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FanFict Fantasy

Ultimo Aggiornamento: 06/09/2007 20:43
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21/01/2007 20:22






La leggenda si ripete


- [Sacrificare Mana?] pietrificato, mi trovavo al limite della razionalità dei miei pensieri.
- [Voi non dovreste pensare a lei come a un essere vivente in carne e ossa. Mana è una ninfa, ovvero uno spirito della natura, creata per mio volere, perché potesse aiutarvi come vuole la leggenda.]
- [Allora non è finita! Cos’altro nasconde la leggenda?]
- [Nulla, Liho. Tutto ciò che dovevate sapere sulla leggenda, ora lo sapete.]
- [Ma non mi avete detto perché dovrei sacrificare Mana!]
- [PeroPoroGusha non vi ha raccontato di Kafuha, nata dall’amore tra un elfo del sud e una ninfetta?]
- [Sì, me ne ha parlato.]
- [Traete dunque le vostre conclusioni.] mi disse, con garbo.
- [Ma … non capisco. Un elfo del Sud e una ninfetta?] ripetei, e allora mi balenò alla mente qualcosa.
- [Perché parliamo di ninfetta e non di ninfa è presto detto. La ninfa è appieno lo spirito nato e destinato a congiungersi con la natura al termine della sua esistenza. La ninfetta nasce sì come ninfa, ma se viene scelta per regnare su Buyo, non ha più le doti naturali della ninfa, ovvero, non è più uno spirito, ma diventa in carne e ossa, capace di innamorarsi e avere dei figli normalmente. Questo accadde sette mila anni orsono e la ninfetta che regnò su Buyo per mille anni, si innamorò di un elfo del Sud e dalla loro unione nacque Kafuha, partorita tra le acque del mare, con l’aiuto delle sirene. Per porre quindi fine al desiderio che dura da ormai troppo tempo, l’eletto elfo del Sud, grazie alla ninfa creata apposta per affiancarlo nella lotta con il drago, dovrà affrontarlo e vincere.]
- [Solo perché i genitori della malefica Kafuha erano un elfo del Sud e una ninfetta. E’ così?]
- [Questa è la leggenda di Buyo. Se viene scelto un regnante che esprimerà un desiderio malvagio, si dovrà attendere che giunga un eletto, proveniente dalla stirpe del padre del regnante e per questo, verrà creata una nuova forma di vita a Buyo, con le sembianze della madre del regnante.]
- [Tutto ciò che sta accadendo a me, è mai accaduto prima?]
- [Solo una volta. Moltissimi anni fa. Io non ero ancora stata creata. Ma PeroPoroGusha sa cosa accadde. E’ stata lei a raccontarmelo. Di certo, se chiederete a lei, avrete maggiori informazioni.]

- Kanju, siamo arrivati. – disse Luaah, arrestando il cavallo. Dinanzi a lui si estendevano le colline della Valle delle Ninfe, dove erano diretti.
- Lasciamo qui i cavalli e proseguiamo a piedi. Le creature che vivono in questa zona di Buyo, hanno paura delle altre specie viventi che non hanno mai visto. – rispose sapientemente Kanju, scendendo dal nero destriero.
- Conosci qualche ninfa? – chiese il fratello minore.
- Sono a conoscenza solo del nome di una di loro. Ohgraa, la maga elfica, mi ha parlato di lei. La cercheremo e le diremo che siamo qui per tenere fede alla leggenda.
- Così sia. – ammiccò Luaah, scendendo da cavallo e, assieme al fratello, legò i destrieri a un albero per poi incamminarsi verso il luogo appartenente alle ninfe.

Stavo camminando verso il mare, per tornare da Mana, sicuramente impegnata a giocare con le sirene, come le aveva permesso Utahe, prima di portarmi alla cascata nel bosco. La mia mente ripensava a tutto il discorso tenuto con la Ninfa Madre, sconcertato per aver saputo a quale destino sarebbe dovuta andare incontro Mana.
In quel momento desiderai con tutto il cuore di non essere un elfo del Sud, portatore di disgrazie per la ninfa, che non aveva colpa alcuna, se non fosse stato per la crudele Kafuha, figlia di una ninfetta. Stavo covando grande risentimento per una creatura che era stata ormai punita e provavo molta pena per la dolce Mana, creata apposta per affiancarmi nella battaglia contro il drago. Una cosa che aveva davvero dell’incredibile.
Quando ero quasi vicino al mare, vidi Mana danzare vicino alla sporgenza degli scogli e una sirena la stava imitando, volteggiando nell’acqua ed eseguendo delle capriole di tanto in tanto, guizzando fuori veloce per poi rituffarsi.
Mi parve così tranquilla, la giovane ninfa, eppure sapeva perché era stata creata, sapeva a cosa sarebbe andata incontro e sapeva che stava per esaurirsi la sua esistenza. Ancora un giorno di pace e tranquillità e, all’arrivo del sole, lei avrebbe dovuto cominciare la battaglia al mio fianco e poi sparire per sempre.
La guardai, senza che lei se ne accorse. Strinsi i pugni e provai rabbia per l’intera vicenda.
Non c’era un altro modo per sconfiggere il drago? Perché sacrificare la vita di una creatura innocente? Perché non sacrificare la mia, essendo io l’eletto? Ma poi, ero davvero io l’eletto? Il mio nome, Liho, significa questo. Ma può il significato di un nome, dare un senso alla vita di chi lo porta? Mana, che significava guerra, poteva davvero aiutarmi a vincere la battaglia contro il drago? Ma come poteva farlo?
Solo una persona lo sapeva, una persona che aveva già visto avverarsi tutto questo. E, senza farmi vedere dalla ninfa che danzava serena, tornai sui miei passi, diretto da PeroPoroGusha.

- Kanju, sei sicuro sia questo il luogo? E’ tutto troppo tranquillo, non ti pare?
- Taci! Dobbiamo stare allerta.
- Sì… certo… come se ci fosse qualcosa di cui avere paur…aaaaaaaaah! – gridò infine Luaah.
- Luaah! – il fratello tornò indietro, verso di lui, correndo. – Che succede? – poi vide una figura quasi spettrale a poca distanza da loro, nella direzione in cui Luaah guardava terrorizzato.
- [Benvenuti, elfi del Sud.]
- Chi sei? – chiese Kanju alla ninfa.
- Hai sentito anche tu questa voce, Kanju? – chiese, terrorizzato, Luaah.
- [Io sono Utahe, la Ninfa Madre.]
- Utahe? Non ho mai sentito parlare di te. – disse Kanju, voltandosi poi verso il fratello. – E’ tutto a posto, Luaah. Questa ninfa è lo spirito superiore di questo luogo. E’ lei che parla nella nostra mente.
- Che? Nella mente? – chiese Luaah, ancora impaurito.
- [Siete qui per Mana, lo so bene, non per me. Ma non potrete incontrarla, per ora.]
- Lo so che leggi nel pensiero, mentre comunichi con noi. Perché non possiamo vedere la ninfa?
- Mana? Chi è Mana? – domandò Luaah ancora ignaro di tutto.
- [Al momento si trova in un altro luogo e sta passando il suo tempo pacifica. Preferirei che non la cercaste. Avrà ancora poco tempo a sua disposizione.]
- Conosco la leggenda. E mi dispiace contraddirti ma Mana ci serve per compiere la vendetta, vincendo il drago.
- Vendetta? Drago? Ma di che parli, Kanju? – Luaah era completamente all’oscuro su tutto.
- [Perché siete venuti qui? Anche se uno di voi è un elfo del Sud, non è detto si tratti dell’eletto.]
- Come sarebbe a dire, uno di noi è un elfo del Sud?
- L’eletto? Uno di noi?
- [Kanju, voi non avete lo stesso sangue che vi accomuna a Luaah.]
- Cosa hai detto?
- Ma… che cosa vuol dire?
- [Siete nati da padri diversi. Voi, Kanju, siete nato dalla relazione di vostra madre, un’elfa del Sud, con un mezz’elfo che ha incontrato in sogno e di cui si è innamorata. Rimase così incinta, perché, come tu sai, i sogni di Buyo sono desideri che si esprimono e non sono altro che un mondo parallelo alla realtà. Poi, vostra madre fu costretta a sposarsi normalmente e, dalla relazione con questo elfo del Sud, nasceste voi, Luaah, e vostra sorella minore, Vanya.]
- Sei pazza! – gridò Kanju appena la ninfa terminò il suo racconto.
- Io e Vanya… - Luaah parve ormai perso nel racconto della ninfa.
- [Kanju, siete venuto qui invano. Se proprio tra voi si nasconde l’eletto, potrebbe trattarsi solo di Luaah.]

- So perché sei qui. – disse PeroPoroGusha, quando raggiunsi il luogo delle maghe dove ero sicuro trovarla.
- Lo sai? – domandai incredulo.
- Le ninfe possono mandare messaggi telepatici a chiunque. – mi guardò con un sorriso malizioso.
- Capisco. Quindi sapevi che ti avrei raggiunto. – sospirai.
- Esatto. Dunque, cosa vuoi sapere esattamente?
- Voglio essere sicuro che non ci sia nemmeno lontanamente un modo per far sì che Mana non debba sacrificare la sua esistenza per me!
- Che presuntuoso. – sorrise. – Mana non sacrificherà la sua vita per te, ma per tutta Buyo .
- Questo non fa alcuna differenza! Perché non posso essere io a sacrificarmi da solo?
- Perché i figli si fanno in due, Liho. – rispose seria PeroPoroGusha.




...Continua...


[Modificato da =Ereandil= 21/01/2007 20.24]

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31/01/2007 14:57







L’importanza dei genitori


- Cosa vuol dire, ciò che hai appena detto?
- Io, l’eletto? – Luaah stava per avere un mancamento.
- [Kanju, in realtà siete il frutto di un sogno. Il vostro nome, significa proprio sogno. Vostra madre è stata chiara quando vi ha dato alla luce. Anche se vantate di orecchie appuntite e biondi capelli, non avete purosangue elfico.]
- Quindi io non posso essere l’eletto… - Kanju si convinse infine della realtà dei fatti, restandone rammaricato.
- Kanju… - Luaah lo osservava tristemente, sapendo quanto il fratello aveva sperato di poter diventare l’eletto.
- [Potete rimanere fino a domani, se lo gradite. Così potremmo scoprire se voi, Luaah, siete stato creato per vincere la battaglia contro il drago dalla criniera di fuoco e riportare il giorno che non c’è, qui a Buyo.]

- Cosa vuol dire ciò che mi hai appena detto?
- Liho, sai bene anche tu cosa vuol dire. Non farti dire per forza ciò che capisci da te e che sai che fa male.
- Perché Kafuha ha espresso quel desiderio malvagio? Perché ha voluto che qualcuno, a causa sua, soffrisse? Perché non è finito tutto con lei, con la sua punizione? – gridai, inginocchiandomi a terra, distrutto.
- Sei troppo emotivo. – disse PeroPoroGusha, avvicinandosi a me e chinandosi per carezzarmi i capelli e, nonostante le sue lunghissime unghie, non sentii dolore. – Devi sapere che questa non è la prima volta che capita qualcosa di simile. E’ successo ancora, ottanta mila anni fa, qui a Buyo. Una Tunny si era innamorata di un piccolo folletto che si era perso nei boschi a nord. Lei gli offrì aiuto e protezione per diverso tempo, finché un giorno si scoprirono innamorati e concepirono un figlio, una creatura simile a loro, ma priva di ali, piccola come il tuo pollice. Sembrava una ninfa in miniatura. Mille anni dopo, fu scelta da tutte le creature di Buyo per diventare regina. Nessuno si capacitò del motivo per cui lo fece, fatto sta che espresse il desiderio che tutte le creature alate di Buyo venissero storpiate delle loro ali e vivessero la loro esistenza come tutti quelli che ne erano privi. Inutile dire che la neo regnante fu punita e venne tramutata in fungo velenoso fino a che appassì. Il desiderio suo però, nel frattempo si avverò, come la tradizione vuole e per sette mila anni, tutte le creature alate furono private della loro magia, fino a che una piccola creatura, in tutto e per tutto somigliante a quella che espresse il malvagio desiderio, anche se di sesso opposto, nacque dal rapporto tra un folletto e una fata e divenne l’eletto. Il giorno prima della battaglia che si sarebbe dovuta tenere con il drago, conobbe la fatina che lo avrebbe aiutato a vincere e a porre fine all’assurdo desiderio. Così fu. L’eletto si servì della fatina che, con la sua magia, spense la criniera di fuoco del dragone e il giovane folletto ne approfittò per tagliargli la gola, ottenendo così la vittoria e liberando dal malvagio incantesimo tutte le creature alate di Buyo.
- E la fatina morì, non è vero? – chiesi, pieno di tristezza.
- Liho, la fatina si tramutò in polvere magica, quella usata dalle fate tuttora per cospargere di sogni pacifici il nostro magico mondo.
- Si è sacrificata anche lei.
- Lo ha fatto per i suoi simili, per salvarli da una crudele realtà.
- E l’eletto? – chiesi, ormai profondamente malinconico.
- L’eletto diventò automaticamente il nuovo regnante e poté esprimere il suo desiderio pacifico.
- Cosa espresse? – domandai, ritrovando la curiosità, nonostante la grande tristezza che provavo.
- I desideri espressi nel passato, se sono serviti per il bene di Buyo, non si possono rivelare o perderanno la loro efficacia. Ti basti sapere che è un desiderio che dura anche oggi, a distanza di moltissimi anni.
- Però, Mana… - non riuscii a fare altro che pensare a lei, alla sua sorte.
- Liho, non sentirti così male per lei. Mana è felice di poter essere d’aiuto. Dovresti gioirne anche tu.
- Dimmi, PeroPoroGusha, perché l’eletto e la sua aiutante, devono avere le sembianze dei genitori che hanno dato alla luce la creatura scelta per regnare e che ha espresso un desiderio malvagio?
- Temevo non me lo avresti più chiesto. – sorrise, rialzandosi dritta, in piedi e riportando in posizione eretta anche me. – E’ per questo che ti ho detto che i figli si fanno in due. Ovviamente i genitori sono una figura importante nella vita del figlio e sono figure importanti anche per Buyo, perché due persone di sesso opposto, che si uniscono e concepiscono un erede, aiutano ad accrescere il mondo magico. Lo stesso vale ovviamente per le ninfe, nonostante loro possono creare i loro simili mediante la Ninfa Madre e la natura stessa.
- Quindi i genitori sono in qualche modo responsabili?
- Sono più che altro la speranza di Buyo. Se tra due genitori nasce una creatura che esprimerà desideri malvagi, bisognerà attendere che, a distanza di tempo, nascano due persone simili a loro, di cui, colui che somiglierà al padre sarà riconosciuto come l’eletto, e la creatura somigliante alla madre, sarà colei che si sacrificherà per porre fine al desiderio malvagio su Buyo, così che l’eletto possa poi esprimere il suo desiderio di pace.
- Ecco perché proprio io devo essere l’eletto.
- Questo non è detto.
- Non è detto? – chiesi, con massimo stupore.
- Il tuo nome, Liho, ha questo significato, ma non è detto che tu sia realmente il nostro salvatore, anche se è l’ipotesi più ovvia, viste le circostanze.
- Quindi, c’è una remota possibilità che io sia inutile? – domandai, sollevato.
- Non illuderti, Liho. Solo domani potrai accertartene. Fino ad allora, ti consiglio di pensare bene a quale desiderio vorresti si esaudisse per il bene di Buyo, una volta battuto il dragone rosso.

Perché non è ancora tornato? fu il pensiero di Mana, che aveva terminato di giocare con la sirena e l’aveva lasciata tornare sul fondo degli abissi a riposare. Aveva uno sguardo cupo ora, senza qualcuno al suo fianco che la confortasse o semplicemente passasse il tempo con lei. Era infondo una ninfa bambina, nonostante le sue forme più che adulte e le piaceva divertirsi, danzare, scherzare, parlare, giocare.
- [Mana, torna da me.] disse una voce nella sua testa.
- [Utahe! Cosa è successo? Dov’è Liho?] chiese la ninfa.
- [Liho è andato a parlare di cose importante con PeroPoroGusha. Non stare sola. Sento la tua malinconia. Torna qui alla cascata. Ci sono ospiti.]
- [Ospiti?] si chiese tra sé Mana, ma non attese risposta. [Certo, Utahe, torno subito.] ubbidì e si allontanò.

- Kanju, vorrei che tutto quello che ci ha detto la ninfa fosse una bugia. Lo vorrei davvero. – disse Luaah
- Lasciami in pace! – rispose rude il fratello.
- Ma Kanju, non capisci? Siamo comunque fratelli. Per me questo è importante. – continuò Luaah.
- Fratelli? – si voltò in uno scatto d’ira Kanju. – Come possiamo considerarci tali, se io addirittura sono frutto dell’amore nato da un sogno? Non sono vero! Sono l’illusione di una donna! Sono … sono … Non so nemmeno cosa, accidenti! – urlò in faccia a Luaah.
- Sei mio fratello. Questo è tutto ciò che mi basta sapere. – rispose Luaah, mantenendo la calma, mentre osservava gli occhi infuriati di Kanju, poi si voltò e si inoltrò nel bosco attorno, per lasciarlo meditare da solo.

- PeroPoroGgusha, mi spieghi una cosa? – chiesi.
- Non c’è bisogno di tanti convenevoli. – rispose, sorridendo. – Tu chiedimela e basta.
- Dimmi, allora… Perché sono stato mandato nel mondo degli esseri umani, se sono un elfo di Buyo?
- Fu un desiderio che ti portò laggiù.
- Un desiderio? E di chi?
- Di tua madre. – disse, puntando lo sguardo al cielo. Una stella brillò, come in risposta al sorriso della maga.
- Mia madre desiderò questo? Ma perché?
- Sì, fu il suo desiderio per Buyo. – disse, tornando a guardarmi con quegli occhi grigi e penetranti. – Voleva che suo figlio potesse crescere in un luogo dove alle fate, alle sirene, alle ninfe e a noi maghe, non era permesso andare, se prima di noi nessuno vi aveva messo piede. Lei desiderò che tu crescessi in quelle terre, cullato sia dai nostri pensieri, sia dall’amore degli uomini, che tanto hanno da donare. In questo modo, ci fece il dono di poter viaggiare nel tempo e nello spazio per conoscere anche altri luoghi e vedere come vivevano le altre specie differenti, quelle che a Buyo non potranno mai essere ammesse per motivi che già conosci. Ci affidò le tue cure, pur lasciandoti sperimentare un mondo diverso, sapendo quanto noi, creature di Buyo, desiderassimo avere uno scopo per visitare il mondo degli umani.
- Dunque, fui un pretesto per farvi conoscere il mondo degli uomini.
- Più che un pretesto, lo definirei un dono. - sorrise. – Perché tutto è cominciato venti mila lune orsono. Con il tuo abbandono temporaneo da Buyo, ci hai permesso di studiare i comportamenti di creature differenti da noi. Non lo chiamerei un pretesto, bensì un dono. Ti pare?
- Mettila come vuoi. E il desiderio di mio padre, è dato saperlo? – chiesi.
- Certamente. I desideri espressi dai tuoi genitori, se ti riguardano da vicino, è giusto che tu li conosca. – annuì.
- Anche mio padre espresse un desiderio che riguardava me?
- Esatto. Vieni con me. – mi fece segno di seguirla.

Arrivammo a un viale spoglio. La luna e le stelle si potevano vedere chiaramente. Davanti a noi si estendeva una grande vallata collinosa e noi eravamo a un bivio. La maga proseguì per il sentiero alla nostra destra e la seguii. Poco dopo, ci trovammo dinanzi a uno specchio d’acqua circolare, profondo circa un metro, nel mezzo della vallata, contornato di sole pietre a forma di denti canini con la punta rivolta verso l’alto.

- Questa è la sorgente della vita. – mi spiegò PeroPoroGusha.
- Sono nato qui? – chiesi.
- Qui sei stato concepito. – rivelò, sorridendomi.
- Concepito qui? – guardai la fonte attonito.
- I tuoi genitori si sono sposati in questo punto e qui si congiunsero per farti nascere.
- Ma… e la sorgente?
- Ancora non era stata creata. In ricordo dell’amore che tuo padre provava per tua madre, quando fu scelto a regnare, desiderò che in questo punto preciso, potesse nascere una sorgente, dove chiunque può concepire la propria creatura, sia essa elfica, o una ninfa, o una fata, o una sirena, e così via… - spiegò. – E’ il luogo delle nascite.
- E’ qui allora che la Ninfa Madre viene a procreare? – chiesi.
- Esatto. Compone un cerchio di foglie accanto alla sorgente, entra nel cerchio e compie tre giri al suo interno, tenendo gli occhi chiusi e le braccia rivolte al cielo. Poi si arresta. Tiene ancora gli occhi chiusi e congiunge le mani al cuore. Lascia passare alcuni attimi, in cui pensa al nome della creatura che nascerà e, una volta deciso, quando riapre gli occhi, dalla sorgente apparirà una luce che poco a poco prenderà forma e diverrà una ninfa.
- Tutto ciò è miracoloso. – dissi, affascinato.
- Ogni cosa qui lo è, caro Liho. – sorrise, compiaciuta.




...Continua...

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24/05/2007 15:13



Acciderboluzza.... l'ho lasciato in sospeso!!!! [SM=x132406]

Eh, no! Presto tornerò a mettere il seguito! Peccato non poterlo fare ora,
ma l'ho salvato in un altro pc e non l'ho messo su floppy [SM=x132405]

Ma non mi coglierete più così impreparata... ho solo avuto molto da fare.
Abbiate pazienza e, nel frattempo, magari cominciate a leggerlo...
Perchè poi voglio un vostro parere! La storia è breve.
Manca poco alla fine!!!
[SM=g27822]


[SM=x132411]


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14/06/2007 19:03

scrivi bene! quando continui?

hai scritto anche altre fanfict?



10° classificata a dicembre 2023
9° classificata a Maggio 2023
6° classificata a Marzo 2023

Migliore posizione nella TOP10 2023:
6° classificata a Gennaio 2023

Se pensi di non potercela fare, non ce la farai mai. Anche se si tratta di una cosa facilissima. E questo vale per ogni cosa. (Oh mia Dea).


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04/08/2007 19:03





La verità sul passato


- E Mana? – chiesi senza aggiungere altro.
- Mana nacque qui, come tutte le altre ninfe. – rispose PeroPoroGusha.
- Ma un tempo viveva con me sulla terra. Era Shuta. Era un bambino umano.
- In verità, Shuta e Mana sono due persone diverse. Colui che tu hai conosciuto da bambino, era Shuta. Morì schiacciato da una carrozza, vicino all’abitazione del conte che sposò Ruka, sua sorella. Lo spirito di Shuta si staccò dal corpo e nacque sotto forma di Ninfa nel nostro mondo, ovvero Mana.
- Shuta… è morto? – chiesi, con le lacrime agli occhi.
- E’ vivo. Mana custodisce i suoi pensieri e lei sa perfettamente chi sei e come eri da piccolo. Per questo è la ninfa che abbiamo deciso di affiancarti perché si compia la leggenda.
- Devo andare subito da lei! – dissi, con il cuore che palpitava forte e corsi via dal luogo delle maghe.

- Chi… chi… chi sei tu? – Luaah era impietrito per la visione di un nuovo spirito che gli era apparso innanzi.
- Non temete, non vi farò nulla. Io sono Mana, la ninfa di questo bosco. Ci vivo assieme a tutte le altre ninfe, mie sorelle. Voi siete un elfo del Sud, vero? Avete i tipici tratti che contraddistinguono questa stirpe. – sorrise.
- Ah… io … sì. Sì, sono un elfo. Mi.. mi chiamo… - ma prima che potesse dire il suo nome, qualcuno lo gridò.
- Luaah! – era Kanju, che lo stesso Luaah aveva lasciato solo a riflettere.
- Oh… non siete solo, dunque. – disse Mana, sentendo la voce.
- Kanju, sono qui! – urlò Luaah in risposta verso una sagoma lontana. Poi tornò a osservare Mana. – No, sono venuto assieme a mio fratello. Lui voleva diventare l’eletto…
- Come? – Mana sgranò gli occhi.
- Luaah! Eccoti, finalmente. – disse Kanju avvicinatosi al fratello. – Ho preso una decisione : torniamo a casa e spieghiamo la situazione a Vanya e … poi… - ma arrestò il suo dire nel vedere dinanzi a loro la ninfa.
- Benvenuto. – lo guardò Mana con un sorriso.
- Ah…Kanju lei è… - cercò di spiegare Luaah, ma fu interrotto dal fratello.
- Mana… - disse quasi in bisbiglio, affascinato dalla visione e avanzando il passo verso lei.
- Ci conosciamo? – chiese la ninfa.
- Io vi conosco. – rispose Kanju. – Siete colei che cercavo.
- Ebbene, mi avete trovata. Ditemi, vi ascolto. – sorrise.
- No. Non è più importante ormai. – distolse lo sguardo dalla ninfa. – Luaah, torniamo indietro.
- Ma…Kanju…
- Aspettare, vi prego. Di sicuro avrete dovuto affrontare un viaggio per raggiungere questo luogo. Sentitevi quindi i benvenuti. Potete restare quanto gradite. – li accolse Mana.
- G…grazie… - rispose Luaah.
- Non possiamo restare! Ma grazie ugualmente. – disse Kanju voltato di spalle. – Luaah, vieni o ti lascio qui!

Mana restò a fissarli mentre bisticciavano a voce bassa, diretti al luogo dove avevano lasciato i cavalli. Si chiese come mai dovettero ripartire subito, essendo riusciti finalmente a trovare lei, la ninfa che cercavano. Ma tal pensiero fu interrotto dalla mia voce, mentre tornavo dal luogo delle maghe.

- Mana! – la guardai. – Pensavo di trovarti al luogo delle sirene.
- Bentornato Liho. – sorrise. – Utahe mi ha richiamata qui e sono tornata indietro.
- Capisco. Scusa se ho fatto tardi. Avrei voluto poter giocare con te e con la sirena. – dissi rammaricato.
- Non fa niente, sono contenta che tu possa parlare con altri per conoscere il tuo passato.
- Mana… - la guardai con sincero affetto, ma anche tanta amarezza, sapendo che lei non sarebbe rimasta per sempre e che la fine della sua esistenza era ormai prossima. Le presi così una mano e la trascinai con me. – Vieni!
- Ma…Liho…? – cercò di domandare qualcosa, poi restò in silenzio e mi seguì.

Portai Mana alla sorgente della vita, dov’ero stato poco prima con PeroPoroGusha. Le spiegai esattamente come le ninfe nascono e le dissi che avevo scoperto che in lei viveva lo spirito di Shuta. Mi sorrise e una lacrima vidi scendere sul suo volto. Gliela asciugai con dolcezza, posandole una mano sulla guancia. Poi mi chinai in un punto del terreno, misi alcuni sassolini in cerchio e vi posai all’interno un fiore strappato da una radice accanto. Era ciò che avevo fatto anche per Shuta, anni prima, quando sparì. Lo consideravo un saluto eterno. La guardai dal basso e le dissi:

- Questo è per mantenere sempre vivo il tuo ricordo.

- [Dove state fuggendo?] chiese Utahe, nei pensieri di Kanju e Luaah.
- Lasciaci stare, ninfa! Non fuggiamo. Semplicemente questo non è il nostro posto! – rispose Kanju.
- [Sbagliate a pensare ciò. Luaah potrebbe essere l’eletto. E per averne la conferma, dovreste restare.]
- Luaah non è nessuno, non prendiamoci in giro! Tanto meno io potrò mai esserlo!
- Ma.. Kanju…- Luaah osservava il fratello con dispiacere.
- [Kanju, Luaah, dovete dirmi perché siete qui. Dovete dirmi il vero motivo. Solo così potrò capire.]
- Non è difficile per te capirlo, se sai scrutare nei pensieri altrui! Ero certo di poter essere l’eletto… ma ora…
- [Luaah, ditemi, perché siete qui? Il desiderio che ha portato vostro fratello da noi ninfe, non è lo stesso desiderio vostro, non è così? Parlate, dunque. La verità è saggezza.]
- Io… - Luaah ebbe un momento di incertezza, ma poi si fece coraggio. – Io sono qui perché volevo accompagnare mio fratello in quest’avventura, per potergli essere vicino se mai avesse avuto bisogno. Ma non pensavo che…
- [Kanju, Luaah vi vuole molto bene. So per certo che ciò che ha appena detto è vero. Lui non pensava affatto di diventare l’eletto e nemmeno conosce la verità in proposito. Ha deciso di partire con voi, solo per poter essere d’aiuto in qualche modo a una persona cara, per non lasciarvi ad affrontare ciò che speravate di dover affrontare.]
- Perché mi stai facendo questo, ninfa? – chiese Kanju, interdetto tra cuore e mente e diversi sentimenti.
- [Perché so quale desiderio avete nel cuore. Volete partire per riportare vostro fratello sano e salvo a casa e lasciarlo alle cure della vostra sorella minore. Poi, con un pugnale, porrete fine all’angoscia che ora vi sovrasta.]
- No! Kanju, no! Dimmi che non è vero! – urlò Luaah al fratello, impossibilitato a credere alle parole appena udite.
- [Kanju, la sofferenza è un male comune. Ma più malvagio della sofferenza è l’orgoglio, che ci impedisce di essere ragionevoli e ci induce a compiere atti simili.]
- Voi non capite! Non potete capire! Nessuno può capirmi! Nessuno! – gridò, poi spalancò gli occhi e cadde al suolo.
- Kanju! Oh, no! Che hai? – Luaah corse verso il corpo senza vita del fratello e prese la testa sua tra le mani.
- [E’ solo in uno stato di morte apparente.] rispose Utahe.
- Sei stata tu? – chiese Luaah, incredulo, tenendo il corpo del fratello tra le braccia.
- [L’ho fatto per il suo bene. E per il vostro. Non potete partire ora. Voi potreste essere l’eletto e vostro fratello potrebbe avere ancora intenzione di farsi del male.]
- Ma… cosa faremo nel frattempo?
- [Aspetterete che il giorno sorga e al sorgere del sole, quando vostro fratello si risveglierà, voi scoprirete quale sarà il destino che vi attende. E solo allora potete prendere una decisione.]
- Come farò a capirlo? Come riuscirò a capire se sono io l’eletto?
- [A contatto con la luce solare, dovrà apparire sulla vostra schiena il simbolo di un dragone rosso, dalla criniera di fuoco, che prenderà vita e cercherà di uccidervi per non farvi portare a buon fine la missione.]
- Un dragone rosso? Vorrà uccidermi? La missione? – Luaah parve sconvolto.
- [E’ la leggenda di Buyo. Il dragone rosso è il marchio del male, che appare su chi deriva dalla stirpe, il cui regnante ha espresso il desiderio malvagio. L’eletto dovrà liberare la stirpe dal marchio del male, o soccomberà mediante lui.]

Ora Luaah comprese il vero significato della leggenda, ed ebbe veramente paura per sé e per suo fratello.
Nel frattempo, PeroPoroGusha, ebbe una visione che riguardava Luaah e Liho, sul loro futuro.



...Continua...

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04/08/2007 19:07



Grazie Sintakil!!! [SM=g27817] Come vedi sono tornata!

Non mancherà molto al finale, ma adesso sarò un po' più presente.
Comunque si, ho scritto anche un'altra FanFict su Ranma 1/2.
Se la posterò però, sarà più avanti...


[SM=g27811]

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05/09/2007 14:25






Il dragone rosso


- [Ne sei proprio certa?] chiese Utahe a PeroPoroGusha, entrambe vicino alla cascata nel bosco delle ninfe che parlavano con molta serietà, una di fronte all’altra.
- [Ne ho avuto la visione, purtroppo. Non è Liho l’eletto. Un altro elfo del Sud sarà in grado di battersi contro il dragone rosso della leggenda e donarci la luce del giorno ogni cento anni.] rispose la maga, con tono cupo.
- [Ma allora, la visione che hai avuto su Liho, che significato ha potuto avere?] chiese la Ninfa Madre, pensierosa.
- [Ho avuto una nuova visione riguardante il futuro di Liho. Quando il drago rosso sarà sconfitto, il corpo di Liho sarà investito da un fascio di luce abbagliante e inghiottito da questo. Ma, non so come, lui non morirà. Sentivo la sua voce che mi parlava e vedevo tutti noi abitanti di Buyo con il volto rivolto in un’unica direzione, sbalorditi.]
- [Questo hai visto? E null’altro?]
- [Purtroppo la mia visione termina qui, e ho cercato di semplificarne il racconto, poiché è stata più complessa di molte altre visioni che io abbia mai percepito.]
- [Capisco. Dunque non conosci cosa esattamente possa accadere a Liho.]
- [Non sono sicura, ma sento provenire da lui qualcosa di veramente forte. Come un’aura.]
- [Che sia una creatura di cui non conosciamo l’esistenza, mutata in elfo del Sud, ma dalle reali sembianze diverse?]
- [Ciò che mi chiedi è impossibile dirlo con certezza, ma la tua ipotesi potrebbe non essere del tutto sbagliata.]
- [Allora non ci resta che aspettare il momento, ormai vicino.] concluse Utahe.
- [Ma non sappiamo ancora chi possa essere l’eletto. Dovremmo cercarlo, non credi? Forse in questo momento dorme tranquillo, ignaro della missione che dovrà compiere. E’ nostro dovere informarlo prima che sia tardi.]
- [Lui è già qui, Gusha. Ed è a conoscenza della leggenda.] rispose tranquillamente Utahe.
- [Lui è qui?] chiese la maga.
- [Forse non è apparso nella tua visione il suo luogo di dimora, ma è giunto ieri, assieme al fratello. Ora riposano entrambi nel bosco. Sono certa che è lui, sia per la descrizione che mi hai fornito in base al racconto della tua visione, sia per la forza che ho percepito in lui, quando mi è apparso davanti, ieri.]
- [Qual è il suo nome?]
- [Luaah.]

Un volto mi apparve innanzi, al pronunciare quel nome e, in un lampo fulmineo, aprii gli occhi. Mi trovavo ancora alla sorgente della vita, sdraiato al suolo, sopra il solito telo dove avevo già dormito assieme a Mana e lei era seduta accanto al cerchio di pietre con il fiore all’interno. La notai, quando mi rialzai e mi guardai attorno.

- Mana… non hai riposato? – chiesi alla dolce ninfa dal sorriso sereno.
- Non si può riposare prima della battaglia. – disse serenamente, con pacifico tono.
- Mana… - la guardai con tristezza e mi avvicinai a lei. – Come vorrei che non dovessi sacrificarti così.
- Liho. Ma cosa dici? – chiese stupita.
- Vorrei essere solo io a dovermi sacrificare. Non trovo giusto che tu termini ora la tua esistenza.
- Sono nata per questo, Liho. – sorrise. – Non ho paura, né timore, né rammarico. Sono pronta.
- Ma io no! – le presi una mano e la strinsi forte. Poi la guardai. Era bellissima. – Non sono pronto a perderti.
- Liho… - osservò il mio volto turbato e mi accarezzò una guancia con la mano libera. – Non mi perderai. Non potrò esistere come ninfa, ma sarò parte integrante di Buyo. Diventerò uno spirito della natura. Un fiore, una pianta di mare, una pianta di terra… Qualunque cosa diventerò, sarò felice. Non sei felice per me, Liho? – chiese.
- Felice? Si.. si certo, sono felice. Ma questa cosa dovrebbe avvenire nel tempo. Prima dovresti diventare una Ninfa Madre, capace di generare altre creature simili a te. Di questo sarei più felice. – dissi, sincero.
- Sei molto caro, Liho. – si alzò da terra, lasciandomi lì al posto suo e, avvicinandosi alla sorgente, vi si immerse.


Luaah aprì gli occhi. Si trovava disteso su un morbido panno, adagiato sopra una collinetta di paglia, all’interno di un casolare in legno. Accanto a lui giaceva Kanju ancora dormiente. Da una piccola finestra alle loro spalle, una luce sconosciuta cominciava a intravedersi.
Luaah si alzò dal giaciglio per vedere da vicino di cosa si trattasse. In quel preciso istante venne travolto dal bagliore di alcuni raggi del sole e Kanju aprì gli occhi con uno scatto. Suo fratello si mise a urlare, dinanzi alla finestra, portando a coprirsi il volto con le mani, ma ormai era troppo tardi. La sua camicia si lacerò e sulla schiena apparve il disegno di un drago rosso dentro un cerchio di fuoco. Kanju osservò la scena incredulo, rimanendo immobile nel suo giaciglio. Il disegno cominciò a prendere forma, partendo prima dalla coda, attorcigliata nello spazio circolare. Luaah provava dolore ancor più grande, sentendo come se la pelle si staccasse dal suo corpo, provocandogli bruciore intenso, ma non era così. Il dragone si stava solo risvegliando.
Dalla sorgente, Mana sentì nella sua mente le grida di Luaah e il suo corpo lievitò, pronto a raggiungere l’elfo per compiere la leggenda.
Liho la fissò allibito. Vide i raggi del sole in lontananza che lievi cominciavano a sfiorarlo, ma nessuna mutazione avvertì in lui, mentre la sua ninfa sembrava stesse già preparandosi alla battaglia.

- Mana! Che succede? - chiesi alla ninfa fluttuante nell’aria, sopra la sorgente.
- Io … non lo so. Il dragone rosso si sta risvegliando, credo. Sento delle grida nella mia testa. Sto per essere richiamata al fianco dell’eletto. – rispose Mana confusa.
- Ma questo non è possibile! L’eletto sono io! Così mi avete sempre detto! - esclamai.
- Liho non so più cosa succede. Il mio corpo… si sta dissolvendo… - disse Mana, scomparendo a poco a poco.
- No! Mana! Dimmi almeno dove sei diretta! Parlami, Mana! Non lasciarmi qui senza una spiegazione! – la scongiurai, tendendo una mano verso di lei.
- Liho… non lo so… perdonami, ma devo andare. – rispose un attimo prima di scomparire definitivamente dalla mia vista, lasciandomi incredulo a osservare il vuoto.

Il dragone rosso prese forma sotto gli occhi stupefatti e terrorizzati di Kanju.
Luaah cadde a terrà svenuto e dinanzi al dragone si materializzò Mana, con sguardo da guerriera.

- Tu devi essere la ninfa chiamata a combattere contro di me. – risuonò una voce grossa e roca, proveniente dal dragone.
- Sono qui per sconfiggerti e riportare la luce su Buyo ogni 100 anni come è stato stabilito al momento della sua nascita. E perché questo avvenga, sono pronta a battermi con ogni mezzo che possiedo! – rispose la ninfa in tono di sfida.
- Molto bene – rise il dragone, lasciando sorpreso Kanju che osservava la scena da pochi metri di distanza. – Allora cominciamo pure. Sono certo mi divertirò molto con te, piccola illusa.
- Sono pronta. Non mi fai paura! – brillò Mana con una potente aura di coraggio e fierezza.




Continua...


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06/09/2007 20:39






Il giorno che torna


Corsi. Corsi a perdifiato per la vallata, fino a raggiungere la Cascata nel bosco. Alcune ninfe erano visibilmente in agitazione e assieme a loro apparvero Utahe e PeroPoroGusha, e proprio la Ninfa Madre stavo cercando. Le corsi così incontro, con la faccia che dovette apparire sconvolta, vista l’espressione incredula che le ninfe fecero nel vedermi.

- Utahe! Cosa succede? Dov’è Mana? – chiesi, cercando di parlare con il poco fiato che mi era rimasto.
- Liho, sei qui anche tu, dunque. – mi rispose PeroPoroGusha con un sorriso di circostanza.
- Cosa sta succedendo? Voi lo sapete non è vero? Non sono io l’eletto, è così? Vi ho sentite parlare nel sonno! Stavate confidandovi su una visione di PeroPoroGusha. Sarò investito da un fascio di luce ma non morirò. Posso sapere cosa significa?
- Liho. Tu ci hai sentite parlare mentre dormivi? – chiese sgranando gli occhi la maga e, accanto a lei, anche Utahe si meravigliò per la mia dichiarazione.
- Si. Vi ho sognate… ma cosa vuol dire…? – cominciai a calmarmi e ad avere timore.
- [Liho, probabilmente voi non siete l’eletto, ma possedete un’aura molto forte. Stavamo parlando di questo io e PeroPoroGusha poche ore fa nel momento in cui ci hai sognate.] intervenne Utahe [Questo non so cosa significhi, ma probabilmente il vostro potere è quello di sentire attraverso i sogni, ciò che turba gli abitanti di Buyo. Questo non sarebbe strano, poiché anche voi siete parte di questo mondo e ognuno qui ha un potere che lo rende unico. Ma ciò che non capiamo è il motivo per cui siete stato chiamato ora, se non siete l’eletto della leggenda.]
- Quindi non sapete aiutarmi… è così? – chiesi, sconcertato.
- Purtroppo la mia visione si interrompe senza che io possa conoscere il seguito. Luaah, un elfo diretto della tua stessa stirpe, combatterà al fianco di Mana tra pochi istanti. Ma anche tu avrai una parte fondamentale nella lotta. Purtroppo non mi è dato sapere di preciso come, ma appena Mana scaglierà la sua forza contro il dragone, ovunque ella si trovi, ti materializzerai dinanzi a lei e distrarrai il dragone con la tua presenza, così Luaah gli potrà infliggere un colpo di spada. Ma questo non basterà a farlo sparire. Solo quando sarai presente a tale scena, saprai cosa fare.
- Ma se l’eletto non sono io, perché dovrei comunque prendere parte alla lotta? Non capisco.
- [Questo punto è oscuro anche a noi, Liho. Dovete solo portare pazienza e presto vi sarà chiara ogni cosa.]

In quell’istante Mana scagliò una potente luce azzurra contro le fiamme sputate dal grande dragone rosso e tale luce, non solo spense le fiamme, ma imprigionò la creatura, rendendola inerme. Sentii il mio corpo abbandonare la terra ferma poi, in un istante, mi ritrovai al cospetto di Mana, dando le spalle al dragone rosso. Nel frattempo, Luaah che era rinvenuto da un po’, si scagliò contro di esso a spada tratta e lo trafisse nel basso ventre, ma nulla accadde all’enorme drago, anzi, grazie a quel gesto, la potente aura azzurra che lo immobilizzava, si dissolse ed esso rise con la sua voce grossa e roca. Io osservavo Mana come se la stessi vedendo per la prima volta. Poi, a quella risata insulsa, mi voltai di scatto, appena in tempo per prendere Mana e scaraventarci al suolo nel tentativo di proteggerla da altre fiamme che il drago ci aveva sputato contro mentre eravamo distratti.

- Mana! Mana, stai bene? – le chiesi, rialzandomi subito da terra.
- Benissimo. Non ho nemmeno un graffio. – mi sorrise – Ma perché tu sei qui? Non sei l’eletto! Sei apparso dal nulla. Come hai fatto? – mi chiese, mentre l’aiutavo a rialzarsi.
- Non lo so, Mana. Pare che io sia stato richiamato qui non appena tu hai gettato la tua fiamma azzurra contro il drago.
- Davvero? – domandò, incredula.
- Già. Ma ora non è tempo di pensare a questo. Dobbiamo sconfiggere quel coso!
- Illusi! – tuonò il dragone dalla sua postazione con fare beffardo. – Questa volta non vi sarà possibile sconfiggermi!
- Illuso sei tu! – gridò Luaah da dietro la sua schiena. – Conosciamo il tuo punto debole e tu sparirai! – urlò alla creatura e, con un agile salto, balzò sulla ruvida schiena del drago, percorrendola fino al collo e lì tentò di affondare la lama della sua spada per tagliargli la gola. Ma fu inutile. La lama si spezzò e il drago ne uscì indenne, scaraventando il povero Luaah al suolo.
- Ve lo avevo detto, sciocchi! – rise il drago a nostro discapito. – Questa volta non potrete vincermi perché ho acquistato molta più forza e voi siete solo dei pivelli.
- Taci! – gridò contro di lui Mana con una forza di volontà incredibile. – E’ ancora tutto da vedere!
- Mana! Che vuoi fare? – le chiesi preoccupato.
- Sei una sciocca. Hai già sprecato la tua magia. Contro di me la stessa magia non funziona due volte! Morirete perché è questo il vostro destino! – ringhiò con soddisfazione lo spregevole demone.
- Sarai tu a morire! Fosse anche l’ultima cosa che sono costretto a fare, ti ucciderò! – tornò all’attacco Luaah dopo essersi ripreso dalla caduta.
- Illuso! – fu l’ultima parola che gli rivolse il dragone, prima di scaraventargli contro una raffica di palle infuocate.
- No! – Mana corse verso l’elfo in difficoltà, nel tentativo di respingere i fuochi, ma finì col bruciarsi e cadere a terra stremata e dolorante.
- Mana! – le andai subito incontro, provando una grande angoscia. – Mana, stai bene? – le chiesi appena la presi tra le braccia per accertarmi delle sue condizioni.
- Liho… - mi sorrise, rispondendo con flebile voce.
- Tu chi sei? – mi chiese a quel punto Luaah, accortosi probabilmente per la prima volta della mia presenza.
- E ora… morirete tutti e spazzerò via questo mondo, facendolo inghiottire nelle tenebre per l’eternità! – disse con troppa sicurezza il dragone, rivolgendosi a noi tre e senza troppe cerimonie, sputò dalla bocca una potente scia di fuoco che in meno di un attimo ci avrebbe inghiottiti.

A quel punto, lasciai andare Mana e mi portai avanti a lei e a Luaah, incrociai le braccia dinanzi al volto e guardai il fuoco diretto a noi con una tale rabbia che avrei potuto incenerirlo solo con lo sguardo. Poi, una colonna di luce mi inghiottì e fece scomparire le fiamme e, con esse, anche il malefico dragone rosso.
Il mondo di Buyo fu invaso da un’enorme luce abbagliante per un brevissimo istante, mediante il quale il sole spuntò alto nel cielo e Mana si librò in aria, di fronte a me, con gli occhi chiusi e l’aura di ninfa che scompariva poco a poco.
La luce si affievolì e solo io rimasi immerso nel fascio di luce. Tutte le creature di Buyo stavano assistendo a questo spettacolo, attirate dalla forza misteriosa che la mia strana aura trasmetteva all’intero habitat.
Ancora Mana si trovava di fronte a me, con occhi sempre chiusi e il suo aspetto di ninfa stava tramutandosi.

- Utahe, vedi anche tu quello che vedo io? – chiese PeroPoroGusha alla Ninfa Madre, ed entrambe osservarono incredule il fascio di luce al cui interno ero presente io e la ninfa dinanzi a me con le sembianze mutate.

- Luaah… stai bene, fratello? – chiese Kanju, trovando il coraggio per avvicinarsi a lui solo ora, mentre osservava con stupore ciò che stava accadendo sopra le loro teste.

Mana prese sembianze diverse. Le sue orecchie non erano più appuntite. I suoi capelli, pur restando color rame, si accorciarono sino alle spalle. La sua pelle da candida, divenne rosata. La sua veste, pur essendo originaria di Buyo, quindi piuttosto ambigua, non era più un lungo abito bianco luminescente. E, quando atterrò con grazia, aprì gli occhi, mostrando a tutti che possedeva delle iridi normali. Il suo volto era identico a quello di Shuta, il mio amico morto anni prima nel mondo degli esseri umani e il suo aspetto fisico era esattamente quello di una ragazza umana.
Dalla colonna di luce, la mia voce si espanse a ogni creatura presente in quel luogo, non più formata da alberi e casette di legno com’era poco prima che il drago fosse sconfitto. Un’enorme vallata accolse la mia voce rivolta agli spettatori.

- Cari abitanti di Buyo, il vostro peggior nemico è stato sconfitto. Ma non solo. Egli non farà più ritorno in questo mondo e nessun altro desiderio malvagio verrà più espresso poiché non ci saranno più votazioni tra di voi per decidere chi regnerà ogni mille anni. Da questo momento in avanti, avrete un solo regnante e a lui dovrete obbedire. Fino a che io stesso non tornerò da voi a rinnovare tale legge. Io, Entità Suprema in cui voi avete sempre riposto la massima fede, sarò al vostro fianco in ogni momento. Tramite Liho, l’elfo discendente della dinastia dei Morlah. Lui sarà vostro regnante e, da oggi, anche gli esseri umani potranno vivere a Buyo, se predestinati. Mana sarà la prima ad averne l’onore. Vivrà la sua normale vita da ninfa, sotto spoglie umane, perché questo è stato il desiderio di Liho per Buyo secondo cui gli esseri umani che meriteranno di vivere in questo mondo, potranno godere della longevità della vita di una ninfa, pur mantenendo le proprie sembianze e, al momento della fine della loro esistenza, diverranno parte della natura. Questo il suo desiderio e così sia.

Il fascio di luce scomparve e io riapparsi agli occhi di tutti, nelle mie sembianze elfiche, incredulo e felice allo stesso tempo, mentre Mana mi corse incontro e mi abbracciò con veemenza.



Continua....

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06/09/2007 20:43







A new life


- Liho! – vidi il sorriso fiero sul volto di PeroPoroGusha, mentre si avvicinava a me e a Mana.
- Viva Liho! Viva Liho! Viva il nostro eroe! – si levò un grido dinanzi a me, Mana, PeroPoroGusha, Utahe e Luaah.
- Che succede? – chiesi senza capire.
- Queste sono tutte le creatura di Buyo riunite in questo nuovo luogo creato dall’Entità Suprema che ti ha trattenuto nel fascio di luce. Stanno festeggiando la nascita di una nuova vita.
- Si, Liho. Con te come nostra guida, questo mondo è rinato. – disse Mana, prendendomi per mano e regalandomi un sorriso meraviglioso, che mai avevo visto sul suo volto.
- Congratulazioni, eletto. – disse con gioia velata la cara Gusha.
- Io senza di voi non sarei mai riuscito a farcela. Il merito di tutto questo è solo vostro. – dissi, imbarazzato.
- Non essere sciocco. Tu sei l’eletto, ora ne abbiamo la certezza. Il significato del tuo nome era chiaro dall’inizio. Non eravamo consci di quello che saresti divenuto, ma ora è inutile essere vaghi. Adesso è noto a tutti che tu sei Liho, la guida di Buyo. Probabilmente per i prossimi cento mila anni. – mi dichiarò Utahe, finalmente parlandomi normalmente.
- Come mai non usi la telepatia? – le chiesi.
- Ormai non ce n’è più bisogno. Hai desiderato la pace per Buyo per l’eternità. Hai desiderato che per me, per Gusha e per Mana ci fosse un posto speciale da occupare e hai desiderato che il sole ci potesse riscaldare ogni cinquant’anni, invece che cento, per permettere alla terra maggiore fertilità. Infine, hai desiderato che il nostro mondo e quello degli esseri umani potesse finalmente coincidere. Addirittura Mana è divenuta umana per tuo volere, così da darle una seconda vita e permettere in un certo senso al tuo amico di infanzia, Shuta, di rivivere tramite lei. Nessuno aveva mai fatto così tanti desideri positivi per Buyo e nessuno poteva. Solo l’eletto. Solo tu.
- Esatto, Liho. – riprese PeroPoroGusha. – Tu ci hai reso un’altra vita, più bella, più magica, più serena. L’Entità Suprema ha accolto le tue richieste e mediante te, saremo sempre in contatto stretto con lui, così potremmo esprimere tutti dei desideri e potremmo essere assecondati.
- Ci hai regalato un mondo migliore. Grazie, Liho San. – mi rese inchino Luaah, seguito da Kanju, al suo fianco e da tutti gli abitanti di Buyo riuniti in quella vallata che pareva infinita.

Mi sentii cullare dolcemente da mani morbide e delicate e, lentamente, aprii gli occhi.
- Finalmente ti sei svegliato, Liho San. – mi sorrise Mana, ora diventata una bellissima ragazza dalle sembianze umane. – Luaah e Kanju ti stanno aspettando. Volevano salutarti prima di andare via e presentarti la madre e la sorella.
- Oh… d’accordo. – dissi, ancora un poco assonnato, uscendo dal letto. – Ma toglimi una curiosità. Perché da ieri mi chiamate tutti Liho San?
- Perché ora sei la guida di Buyo. San è l’appellativo che viene dopo il nome di chi è stato scelto o destinato a regnare su Buyo. In pratica, significa Guida, quindi, il tuo nome significa l’Eletto Guida e così sarai chiamato per sempre da ognuno di noi, tranne che dalla tua consorte e dalla tua prole. – mi sorrise Mana con dolcezza.
- Oh… capisco. – dissi, ammirando il mio nuovo abito di colore bianco avorio, simile in tutto e per tutto come tessuto all’abito che indossavo fino al giorno precedente, prima di divenire la Guida di Buyo.
- Ora andiamo. Tra meno di un’ora Luaah e la sua famiglia devono riprendere il cammino per le terre elfiche.
- Sì, andiamo. – acconsentii e la precedetti verso la Cascata nel bosco.
- Liho San! – mi salutò con il braccio teso in aria, l’elfo che aveva tentato di combattere con Mana contro il dragone rosso il giorno ormai terminato.
- Ciao. – sorrisi da lontano e, appena mi avvicinai, baciai lieve il dorso della mano della Signora degli Elfi, madre di Luaah e Kanju e il dorso della mano della fanciulla al suo fianco, sorella degli stessi. – Piacere di conoscervi.
- Liho San, loro sono Kalhua, mia madre e Vanya, mia sorella. Sono state attratte anche loro dal fascio di luce di ieri e in meno di un attimo si sono ritrovate nella vallata. Non appena le ho viste abbiamo parlato a lungo. Sai, abbiamo scoperto che Kanju non è nostro fratello di sangue. Volevamo chiarire la faccenda e ci siamo trattenuti. Ma oggi dobbiamo ripartire. Non senza salutarti prima. – mi sorrise con rispetto.
- Sarete sempre i benvenuti. Non dovrete far altro che tornare ogni volta che lo desidererete. Vi aspetteremo sempre.
- Grazie, Liho San. – rispose Kanju, finalmente sereno. – Grazie per tutto ciò che avete fatto per noi. Vi saremo sempre devoti e quando avrete bisogno di noi, non dovrete che chiamarci a vostro cospetto.
- Non essere così formale, Kanju, non v’è bisogno. Sono un elfo esattamente come voi, in fin dei conti.
- Grazie. – mi sorrise. La voce strozzata dall’emozione e nei suoi occhi una profonda riconoscenza potei leggere.

Luaah e la sua famiglia tornarono nel proprio villaggio. Ma il mio pensiero era rivolto ancora a loro quella sera e, durante la cena, chiesi a PeroPoroGusha :
- Cosa è accaduto a Kanju e Luaah? Oggi mi hanno parlato di un chiarimento con la loro madre. A che si riferivano?
- Luaah e Vanya sono figli diretti della dinastia Morlah, ma Kanju è nato dalla relazione della loro madre con un mezzo sangue elfico, che le era apparso in sogno. Rimase in cinta ma non poteva parlarne con nessuno. Poi, venne presa in moglie a un elfo come te, che venne a conoscenza del suo segreto e, quando partorì Kanju, riconobbe quel bambino come suo e non ne fecero mai parola con nessuno. Ma Utahe sapeva la verità. Siccome Kanju venne nella Valle delle Ninfe per scoprire se era l’eletto che avrebbe sconfitto il dragone, Utahe dovette spiegargli che lui non lo sarebbe mai potuto divenire, poiché non aveva alcun legame di sangue con la stirpe dei Morlah.
- Però sbagliai a rivelarglielo, poiché desiderò mettere fine alla sua esistenza, credendo di non essere altro che frutto di un sogno, quindi succube di una vita che non gli apparteneva. – continuò a raccontare Utahe. – Ma lo addormentai, impedendogli di commettere tale gesto. Così, ieri, quando tutte le creature di Buyo si unirono attorno al tuo cospetto, ebbe l’occasione di parlare con sua madre. Gli rivelò che lei sognava un principe azzurro ogni notte che potesse somigliare a un elfo, ma che non lo fosse realmente. Non desiderava divenire la sposa di qualcuno che non conoscesse. Così i suoi sogni, la sua vita parallela, prese maggiore importanza della vita reale e nei suoi sogni ebbe una relazione con il mezzo elfo di cui si era innamorata. Ma dopo il suo matrimonio, non ebbe più occasione di rivederlo. Scoprì con il tempo il motivo. Si era innamorata di un altro. Non di uno qualunque, ma di colui che era divenuto suo marito. Lo scoprì quando nacque Kanju, trovando in suo marito un alleato e un complice nel mantenere il suo segreto e riconobbe il figlio come suo.
- Che storia incredibile! – rivelò Mana con occhi sognanti.
- E non è tutto. – riprese Utahe. Dopo che nacque il secondogenito, Luaah, fu chiaro che l’elfo con cui si era sposata, altri non era che il mezzo elfo dei suoi sogni. Il mezzo elfo esisteva realmente a Buyo, non viveva solo nei sogni della Signora degli Elfi. Ma lei non ne era al corrente. Lo capì notando che, anno dopo anno, Luaah era simile a Kanju e al marito. Questo era molto strano. Ne parlò con il suo consorte e, a quel punto, lui non poté tenere nascosta la sua reale identità. Durante uno dei suoi sogni in cui non incontrò la sua amata, desiderò poterla sposare nella vita di ogni giorno e coronare nella realtà il loro sogno.
- E, dal momento che a Buyo i sogni sono desideri che si realizzano, lui prese le spoglie del predestinato con cui si sarebbe dovuta sposare la sua amata, così ha potuto vivere al suo fianco fino a oggi e Kanju è per metà un Morlah. – terminai il racconto a parole mie.
- Non per nascita, ma per amore. Esattamente, Liho San. Complimenti. Finalmente sei riuscito ad ambientarti. – sorrise PeroPoroGusha compiaciuta.
- Ha fatto molti progressi da quando è giunto qui. – rivelò Mana, osservandomi con muta ammirazione.
- Temo che presto assisteremo a un matrimonio tra i più belli mai visti a Buyo. – azzardò la maga, fingendosi disinteressata, facendo arrossire Mana e lasciando me confuso.

- Liho San?
- Sì, Mana?
- Come ti senti a essere l’eletto guida?
- Non saprei. – sorrisi per la domanda così spontanea di Mana.
- Puoi desiderare tutto ciò che vuoi e sarai esaudito dall’Entità Suprema. Non è fantastico?
- In verità, non tutto quello che voglio, ma quello che desiderano gli abitanti di Buyo.
- Perché hai desiderato che fossi io a divenire umana e a cominciare la tradizione di far vivere anche gli umani a Buyo e non hai espresso il desiderio di far tornare in vita Shuta in questo mondo e cominciare con lui? Credevo ti mancasse molto e che fossi infelice senza di lui…
- E’ così. Senza lui mi sentivo perso. Ma poi sei venuta tu. Ho imparato a volerti bene e mi sono affezionato a te. Ricordi cosa ti dissi prima che tu sparissi per raggiungere il dragone? Che avrei preferito morire solo io, piuttosto che sacrificare la tua esistenza, anche se era per il bene di Buyo.
- Si, me lo ricordo… sei stato così dolce… - sorrise, osservando il cielo stellato, percorrendo a ritroso il tempo con la memoria fino a quel nostro momento di intimità.
- In realtà non volevo perderti. Non volevo che tu morissi e non volevo morire neppure io.
- Liho San…. – si voltò verso di me, sussurrando il mio nome accompagnato dal mio appellativo, con sguardo incredulo e un poco malinconico.
- Ho capito che per me sei importante, tanto che se ti avessi persa ora che ho finalmente imparato ad amarti, mi sarei pentito per il resto della mia vita di non esserti stato accanto come avrei voluto.
- Che cosa vuoi dire? Liho San… io….

La zittii posandole un dito delicatamente sulla bocca. Lei mi fissò con stupore e una grande felicità nel cuore, data dalle mie parole. Sentii i battiti nel suo petto che acceleravano ogni attimo, divenendo più forti e ritmati.
La osservai, bella e meravigliosa illuminata dal pallore della luna che si rifletteva nei suoi occhi sognanti.
Le sorrisi, prendendole una mano. La sinistra. Le infilai un anello a forma di foglia nel dito apposito, come è di rito ormai ovunque nell’intero universo. Lei sorrise tra le lacrime e capii che nulla al mondo mi avrebbe reso più felice di avere Mana al mio fianco per tutto il tempo in cui saremmo vissuti.






THE END



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