Ecco gli anime vietati negli altri paesi

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Silvia
00lunedì 22 agosto 2016 16:19
Tra gli incubi di molti amanti di anime e manga, quello peggiore è forse rappresentato dalla censura. Del resto, non è una novità che diverse serie giapponesi presentino scene giudicate troppo violente o troppo "spinte" in Occidente. Tuttavia, nel mondo ci sono situazioni ben peggiori di un fotogramma tolto od un dialogo riadattato. Alcuni #anime infatti sono stati letteralmente banditi da vari paesi e la lista è ben più lunga di quanto possiamo immaginare. In questo articolo esamineremo solo alcuni dei numerosi casi accertati.

Anime: L'attacco dei giganti in Cina
Non è un segreto che la Repubblica Popolare Cinese sia uno stato in cui fervono controlli rigorosi ed essi non risparmiano neanche le trasmissioni televisive. Nonostante il fandom che può vantare in tutto il mondo, la serie anime L'attacco dei giganti non è stata considerata idonea in Cina. Nonostante tutto, Eren e gli altri cacciatori di giganti non sono gli unici ad essere stati banditi dal paese. Alla lista è d'uopo aggiungere anche Sword Art Online II, Death Note, Kiseiju, Kill la Kill, Tokyo Ghoul e Psycho-Pass.

Anime: Hetalia in Corea del Sud
Forse non tutti conoscono la #Serie TV Hetalia Axis Powers. L'anime in questione prende in giro i vari paesi del mondo antropomorfizzandoli, tra questi c'è anche l'Italia, che è peraltro la protagonista dell'anime. Un'opera leggera, da non prendere certo sul serio, eppure, la Corea del Sud sembra non essere d'accordo con tale corrente di pensiero. Quando i telespettatori di tale stato hanno notato come sia stato presentato il loro paese nella serie TV, si è alzato un vero e proprio polverone. Tramite una petizione, sono state raccolte più di 16000 firme per chiedere la cancellazione dello show dai palinsesti televisivi.

Anime: Pokèmon in Arabia Saudita
Nei paesi musulmani, si sa, le autorità religiose detengono la maggior parte del potere politico. In Arabia Saudita, la nota serie anime Pokèmon non è stata ritenuta adatta ed è stata così bandita dai palinsesti televisivi. Secondo il risultato di una riunione avvenuta nel 2001, Pokèmon promuoverebbe il gioco d'azzardo ed il sionismo. E' stata in seguito emessa una fatwa (risposta da parte di un esperto di legge coranica ad un giudice governativo) contro i videogames, giochi di carte ed altri prodotti riguardanti il franchise.

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