L' ho finito l'altro ieri.. non male.
Ecco come inizia:
Questa è la storia di un uomo chiamato Eddie e comincia dalla fine, con Eddie che muore sotto il sole. Potrebbe sembrare strano iniziare una storia dal finale, ma ogni fine è anche un principio. Solo che, quando sopraggiunge, lo si ignora.
e qui una breve recensione presa da un sito:
recensione di Massimo Canetta
Non so se esista il Paradiso, né che aspetto abbia, né mi sono mai posto il problema di immaginarmene uno.
Aver letto però questo libro di
Mitch Albom, che già mi aveva stupito con le sue belle e toccanti pagine ne “
I miei martedì col professore”, mi ha fatto accarezzare l’idea di custodirne un’immagine che credo resterà con me per sempre.
Il libro si apre con una fine: la morte del protagonista, che viene narrata con il conto alla rovescia dei suoi ultimi minuti di vita (tra l’altro muore il giorno del suo compleanno).
Il vecchio Eddie, responsabile della manutenzione dei giochi di un parco divertimenti, tenta di salvare una bambina che si trova proprio sulla traiettoria di un vagone che sta per precipitare dalle rotaie. Il vagone precipita e da qui ha inizio il cammino di Eddie.
Durante il suo viaggio incontrerà cinque persone che hanno attraversato la sua vita, alcune ne hanno fatto parte come protagonisti, altre sono apparse solo come icone o come personaggi marginali, ma ognuno di loro avrà una lezione da regalare al vecchio Eddie.
Un solo cruccio accompagnerà il suo viaggio: sarà riuscito a salvare la bambina oppure il suo sacrificio è stato inutile?
Il romanzo è costruito in modo originale e coinvolgente (si legge davvero tutto d’un fiato) e l’intreccio si dipana attraverso il presente (Eddie muore, si svolgono i suoi funerali, ci sono le sue cose da sistemare, ecc…), la sua vita passata (vengono descritti i compleanni che hanno segnato la vita di Eddie) e la sua vita futura (il suo viaggio in paradiso e le lezioni che riceverà dai suoi cinque “angeli”).
Con un disegno originale, di un argomento affatto nuovo, Mitch Albom ha donato con un tocco di rara delicatezza un’immagine personale di un momento cruciale dell’esistenza di ogni essere umano.
Albom ci consegna un capolavoro da leggere con la velocità di un ottovolante, ci costringe a correre, a divorare il libro nel minor tempo possibile, nonostante sia tempestato di spunti di riflessione, di immagini che aprono gli occhi su altre immagini, suoni che percorrono il nostro cervello alla ricerca di ricordi personali da inserire in quel mondo fantastico.
‘Le cinque persone che incontri in cielo’ non è un libro “new age”, non è un libro religioso, non vuole essere un medicamento per chi ha perso qualcuno. Almeno non credo sia nelle intenzioni dello scrittore giornalista americano. E’ sicuramente un dono per l’anima, senza cadere nel genere “spirituale” a tutti i costi.
[Modificato da Silvia 21/03/2008 14:59]