduco che scrivere ti piace...o ti piacerebbe.
E se partecipassi a qualche contest apposito dove ti danno un tema su cui creare una storiella non molto lunga (tipo 2 o 3 pagine word). Credimi...una volta iniziato si fa presto a riempire 3 pagine word purtroppo [SM=g27825] io a volte infatti vado oltre XD

Potresti provare. Magari anche se dovesse venirti un'idea...prova a farla diventare una short story di poche pagine...sicuramente ti viene fuori qualcosa di molto produttivo. Così se avrai bisogno di consigli per lo stile, ci sono qui io che posso provare a darti delle dritte.

Intanto grazie infinite per i tuoi continui complimenti...mi fa piacere che lo stile sia di tuo gradimento [SM=g27821]




Un contest? Non credo ne sarei all'altezza a dire il vero^^'''
Certo provare non costa nulla...proverò a vedere che trovo in giro e se mi dovessi decidere magari ti interpellerò per qualche consiglio!!!
Grazie mille Rea sei sempre gentilissima! [SM=x132415]


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Post: 4.679
Registrato il: 19/08/2006
Sesso: Femminile
UTENTE Topmanga
Grado 6
26/10/2009 08:09


Non ricordo dove...ma forse non è difficile rintracciare il forum...comunque ho letto che c'era un contest in un altro forum (non qui su leonardo) dove ti chiedevano di partecipare postando un'immagine e facendo ruotare la tua storia attorno a quell'immagine...non so, ad esempio metti una fotografia di un gruppo musicale e ci scrivi sopra una storia partendo da "Era la sera della prima, ed eravamo tutti un po' nervosi..." e così via...

Se la cosa può interessarti vedo di ricercare il forum e ti posto il link ^^

OFFLINE
Post: 8.906
Registrato il: 09/05/2009
Sesso: Femminile
UTENTE Topmanga
Grado eccelente!
26/10/2009 09:36

Ieri ho cercato un pò in giro ma con scarsi risultati °_°
Ero anche attirata verso il contest del nostro forummino *_*
Bhe Rea se lo trovi mi piacerebbe dargli un occhiata ma se deve essere una lunga e trafilata ricerca allora tranquilla, non ti preuccupare! :)
OFFLINE
Post: 4.679
Registrato il: 19/08/2006
Sesso: Femminile
UTENTE Topmanga
Grado 6
27/10/2009 09:44


No no, niente ricerca estenuante [SM=g27828] Se riesco a postare il link, te lo lascio ^^

LEGGI QUI
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