Una vicenda davvero inquietante, ma allo stesso tempo appassionante, in questi mesi si sono fatte numerose ipotesi e ora i primi rinvenimenti sembrano non lasciare alcun dubbio. Nel vano interrato del locale di via San Dalmazzo gli archeologi della Dedalo di Sanremo, come affermato da Claudio Mastrantuono, con la direzione scientifica della Soprintendenza di Genova, hanno rinvenuto finora resti di 26 persone.
Mercoledì 8 ottobre 2008 è una data che difficilmente Taggia scorderà. Nella mattinata è avvenuto il ritrovamento, anche se in un primo momento tutto era rimasto avvolto nel mistero. Gli scheletri erano nella soletta, rinchiusi sotto l’abitazione, vicino all’ex Municipio, tra via San Dalmazzo e via Littardi. I locali sono stati immediatamente sottoposti a sequestro penale da parte dei Carabinieri. Quando la vicenda è venuta alla ribalta, a seguito dei servizi de “Il Secolo XIX”, nei primi giorni è stato un continuo via vai, con i cittadini che non hanno rinunciato ad affacciarsi dalla porta e dalle vetrate per cercare di sbirciare all’interno, sperando di intravedere gli scheletri.
Via San Dalmazzo è detta anche ‘dorsale medioevale’, formava con via Littardi le parti più esterne della città di Taggia nel XIII e XIV secolo. Accanto alla casa degli scheletri sorgevano le porte più antiche, come Porta Barbarasa e la Porta e Torre Clavesana. Via Littardi è la strada più antica, attraverso piazza Adelaide di Susa, detta piazza Grande, portava al primo Municipio di Taggia. Ci sono passaggi sotterranei in tutta Taggia che collegano i conventi e i palazzi nobiliari, anche se in quel punto non ne esistono.
Questo ritrovamento macabro e inquietante è diventato un autentico giallo, che ha tenuto col fiato sospeso gli abitanti di Taggia per circa sei mesi. C’è chi aveva pensato anche ad eccidi nazifascisti, quindi che gli scheletri rinvenuti potessero risalire alla Seconda Guerra Mondiale. E’ sembrato subito però che le ossa fossero in perfetto stato di conservazione e quindi nulla poteva far pensare a una morte cruenta. Inoltre, pare che nel centro storico di Taggia non ci siano mai stati bombardamenti né operazioni di guerra. Tra le ipotesi più suggestive c’era anche quella che le ossa potessero risalire addirittura alla peste del Medioevo. Proprio la vicinanza del Monastero di Santa Teresa poteva essere la risoluzione del mistero ed è su questa ipotesi che ormai sono concentrate tutte le attenzioni nei primi giorni delle operazioni di rimozione degli scheletri. Sono stati infatti rinvenute tracce di tessuto, grani in legno di rosario, un frammento di una croce in legno e di una croce da petto in bronzo.
Il Monastero di Santa Teresa fu fabbricato nel 1730, nel luogo dove in precedenza sorgeva un Conservatorio fondato nel 1605. Durante il dominio francese il Monastero fu soppresso e il locale fu dato al Municipio con un canone annuo. Vi furono alloggiate le carcere e in una parte di esso anche le scuole comunali. Le carceri furono successivamente soppresse e le scuole trasferite nell’ex Convento dei Domenicani e gran parte dell’edificio fu destinato ad asilo infantile.
Il recupero e lo scavo archeologico proseguirà per tutta la prossima settimana, contemporaneamente a uno studio e spoglio bibliografico e archivistico da parte degli archeologi delle Dedalo per datare i reperti e concludere l’indagine.