Akiba Maid War

Akiba Maid War è un what if: è ambientato nel quartiere Akihabara di Tokyo, quartiere noto, tra l'altro, per i locali a tema dove le cameriere vestono costumi a tema e fanno le carine intrattenendo i clienti.
Nell'anime si immagina che in passato, nel 1999 in cui la maggior parte dell'azione è ambientata, i locali e le relative maid si facessero una guerra sanguinosa per la predominanza, nel peggior stile yakuza.
La storia si apre in un passato ancora precedente, nel 1985, quando una attempata capo-maid viene assassinata da una maid di un locale rivale, con costernazione della sua giovane accolita Ranko.
Dal seguito, si capisce che questa, in origine pacifica, debba avere vendicato il suo capo facendo una strage delle maid rivali, e per questo sia stata incarcerata per quindici anni.
Arrivati al 1999, due nuove maid si presentano al modesto locale Ton Toko Ton, a tema porcelline: una è Ranko, ormai trentaseienne e cupa, e l'altra è la diciassettenne Nagomi Wahira, idealista, energica e assolutamente pacifica.
Un losco individuo si presenta alla gestrice del locale richiedendo un 'regalino', e quando questa costernata ammette che non può cedere denaro, questo le commissiona di portare un biglietto in un altro locale di conigliette, incarico che lei gira a Wahira, che verrà accompagnata da Ranko.
A questo locale le due consegnano un biglietto alla capo-maid, impegnata a punire crudelmente una sua subordinata; purtroppo nel biglietto c'è una dichiarazione di guerra a quest'altro locale. Quando la capomaid aggredisce Wahira, Ranko estrae una pistola e la uccide, e dopo fa secche tutte le conigliette, che, ripresesi dalla sorpresa, le inseguono con le armi in pugno. Questo massacro è il finale scioccante della prima puntata.
Nel seguito la storia continua con altri episodi sul genere, anche se meno scioccanti, in cui la maggior parte se non la totalità delle nemiche morte si deve a Ranko, ormai una killer spietata.
Negli ultimi capitoli ci si ricollega più direttamente all'assassinio iniziale della attempata capo-maid, e vengono rivelati collegamenti tra personaggi del presente e del passato.
Nell'assieme l'ho trovato un bell'anime, una volta assorbita l'ipotesi trucida delle feroci faide tra maid nella completa indifferenza della polizia e dei media.

Si può definire un anime splatter?

Non credo, c'è parecchia violenza ma non solo violenza, c'è anche una trama relativamente solida e alcuni bei personaggi. Probabilmente la parte più scioccante è il finale del primo episodio.

Grazie

Non c'è di che.

Sicuramente è un bell'anime sotto tanti aspetti, però il modo in cui viene affrontato il tema principale (violenza e pacifismo) è tra il forzato e l'aberrante.
La premessa è che le maid di Akiba siano per metà moe moe e per metà ciniche assassine. Gli omicidi in cui una maid risulti vittima o carnefice sono all'ordine del giorno, eppure una ragazzina come Nagomi ha tanta voglia di entrare in quel mondo perché ne ignora completamente il ben noto lato oscuro. Superato lo shock iniziale, la nostra protagonista lotterà per far prevalere i propri idealismi pacifici, però gli sviluppi più coerenti della trama divergono parecchio da quello proposto dall'anime.
Una prima possibilità è la sostituzione dell'incapace capo dei Ton Toko Ton con una persona di cui l'organizzazione si fidi e che resti stabilmente capo della "filiale".
La seconda è un rapido e facile assassinio di tutte le maid del Ton Toko Ton, che non si capisce proprio come possano sopravvivere, nonostante tutti i nemici che si sono fatte e l'ambiente ostile che loro affrontano sostanzialmente senza mai guardarsi le spalle.

In questa opera il pacifismo è una scelta che porta morte e dolore ai propri compagni, ma che però alla fine si dimostra vincente. Però questo è possibile solo perché accadono eventi arbitrari e improbabili quanto un favorevole capriccio di un guerrafondai cinico e convinto, oppure perché invece di una eliminazione viene irragionevolmente deciso un semplice pestaggio.
Personalmente avrei preferito che Nagomi diventasse un angelo vendicatore, ed è un peccato che lei dimostri di essere troppo incapace per seguire questa strada.

Non posso che essere d'accordo sulla poca verosimiglianza delle premesse sociologiche della storia, a cominciare dall'assenza quasi completa della polizia, della yakuza e della stampa, dall'indifferenza dominante per i massacri e per i gruppi di cameriere in divisa che vanno n giro più o meno armate.
Forse la cosa sarebbe stata un po' più credibile in un paese di fantasia che non fosse il Giappone degli anni '90. Certo, non sarebbe assurdo pensare che esistano organizzazioni malavitose puramente femminili che riescano a tenere lontano o corrompere sia la mafia che la polizia per ritagliarsi un loro spazio, però anche tra donne si creerebbe probabilmente una divisione di ruoli tra quelle più carine che vanno protette perchè portano soldi intrattenendo i clienti, e quelle addette all'uso della forza e delle armi.
Inoltre bisognerebbe spiegare meglio come queste organizzazioni reclutano le adepte: tra le disperate senza alternative, oppure offrendo lauti guadagni?
E, restando in Giappone, perchè le varie maid restano in questo ambiente violento e tutt'altro che ricco, invece di prendere il primo treno e lasciare Akiba per fare qualunque altro lavoro in qualunque altro posto?

Per quanto riguarda la capa incapace del Ton Toko Ton, indubbiamente è difficile capire come sia arrivata in quella posizione. Mi pare di capire che non sia la proprietaria del locale. Perché l'organizzazione vuole far massacrare delle cameriere che potrebbe facilmente smistare in altri locali?

Per quanto riguarda Nagomi e la sua strada, a me piace che sia rimasta pacifista nel finale, e abbia dato un esempio tale da trascinare tutto l'ambiente su una nuova direzione, l'unica ragionevole. Del resto, se anche lei fosse diventata un angelo vendicatore (una assassina), avrebbe semplicemente ripetuto e perpetuato la scelta e la storia della sua compagna morta, e avrebbe avvallato la morale orribile dell'ambiente.
E poi, senza un cambiamento di rotta da quegli immaginari anni '90, anche al giorno d'oggi Akihabara sarebbe un luogo violentissimo, cozzando contro l'evidenza che non è così.