| | | OFFLINE | | Post: 2.597 | Registrato il: 07/02/2021 | Sesso: Maschile | Grado 6 | |
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01/06/2021 10:58 | |
L'avevo visto anch'io, più o meno un anno fa, ma oggi mi è tornato in mente mentre riordinavo un po' di cose.
In una pizzeria, un giorno di tanti anni a fa, a pranzo, ho incontrato una volta un uomo magrolino, tra i quaranta e i cinquantanni, credo, che si comportava in modo pacatamente allegro: un normale buon umore, direi.
Quando il cameriere ha preso l'ordinazione, lui gli ha chiesto un bicchiere di latte e, senza scomporsi, gli ha spiegato che poteva bere solo quello a causa di un tumore non operabile. In realtà, non ricordo se avesse chiesto anche qualcos'altro da mangiare, ma sono sicuro del bicchiere di latte e dell'espressione sorpresa del cameriere. E anche di un discorso che mi suonò piuttosto patetico, qualcosa come: "E che si può fare? Si deve vivere lo stesso. Se solo non avessi questi problemi a mangiare..."
Io sono dell'idea che un malato terminale possa reagire in molti modi diversi, anche se negare la propria condizione, quando possibile, sia la scelta più naturale, sia per non pensare alla propria malattia, sia per evitare la compassione degli altri.
Fatta quest'ulteriore premessa, a me è parsa stonata solo la voce della protagonista, che mi dava l'idea di una ragazza un po' tontolona, totalmente in contrasto con il suo comportamento. Quest'ultimo, però, non mi è parso irreale: difficile da comprendere sì, ma non da accettare.
E, nonostante la fine sia scontata sin dall'inizio, per me è arrivava comunque troppo presto e in modo sconvolgente.
Complessivamente, il film mi è piaciuto parecchio, tanto che lo faccio rientrare nella categoria dai gioiellini. |