In Africa orientale, dieci milioni di persone sono colpite in questi giorni dalla peggiore siccità a memoria d’uomo. Due successive stagioni delle piogge particolarmente scarse hanno determinato una situazione drammatica, con conseguenze che potrebbero ulteriormente aggravarsi nel medio periodo.
In alcune aree della regione il prezzo del grano è salito tra il 100 e il 200%, riducendo la disponibilità di alimenti per le famiglie e per il bestiame, che rappresenta una delle principali fonti di sussistenza nell’area.
In Somalia la siccità si somma a una crisi politica e militare che non trova soluzione ormai da vent’anni, con migliaia di persone che stanno lasciando le loro case per rifugiarsi nei paesi vicini, anch’essi allo stremo a causa della siccità. Nel campo di Dadaab, in Kenya, in pochi giorni si è passati da 300 mila a 400 mila sfollati, un incremento che mette a dura prova le già limitate risorse delle agenzie umanitarie.
L’impatto della siccità è spaventosamente accentuato dal muro di silenzio contro cui si scontra questa crisi umanitaria. In tutta Europa, le organizzazioni non governative hanno lanciato appelli, perché solo una reale mobilitazione dell’opinione pubblica e dei donatori potrà evitare che a settembre, quando le scorte alimentari locali saranno completamente compromesse, decine di migliaia di persone non restino vittime di una nuova crisi d’indifferenza.
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