...
tempo fa ho provato a scrivere un mio finale per Nana...(anke se ormai so qual'è quello vero...vorrei farvelo leggere...)
Vivrai
Con quella tua smaniosa voglia di
Volare
Vivrai
Ancora e ancora
Per amare
Vivrai di quella sensazione
Che ti fa batter forte
Il cuore
Vivrai per la felicità
Che da un bambino
E quando
Lo terrai così vicino
Da ascoltare la sua
voce
Vivrai
Ancora un giorno
Vivrai ancora un’ora
Vivrai finché quel sole splenderà
E il tuo viso dolce scalderà………
… in quel momento il vento portò lontano le parole della mia canzone e io mi sentivo un po’ meno distante da te e continuavo a respirare.
Vivrai ancora… dicevo ma mi chiedevo per quanto tempo lontano da te.
Il nostro disco vendeva in spietata concorrenza con quello dei Trapnest che, a volte perdeva ma subito risaliva. Quando firmai il contratto ero cosciente delle conseguenze, sapevo che il mio rapporto con Ren sarebbe diventato insopportabilmente sorvegliato e quasi impossibile, ma non avevo pensato che ha me stessa. Come sempre mi ero rivelata egoista: e i sentimenti di Jasu? Di Achico? Di Nobu?...Ora ripenso a quel nome che ti ho dato. Un cane, tu saresti sempre stata il mio piccolo animale domestico senza ali, ma con una profonda venerazione per me. Quando ti ho affibbiato quel nome l’ho fatto perché ero certa che anche se tutto il mondo mi avesse trascurato, ignorato o inghiottito, tu non te ne saresti andata mai. Tu rappresentavi tutto quello che la mia infanzia non mi aveva mai dato: un affetto duraturo e stabile. Ora che ero cresciuta e ero venuta da sola a Tokio mi rendevo perfettamente conto del fatto che non mi sarei più potuta nutrire di Ren come prima: le nostre anime sarebbero sempre state legate, ma i nostri corpi troppo lontani e i nostri cuori logorati dal desiderio. Io che dovevo essere la tua padrona finii inesorabilmente per divenire dipendente da quel tuo buon umore e quel sorriso dolce che sfoggiavi sempre. Ormai non confidavo più nella musica per diventare famosa e farmi strada in questo mondo, ma solo per ricambiare la tua cortesia. Ero diventata insistentemente gelosa di te e, forse per questo, mi tenni lontana nel periodo della tua gravidanza: presto avresti avuto un altro essere a cui donare il tuo amore e probabilmente il nostro incontro non sarebbe stato sereno come lo progettavo da mesi. Mi mancavi così tanto che i tuoi pensieri divennero supremi sui miei: iniziai a progettare di smettere di fumare perché avrei danneggiato il bambino e l’idea che ti avrebbe fatto piacere, mi dava la convinzione di poterci riuscire. Eppure quel vizio era l’unica cosa che mi restava del mio passato e non potevo perderlo.
“Anche per stasera abbiamo finito”- esclamò Nobu contento e quasi sollevato. E tutti si avviarono verso casa, ma prima il proprietario del locale sulla tredicesima, ormai tappa fissa del dopo show, offrì loro la solita birra. Mentre gli altri conversavano amichevolmente sulla prestazione mostrata, Nana si alzò e uscì nel vicoletto sul retro, seguita poco dopo da Shin. Una fiamma rossa e un fumo grigiastro furono gli unici due colori che si distinsero in quel fitto buio, -“non dovresti essere qui fuori”- disse Shin, ma la ragazza,che si era accorta di lui, non rispose. Aspettò qualche istante, poi le andò accanto: la stradina era scurissima e silenziosa, quell’assenza di rumori metteva nostalgia. Il ragazzo le prese la sigaretta dalle mani e se l’ accostò al petto. Alcune lacrime sgorgarono dagli occhi di quella ragazza tanto esile quanto grintosa.
“Ѐ tutta colpa mia, è sempre tutta colpa mia! Sono così possessiva che finisco per perdere tutto quello a cui tengo di più!”- le gocce salate pian piano smisero di scendere.
-“ Sai, credo che l’amore, a volte, sia più forte anche del dolore” – in quell’istante qualcun altro uscì sul retro e i due ragazzi pensarono di rientrare, ma prima Shin porse a Nana un fazzoletto per asciugarsi gli occhi. Ben presto si videro le prime luci del giorno e tutti i Blust andarono a dormire.
Shin, si presentò alla porta di Reira. Quando la ragazza gli aprì era in condizioni pietose: era seduta per terra, i lunghi capelli ricci e biondi l’avvolgevano e coprivano un viso sofferente. Il ragazzo si gettò subito accanto a lei, spinto da un sentimento che non aveva mai percepito prima,e l’abbracciò stretta. Reira iniziò a piangere e a dire:-“ Scusami Shin, credevo di essermi innamorata di te, ma ogni volta che penso a Takumi mi sento di nuovo morire! E non so se lo amo ancora o è solo il fatto che ora è sposato e non posso più averlo, ma lo desidero, ogni volta che lo penso con in braccio un figlio che non è il nostro, il mio mondo crolla e io sento di aver toccato il fondo e di non poter più cantare e dare vita alla mia anima…ma poi arrivi tu e mi consoli, anche se non sai cosa mi fa male, mi stringi quando vorrei stare lontana da tutti, e mi baci quando mi sento un mostro ripugnante…io sto approfittando del tuo amore, Shin, mi dispiace, sono una persona orrenda!”- Shin, che non voleva più vederla in quello stato, quella vista gli bruciava forte, in silenzio, con calma, le scoprì il viso, le tenne alto il mento, per guardarla negli occhi e rispose:-“ Sei la creatura più meravigliosa sulla quale io abbia posato il mio sguardo!”- e le sorrise. Poi la prese in braccio e la portò nella doccia con lui.
Mentre i due stavano uscendo dal bagno, in accappatoio, lavati e sereni, entrò in camera di Reira, Ren. Il ragazzo non vide nessuno nell’entrata, ma notò un fazzoletto sul pavimento vicino al comodino di fianco al letto: gli sembrava familiare, per qualche strana ragione. Lo raccolse convinto che fosse di Reira, ma quell’odore lo tradì. Quel profumo era di…Nana?Come impazzito dalla rabbia, comprese che in quella stanza doveva esserci un altro uomo e prese quella schiacciante prova fra le mani e corse verso il bagno: l’unica posto che non aveva ancora perlustrato.
-“Jasu, urlò, dove sei? Vieni fuori se hai il coraggio”- e si fiondò in un istante verso la stanza dov’erano gli altri. Spalancò la porta con un energia tremenda e rimase sconvolto quando al fianco di Reira vide Shin.
-“ Tu? “- urlò di nuovo, -“ come hai osato toccare Nana!”- intanto il suo sguardo girando all’impazzata tra le pareti si fermò sulla ragazza. –“Reira, ma…”- non aspettò neppure di terminare la frase, scaraventò a terra Shin con un gancio poderoso. Il ragazzo, ancora sorpreso della reazione dell’altro, tentò di capire o almeno di rialzarsi, ma Ren fu più veloce e, se Reira non si fosse posta fra i due, gliele avrebbe suonate.
-“ Smettila Ren, cosa ti succede?” – Il ragazzo non rispose, ma sventolò il fazzoletto, ancora saldamente nelle sue mani. Shin, sfruttando la tregua momentanea per riordinare le idee, fissò il fazzoletto e disse:-“ Non dovrebbe essere qualcun altro ad asciugare le lacrime della tua donna”- ciò fece montare in collera Ren che, stavolta, non si sarebbe fermato neanche davanti agli scongiuri di Reira. Afferrò il ragazzo per il bordo dell’accappatoio e lo sollevò: Shin non batteva ciglio, era pronto a prendersi l’ennesimo pugno. Fu proprio questa sua fermezza d’animo, mai mostrata in precedenza, che fece riflettere il suo avversario.
-“ Nana, ha pianto?...”- lo lasciò all’improvviso, facendolo cadere a terra, rovinosamente. Riacquistò un pizzico di lucidità e iniziò ad esaminare la situazione: Nana aveva bisogno di lui. Si avviò verso la porta lasciando i due giovani amanti sbigottiti, ma prima di uscire, si voltò, guardò fisso negli occhi Shin e disse:-“ Prenditi cura della piccola Reira!”- e sparì a passi veloci.
Non appena l’uscio si chiuse, la ragazza corse a soccorrere Shin. –“ Aspetta che ti aiuto!”- iniziò Reira e si chinò sul giovane. L’altro rimase immobile e pensieroso, poi l’afferrò per un polso, se la tirò addosso e, quando i loro occhi si trovarono così vicini da potersi specchiare a vicenda, -“ Se me ne darai la possibilità, lo farò! Manterrò fede a questa promessa: impedirò che tu pianga ancora!”- le disse. Reira, commossa e vinta dalle circostanze, si abbandonò sopra al suo corpo e chiuse gli occhi.
Intanto Ren era giunto da Nana. Si presentò a casa della ragazza, come se fosse, per lui, un’azione consueta. Quando lo trovò alla sua porta rimase meravigliata. –“ Dobbiamo parlare”- disse con un tono un po’ brusco, che mise in allarme Nana. Entrò con passo deciso, si fermò di fronte alla finestra e continuò:-“ Sono geloso di Jasu”- poi si girò per guardare la reazione negli occhi della ragazza. Erano lucidi e scuri, come li ricordava. Nana abbozzò un sorriso beffardo e pose le mani sui fianchi con atteggiamento di sfida. L’altro le corse incontro, l’abbracciò e lei gli si avvinghiò all’altezza delle anche. Si fissarono per un secondo, poi iniziarono a baciarsi e in quella notte consumarono tutto il desiderio rimasto assopito. Quando Nana riaprì gli occhi, era ormai giorno inoltrato. Ren le aveva preparato la colazione e tutto quello la riportava a tempi lontani, ormai vissuti, ma mai davvero dimenticati. Lui le sorrise felice e disse, mentre si vestiva:-“ Scusa devo andare, sono già in ritardo!”- le diede un bacio e, si sentì afferrare per il polso della maglia. Nana lo guardava ora, profondamente e chiese: -“Quando tutto sarà finito e la nostra musica non potrà più farci vivere, saremo ancora insieme?”- Lui non rispose e uscì sorridendo. La ragazza restò sola e iniziò a pensare alle parole di Shin, della sera prima:-“ Perché ti fai questo?”- non poteva più mentire a se stessa e neanche ad Achico. Si vestì e prese un taxi fino a casa di Takumi. Questa volta diede un nome falso al portiere e gli fu concesso salire.
-“Misato, non mi avevi detto nulla del tuo arrivo, che bella sorpresa!”- iniziò Achico dall’interno dell’abitazione. Aprì la porta e… rimase paralizzata. Dopo un primo minuto di sorpresa, Achi invitò la sua ospite ad entrare. Quello che le si presentò di fronte, era il mondo che l’amica aveva sempre desiderato e ora era divenuto realtà: in quel momento Nana si sentì riconoscente verso Takumi, anche se fino ad un attimo prima lo aveva odiato con tutte le sue forze. Achico teneva in braccio sua figlia ed era felicissima. Donava uno sguardo a lei e uno a Nana con cadenza quasi ritmica, poi, rivolta alla bimba, disse. –“ questa è un’amica della mamma e si chiama come me!”-, con voce dolce e soave. Achi si avviò verso la cameretta della bimba e disse all’altra:-“ Se vuoi aspettami qui, devo metterla a letto, che è ora del riposino!”- .
Quando tornò, Nana le dava le spalle, e iniziò:-“ Io…”- ma non trovò le parole, perché qualsiasi spiegazione sarebbe sembrata una scusa sulle sue labbra. Così, inaspettatamente, fu l’altra a parlare:-“ Tu sei diventata una grande cantante, come avevi promesso e io sono fiera di te!”- bastarono queste semplici sillabe pronunciate in fila, per sollevare il morale ad entrambe e rompere quell’atmosfera pietrificata che si era creata nella stanza.
Da allora sei venuta sempre ai miei concerti,- a proposito, Jasu si è fidanzato con la manager di Reira e sembrano felici, hanno tante cose in comune- e io ho continuato a cantare per te, quella canzone.
Vivrai
Ancora e ancora
Per amare
…
lo so sono troppo smielosa!
![[SM=g27822]](https://im0.freeforumzone.it/up/0/22/4980138.gif)