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Romeo e Giulietta

Ultimo Aggiornamento: 20/07/2009 18:02
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10/04/2009 15:46

Romeo e Giulietta - Franco Zeffirelli(1967)

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Nella Verona del Cinquecento, la serenità cittadina è turbata dalla sanguinosa faida tra due famiglie rivali, i Montecchi e i Capuleti. Ma nonostante l’inimicizia fra i rispettivi parenti, nel corso di una festa in maschera il giovane Romeo Montecchi si innamora ricambiato della bella Giulietta Capuleti, e la sposa in segreto; il loro grande amore, osteggiato dalle circostanze avverse, avrà però un epilogo drammatico…

Nel corso della storia del cinema, sono state circa una trentina le trasposizioni sul grande schermo della celeberrima tragedia scritta da William Shakespeare (delle quali la metà risalenti all’epoca del muto), inclusa la fortunata versione hollywoodiana di George Cukor del 1936 (intitolata “Giulietta e Romeo”) e quella diretta da Renato Castellani nel 1954. Ma la più famosa resta probabilmente quella firmata nel 1968 da Franco Zeffirelli (all’anagrafe Franco Corsi), il secondo dei suoi adattamenti shakespeariani dopo il successo internazionale de “La bisbetica domata” (1967); del resto, il noto regista fiorentino aveva già dimostrato la sua dimestichezza con il testo del grande drammaturgo quando, nel 1960, ne aveva curato un’apprezzata riduzione teatrale andata in scena a Londra.

Accolto da un enorme successo di pubblico in tutto il mondo (quasi 40 milioni di dollari d’incasso nei soli Stati Uniti), “Romeo e Giulietta” di Zeffirelli è caratterizzato da un’estrema fedeltà al dramma originale, sia nei dialoghi e nelle ambientazioni, sia nella scelta di due attori giovanissimi (gli esordienti Leonard Whiting ed Olivia Hussey) nei ruoli principali, rispettando così le reali età dei personaggi della tragedia (due ragazzi appena adolescenti). Il risultato è una pellicola moderna e appassionante, dotata di un efficace ritmo narrativo e capace di mantenere inalterati tutta la poesia e il romanticismo del capolavoro di Shakespeare. Mettendo il consueto accademismo formale al servizio della storia, Zeffirelli ha realizzato il suo film migliore, oltre che una delle più memorabili traduzioni cinematografiche dall’opera del bardo di Stratford-on-Avon.

Al felice esito finale del prodotto contribuiscono in maniera determinante la vivacità degli interpreti (che riescono a rendere perfettamente l’esaltazione amorosa dei due protagonisti), l’impeccabile ricostruzione d’epoca e la bellissima colonna sonora composta da Nino Rota (indimenticabile il tema musicale che accompagna le scene d’amore del film). Due premi Oscar: per la fotografia di Pasqualino De Santis e per i costumi di Danilo Donati.



Romeo and Juliet - Baz Luhrmann(1996)

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Nella bella Verona Beach, due adolescenti innamorati si tolgono la vita seppellendo per sempre l’odio dei loro genitori. Lo annuncia una speaker di un notiziario televisivo, declamando in versi rimati il loro amore tragico e avversato dalle rispettive famiglie: anglosassoni e protestanti i Montague, ispanici e cattolici i Capulet. Signori di Verona e nemici giurati, governano sciaguratamente il destino della città a colpi di pistola e quello dei loro figli con regolamenti e castighi. Dietro a una maschera, attraverso un acquario e sotto a un balcone, Romeo e Giulietta si innamorano di un amore innocente ed eccitato. Divisi dagli impedimenti del caso e dall’egoismo delle parti avverse, i giovani innamorati soccomberanno nel corpo, sopravvivendo nel cuore.
Romeo e Giulietta è da sempre il dramma shakespeariano più seguito ed eseguito. Ha fornito il pretesto per una grande quantità di libretti per musica, per musiche di scena e balletti. È stato trasposto più volte al cinema: a partire dalla parafrasi di George Méliès del 1902, passando per la versione “invernale” di Ernst Lubitsch e quella americana di George Cukor, fino a lambire le spiagge della Verona postmoderna di Baz Luhrmann. Attratto dalla potenza narrativa e drammaturgica del dramma di Shakespeare, il regista australiano ne ha proposto una versione inedita, un adattamento originale, un’interpretazione folgorante. Trasferendo la vicenda dei due amanti in una metropoli (post)moderna, che potrebbe trovarsi in Florida come in California, Luhrmann inserisce Romeo e la sua Giulietta tra due bande che praticano rap e anfetamine e il cui odio non può essere placato. Galeotto è ancora il ballo in maschera a casa dei Capuleti, dove avviene il primo incontro e ha inizio il “passo a due”. Se l’entrè di Romeo e Giulietta si realizza attraverso un acquario, filtro deformante che veicola i loro sguardi e i loro cuori, l’adagio si “danza” in piscina, bolla d’acqua che taglia fuori tutto ciò che è estraneo e nemico e rinchiude soltanto parole e promesse d’amore. Le variazioni dei due danzatori condurranno a un epilogo tragico nonostante gli interventi temerari dei personaggi di registro “basso”, come la prospera balia di Giulietta, o “nobile”, come il concettoso e volubile Mercutio, assassinato sul palcoscenico del mondo.
Il dramma degli amanti veronesi versione Luhrmann, ha un altro precedente illustre e pluripremiato (dieci Oscar) in West Side Story, primo musical a tema sociale di Robert Wise e Jerome Robbins, su musiche di Leonard Bernstein. Prossimo al musical degli anni Sessanta nel disegnare lo skyline di una città americana e nel mettere in scena bande rivali, conflitti sociali e tensioni interetniche, Romeo + Giulietta non è un semplice adattamento della storia ma una traduzione fedele al testo “The Tragedy of Romeo and Juliet”. È prodigiosa la facilità con cui il film accosta immagini trash e gusto camp, musica pop-rock-rap e iconografia pulp, melassa sentimentale e versi giambici e poetici. La contrapposizione è d’altra parte la cifra con cui è costruito il film: Capulet e Montague, amore e odio, alto e basso, bianco e nero, vita e morte, omosessualità ed eterosessualità, acqua e fuoco. Luhrmann riaccende un amore che come il suo cinema non trova limiti all’eccesso.




Entrambi molto belli! [SM=g27819]
[Modificato da Hachi7 10/04/2009 15:47]
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Grado 7
20/07/2009 18:02

Preferisco assolutamente l'originale!!
Ma anche quello di Baz è carino..
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