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Nel 2040 solo una coppia su 4 avrà figli

Ultimo Aggiornamento: 12/02/2024 22:40
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01/12/2023 11:52



Nel 2040 le coppie con figli diminuiranno fino a rappresentare il 25,8% del totale.

È quanto emerge dal 57mo rapporto Censis da cui risulta che per quella data le famiglie composte da una sola persona aumenteranno fino a 9,7 milioni (il 37%).

Di queste, quelle costituite da anziani diventeranno quasi il 60% (5,6 milioni).

Secondo le stime, nel 2040 il 10,3% degli anziani continuerà ad avere problemi di disabilità. Gli anziani rappresentano oggi il 24,1% della popolazione complessiva e nel 2050 saranno 4,6 milioni in più: raggiungeranno un peso del 34,5% sul totale della popolazione. Gli anziani di domani saranno sempre più senza figli e sempre più soli.

[...]

(ANSA)



Ora, il titolo è certamente catastrofico, però il testo lo è un po' meno. Mi spigo: il dato di "1 famiglia su 4" è evidentemente inflazionato da un considerevole aumento del numero delle famiglie, perché per ogni coppia che non si forma si ottengono due nuove famiglie. Se poi consideriamo anche gli anziani che vivono da soli, il conteggio esplode ancora di più, rendendo il dato sostanzialmente "falso", se si il problema in esame è la tendenza di non fare più figli.

Detto questo, o risolviamo il problema della riduzione della natalità oppure, prima o poi, saremmo costretti a rivedere pesantemente il sistema pensionistico. Oppure il nostro paese andrà in default. Alternative non ne vedo.

Io però una soluzione la ho. Oltre agli incentivi per chi i figli vuole tenerseli, potenziamo gli orfanotrofi e paghiamo le donne perché facciano bambini e li abbandonino.
Uhm... vedo già i partiti di destra che pretendono di accettare solo bambini di etnia caucasica... No, non c'è verso. Ci attende il baratro.



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01/12/2023 13:27

thors (ethors), 01/12/2023 11:52:


...
Io però una soluzione la ho. Oltre agli incentivi per chi i figli vuole tenerseli, potenziamo gli orfanotrofi e paghiamo le donne perché facciano bambini e li abbandonino.
Uhm... vedo già i partiti di destra che pretendono di accettare solo bambini di etnia caucasica... No, non c'è verso. Ci attende il baratro.



I tuoi cosiddetti "orfanotrofi potenziati" mi fanno venire in mente il Progetto Lebensborn ideato da Himmler.
Dalla relativa pagina wikipedia: "Secondo il Reichsführer-SS la Germania con la sua bassa natalità, con l'aumento degli aborti e dei figli illegittimi era un paese malato che era necessario sanare oltrepassando la meschina morale borghese."
...
Raccomandava quindi Himmler il 28 ottobre 1939, dopo due mesi dall'entrata nella seconda guerra mondiale:

«Al di là dei limiti imposti dalle leggi, dai costumi e dalle opinioni borghesi, forse necessari, oggi per le donne e le ragazze di puro sangue tedesco diventerà una nobile missione il chiedere ai soldati in partenza per il fronte, siano esse sposate o no, di renderle madri» poiché i soldati potrebbero «non tornare a rivedere il cielo del [loro] paese.» Tanto più l'obbligo di procreare valeva per gli uomini e le donne rimaste in patria»

(Heinrich Himmler, Reichsführer-SS)
...
Ovviamente, le sue considerazioni erano riguardanti anche la razza, ma non a parte questo sono simili le tue alle sue!

Invece, sarebbe opportuno fare come in Francia, dove danno degli incentivi a fare figli, con sempre più coppie giovani che hanno 2 o più figli.

p.s.: non è che tu thors sotto sotto sei un nazionalsocialista? [SM=g5029773] [SM=g5029842] [SM=g5029841]


[Modificato da rufusexc 01/12/2023 13:30]



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01/12/2023 14:01

Non occorre essere sotto sotto nazionalsocialisti per arrivare alle mie conclusioni.

La società occidentale ha come principio fondamentale la parità tra uomo e donna, e quindi la necessità di garantire alle donne le stesse possibilità di studio e carriera.

Questo si riflette inevitabilmente nell'età media delle partorienti e sul numero medio di figli.
Inoltre garantire le medesime possibilità di carriera lavorativa renderebbe necessario fornire strutture dopo parcheggiare i figli mentre i genitori sono al lavoro, dagli asili nido ai centri estivi.

Non so cosa stiano facendo in Francia, ma gli incentivi economici non possono bastare, se sono l'unica misura. Presumo sarebbero un aiuto economico a chi i figli li farebbe comunque (se sono bassi) e qualcosa di molto peggio se fossero abbastanza alti da spingere la gente ad allevare figli solo per denaro.

Comunque, io e Himmler condividiamo i mezzi, non gli obiettivi. Per lui i bambini servono a vincere la guerra, per me a rendere sostenibile il sistema economico-pensionistico del paese.



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01/12/2023 14:16

Topic molto interessante! 👍
Io ripenserei un attimino alla settimana lavorativa, perché se questa dura 5 giorni da lunedì a venerdì con 8 ore al giorno, convenzioni sindacali permettendo, una persona che fa carriera non ha tanto tempo per i figli.
O abbassiamo le ore lavorative o rifondiamo il sistema scolastico in modo che sia un'istituzione basata non solo sull'istruzione ma anche sull'educazione, magari con scuole che organizzino più attività, anche con dormitori e personale specializzato, ma qui si va su discorsi molto arditi. 😄
Per come la vedo io l'alternativa è prepararsi a un mondo di anziani costellati da gatti, perché gestire i cani sarà troppo difficile a livello fisico. 😅
Detto questo, io sono sempre stato per il modello tedesco: se fai infornate di immigrati che col tempo dimostrano di aver fatto propria la cultura italiana, per me sono italiani, quindi che facciano i figli gli italiani o gli facciano gli immigrati con (anche) cultura italiana per me è la stessa cosa.
Indubbiamente ci sono un sacco di variabili e dovunque ci si giri si va a sbattere su qualcosa. 😅
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01/12/2023 15:01

Ho la sensazione che i tedeschi siano più furbi con i flussi migratori, nel senso che in qualche modo riescono a farsi arrivare gente già con un certo livello di formazione, come accaduto coi siriani.

Un problema reale dell'immigrazione è che, almeno nella prima generazione, ci sono persone con un deficit conoscitivo elevato, tanto da costringere anche i partiti più di sinistra a imporre dei limiti. Devono imparare la lingua e una professione, perché altrimenti verranno condannati a svolgere lavori semplici, come nell'agricoltura, in sella a una bicicletta o dentro una cucina, mentre la nostra economia necessita di specifiche figure professionali.

Un'altra soluzione che però ho visto o letto in qualche opera di fantascienza, consiste nel selezionare gli immigranti già nei paesi di origine (che non si discosterebbe molto da quanto vogliono i partiti di destra, visto che per loro l'immigrato dovrebbe arrivare in Italia già con un contratto di lavoro). Estendendo un po' il concetto, io penserei a delle scuole di primo e secondo livello (finanziate dai paesi più ricchi), che preparino un certo numero di ragazzi ad emigrare oppure a spendere in loco le loro conoscenze.

Sostanzialmente il risultato dovrebbe tendere al medesimo che si otterrebbe crescendo una gran massa di orfani in Italia, ma dovrebbe avrebbe un grosso vantaggio in termini di costi.
[Modificato da thors 01/12/2023 15:03]



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02/12/2023 17:28

Oppure arriverà Thanos che schioccando le dita farà svanire nel nulla metà della popolazione...






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03/12/2023 15:51

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05/12/2023 16:13

Tornando seri, un numero che quantifica quanto sia problematico per una coppia avere dei figli:



Si dimettono 44mila mamme, per 63% conciliazione difficile

Cresce il numero delle dimissioni convalidate dall'Inl perché presentate nei primi tre anni di vita del figlio: nel 2022 sono state 61.391 con un aumento del 17,1% rispetto al 2021.

Il fenomeno riguarda soprattutto le donne (72,8% dei provvedimenti ovvero 44.669 dimissioni convalidate) ed è legato strettamente alle difficoltà di conciliazione tra vita e lavoro.

Il 63% delle neo mamme infatti mette tra le motivazioni la fatica nel tenere insieme l'impiego e il lavoro di cura a fronte del 7,1% dei padri. Per gli uomini la motivazione principale è il passaggio a un'altra azienda (78,9%) ragione invece minoritaria per le donne (24%).



Considerando che:

- i nuovi nati in Italia nel 2022 sono stati circa 393.000;
- i parti gemellari avvengono con una frequenza dell'1-2%;
- quasi la metà dei nuovi nati sono nati da madri che già non lavoravano (qui le statistiche sono molto confuse, ma la percentuale dovrebbe essere tra il 42,6% e il 57,4%).

Il numero di nuove madri nel 2022 con un lavoro si può stimare di circa 193 mila, e quindi la percentuale di nuove madri che hanno lasciato il lavoro per badare ai figli (44.699) diventa 23%. Quasi 1 su 4.
Se non ho commesso errori grossolani nel calcolo, il dato è mostruoso...



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13/12/2023 23:00

Voi vi immaginate di andare a lavorare sino a 71 anni? Per certe categorie lo vedo possibilissimo (in politica e tra gli avvocati, ad esempio, pare non sia difficile trovare dei matusalemme ancora in attività), ma per altre mi parrebbe uno scenario comico, se non fosse tragico...

Ah, le parti dell'articolo più in topic con la discussione le metto in grassetto.


Chi inizia a lavorare ora andrà in pensione a 71 anni, l'età più alta tra paesi Ocse dopo la Danimarca. Lo scrive l'Ocse nel Rapporto 'Pensions at a glance' spiegando che il dato è legato all'aspettativa di vita. "Per chi entra ora nel mercato del lavoro - si legge - l'età pensionabile normale raggiungerebbe i 70 anni nel Paesi Bassi e Svezia, 71 anni in Estonia e Italia e anche 74 anni in Danimarca. Nel 2023, "l'età pensionabile legale in Italia è di 67 anni, in forte aumento dopo le riforme attuate durante la crisi finanziaria globale. Ma l'Italia "garantisce un ampio accesso al pensionamento anticipato, spesso senza una penalità".

Al momento l'età "normale di pensionamento" è di circa 65 anni, in linea con la media Ocse (64,1). Per chi comincia a lavorare ora invece l'età media di uscita, a meno di nuove norme per l'anticipo, supererà di circa quattro anni la media Ocse. "L'Italia è uno dei nove paesi Ocse - si legge - che vincolano il pensionamento legale per età con la speranza di vita. In un sistema contributivo tale collegamento non è necessario per migliorare le finanze pensionistiche, ma mira a evitare che le persone vadano in pensione troppo presto con pensioni troppo basse e per promuovere l'occupazione".

I tassi di occupazione nelle fasce di età più anziane (60-64 anni) , spiega l'Ocse, sono al livello più basso dopo la Francia e la Grecia. "Le possibilità di andare in pensione prima dell'età pensionabile prevista dalla legge risultano molto vantaggiose. La concessione di benefici relativamente elevati a età relativamente basse nell'ambito delle Quote contribuisce alla seconda più alta spesa per la pensione pubblica tra i paesi Ocse, al 16,3% del Pil nel 2021. Sebbene l'aliquota contributiva sia molto elevata, le entrate derivanti dai contributi pensionistici rappresentano solo l'11% circa del PIL e necessitano di ingenti finanziamenti fiscalità generale". Per chi comincia a lavorare ora intorno ai 22 anni si prevede con l'aumento dell'aspettativa di vita che si vada in pensione a 71 anni ma che si abbia un importo della pensione rispetto allo stipendio al momento del ritiro di circa l'83% a fronte del 61% medio dell'Ocse.

Nel complesso, l'aliquota media di contribuzione effettiva per le pensioni nei paesi Ocse è del 18,2% del livello salariale medio nel 2022 con l'Italia che ha la quota obbligatoria più alta, al 33%. Seguono la Repubblica Ceca con il 28% e la Francia con il 27,8%. "I paesi con tassi di contribuzione più elevati - si legge - spesso lo hanno fatto per prestazioni pensionistiche superiori alla media (come nel caso di Francia e Italia)". Un livello più elevato di aliquote contributive "potrebbe danneggiare la competitività del dell'economia e una riduzione dell'occupazione totale".

In Italia nel 2025 la spesa per pensioni raggiungerà il 16,2% del Pil, la percentuale più alta tra i paesi Ocse: è quanto emerge dalle tabelle del Report Pensions at a glance pubblicato dall'Ocse secondo il quale il secondo Paese per spesa pensionistica sul Pil nell'anno considerato sarà la Francia con il 15,4%. La media Ocse nelle previsioni per il 2025 è al 9,3% mentre per l'Ue a 27 sarà all'8,5%. Secondo le previsioni dell'Ocse la spesa in percentuale del Pil in Italia salirà fino al 17,9% nel 2035 per poi ripiegare.

Il reddito medio delle persone di età superiore ai 65 anni in Italia "è leggermente superiore a quella della popolazione totale" (al 103%) mentre è in media inferiore del 12% nell'area Ocse (all'88%), prosegue il rapporto che sottolinea come la povertà relativa tra gli over 65 sia al 10% in Italia e al 14% nell'area Ocse in media. Al momento il tasso di occupazione nella fascia tra i 60 e i 64 anni in Italia è al 41% a fronte del 54% nell'area Ocse. L'età media di effettiva uscita dal mercato del lavoro nel 2022 è a 62,5 anni contro i 63,8 dell'area Ocse. La popolazione in età da lavoro diminuirà del 35% nei prossimi 40 anni (tra il 2022 e il 2062) a fronte del calo dell'11% nell'Ocse. Cambierà il rapporto tra la fascia tra i 20 e i 64 anni e gli anziani con 78 over 65 ogni 100 tra i 20 e i 64 anni in Italia nel 2052 (54 nell'area Ocse).

(ANSA)



Il dato più preoccupante è che a fronte di pensioni pagate dall'INPS per un valore pari al 16,3% del PIL, ne vengano incassati a scopo previdenziale solo in misura dell'11% del PIL. La qual cosa vuol dire che circa un 5% del PIL viene annualmente versato dalle casse dello stato a quelle dell'INPS per non farla fallire.
Considerando il problema delle nascite, nel 2035 è prevista una spesa di picco pari al 17,9%. Parallelamente la quota incassata scenderà sotto l'11%, perciò prevedo che nei prossimi anni l'età pensionabile crescerà ancora. D'accordo, forse ci sarà sempre la possibilità di andare anticipatamente in pensione senza particolari penalizzazioni, però la faccenda fa abbastanza paura.




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Grado Massimo!
14/12/2023 06:45

Secondo me il problema sono i soldi. Io economicamente ho dei seri problemi a mantenere uno o più figli. Li vorrei tanto, ma lo stipendio non lo permette, sopratutto adesso, che molti beni di prima necessità sono aumentati, a fronte di uno stipendio fermo a...... 30 anni fa? E si.



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