Google Allo - nuova app di instant messaging

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Silvia
00giovedì 22 settembre 2016 09:50
Ed eccoci ancora a parlare di Google!


Dopo la registrazione attraverso numero di telefono e sms di conferma, Allo si presenta come un mix tra una comune app di messaggistica e un software in tipico stile Google. Il material design non mente: sul lato sinistro trova posto il classico menu a espansione per la gestione del profilo e delle impostazioni, nella finestra principale ci sono le ultime chat e conversazioni di gruppo disposte in ordine cronologico e tramite un tasto in basso si accede alla rubrica dei contatti.

Anche le conversazioni, di gruppo o singole, si svolgono in modo familiare: come ormai avviene in tutti gli altri servizi, alle parole si possono allegare scatti istantanei, foto o video provenienti dall’album, emoticon, sticker o la propria posizione gps.

Il mittente può controllare lo stato di invio, ricezione e lettura dei messaggi e tenendo premuto sulle bolle di testo se ne può copiare, inoltrare o condividere il contenuto con altre app nel sistema operativo. In più rispetto ai concorrenti più rodati, Allo permette di ingrandire o diminuire la grandezza del carattere dei messaggi che si stanno per spedire trascinando il pulsante di invio verso l’alto o verso il basso: una chicca interessante che dà modo di simulare urla e sussurri.

Sono due però gli aspetti più peculiari che contraddistinguono Allo. Il primo sono le chat in incognito, un’idea non proprio nuova di pacca ma che nell’app Google trova un’implementazione originale, a metà tra l’approccio di Telegram e quello di Snapchat. Selezionando l’apposita modalità la conversazione appena iniziata viene crittografata da capo a capo (un passaggio che invece le normali chat non subiscono); inoltre la ricezione di nuovi messaggi viene segnalata tramite notifiche generiche anziché spiattellando il contenuto nella barra superiore di Android e l’intera impalcatura si autodistrugge come nei migliori film di spionaggio, dopo intervalli di tempo ultra brevi di cinque, dieci e trenta secondi, oppure dopo un minuto, un’ora, un giorno o una settimana.

Il secondo è la presenza dell’assistente virtuale di Google, un bot che all’interno di Allo assume la forma di un normale contatto tra quelli presenti in rubrica (nel corso della nostra prova non era ancora in grado di parlare italiano, ma è probabile che per l’arrivo nel nostro paese la lacuna sarà colmata).

L’Assistente funziona in modo simile a una stringa di ricerca Google, con la differenza che gli algoritmi che lo guidano sono programmati per comprendere il linguaggio naturale di chi scrive: non sempre afferra i nostri input, ma venendogli un po’ incontro non dà problemi. In alternativa, quando le circostanze lo permettono, per tentare di velocizzare le operazioni l’Assistente propone delle bolle di testo preconfezionate che è possibile toccare anziché perdere tempo con la digitazione dei quesiti.

Il bot può fornire indicazioni sul meteo e sui negozi nelle vicinanze, ma anche le ultime notizie, i risultati sportivi e informazioni generiche di ogni tipo oppure offrire un po’ di distrazione con una serie di mini giochi; il tutto diventa utile soprattutto quando viene utilizzato all’interno di una chat di gruppo, dove interazioni del genere a disposizione di tutti possono aiutare a far progredire il discorso o a organizzare eventi e ritrovi.

Google ha indubbiamente fatto i compiti. Allo non sprizza personalità né ovviamente brilla per originalità, ma l’insieme di funzionalità che offre è già abbastanza robusto e gli ingegneri Google non impiegheranno molto a rendere il pacchetto ancora più completo. Certo, in condizioni normali è difficile che un’app del genere, per quanto ben fatta, possa sfidare il dominio di piattaforme già adottate da centinaia di milioni di utenti, ma Allo non è un’app qualunque: se arrivasse preinstallata e ben integrata con il sistema operativo — il precedente dello scomodo e complicato Google Plus non ha niente a che vedere con questo caso — in pochi mesi per gli avversari potrebbero essere dolori.

L’app in ogni caso arriverà a breve su tutti gli smartphone Android (gli utenti di questo sistema operativo possono già preregistrarsi per il download e ricevere una notifica quando sarà disponibile) e iOS: non occorrerà molto prima che il grande pubblico possa provarla con mano.

fonte
manuenghel
00sabato 24 settembre 2016 12:06
Concorrenza a Uozzap? In teoria partita persa, vediamo che sviluppi ci saranno.

Io non sono convinto.
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