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Trama:

C’è una radio che non ha bisogno di microfoni, frequenze e studi di registrazione perché va in onda soltanto nell’immaginazione di chi l’ascolta. Il suo speaker è «il superlogorroico dalla lingua sciolta» DJ Ark che trasmette dalla cima di una cryptomeria.

DJ Ark ha la netta sensazione di trovarsi impigliato tra i rami di quella pianta da un bel pezzo, ma ha un vago ricordo di ciò che gli è accaduto. Ricorda soltanto di aver sentitouno strattone improvviso e di essere stato sballottato e trascinato a decine di metri dal suolo da una forza improvvisa. Certo, sa di avere trentotto anni, un passato senza gloria da musicista rock e da manager musicale, una moglie dolcissima di nome Misato e un figlio, So − suke, che studia negli Stati Uniti; ma, per quanto si sforzi, non riesce a trovare una spiegazione razionale che chiarisca il motivo per cui si trovi lassù, tra i rami alti di quella pianta, come fosse il monaco buddhista Ro − ben che, secondo la leggenda, fu preso da un’aquila quando era ancora in fasce e lasciato, appunto, in cima a una cryptomeria.

In ogni caso fa davvero freddo da quelle parti e a DJ Ark non resta che trasmettere musica a tutto spiano, dai Monkees a Bob Geldof, a Jobim, e lanciare nell’etere una quantità esorbitante di argomenti, sovraccarico com’è, come un camion sferragliante che traballa a destra e a manca. Una valanga di chiamate lo raggiunge dai luoghi più impensati. E, tra queste, un giorno, la chiamata dell’anziano signor Ki’ichi che con voce debole gli rivela che lui, DJ Ark, e tutti quelli che ascoltano la sua radio, sono anime di defunti che continuano ad aggirarsi in questo mondo dopo che la terra ha tremato violentemente e l’onda dello tsunami li ha travolti e uccisi. Davvero, però, solo anime erranti ascoltano DJ Ark? Il giovane scrittore S, giunto come volontario a Fukushima, non è forse vivo e vegeto e non chiederà forse a DJ Ark di trasmettere una magnifica canzone di salvezza per tutti gli uomini e le donne che soffrono nel dolore?



Ritenuto «uno dei migliori romanzi giapponesi dell’ultimo decennio» (Ito− Ujitaka), vincitore del premio Noma, Radio Imagination è una storia sorprendente e toccante in cui i fantasmi delle vittime della più grande tragedia del Giappone moderno bisbigliano al cuore dei sopravvissuti. Nelle sue pagine, Seiko Ito − mostra una visionarietà e una potenza espressiva di cui soltanto Haruki Murakami e Natsuo Kirino hanno dato sfoggio nella letteratura nipponica contemporanea.

Ecco come inizia:


Spero di avervi incuriosito almeno un po'... io di sicuro ne sono rimasta colpita e prima o poi potrei anche leggerlo!

Disponibile su Amazon anche in versione Kindle

(fonte dal sito dell'editore)









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