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20/09/2009 18:01 | |
TORINO
Molti ormai, soprattutto i giovani, sanno che cosa sono gli (o le) «anime» giapponesi, in parole povere i disegni animati in tutte le loro forme, dalle serie tv ai film per bambini. Ma non molti ne conoscono la storia, l’evoluzione, i caratteri principali. Ed è una storia lunga e articolata che attraversa cent´anni di cinema con una produzione ampia e variegata, di cui il Museo del Cinema di Torino, in collaborazione col Festival di Locarno, ci fornisce ora una documentazione di prima mano. Perché, accanto a una bella mostra di manifesti, disegni, tecniche varie e materiale raro, c´è anche una retrospettiva che raccoglie il meglio di quella produzione. E allora c´è davvero da divertirsi, in tutti i sensi, per grandi e piccini. Ad esempio, se nei programmi antologici dedicati ai cortometraggi ci sono anche quelli di Yoji Kuri, non lasciateveli sfuggire: sono probabilmente quanto di più originale e sovversivo ci abbia dato il cinema d´animazione giapponese.
Ma torniamo agli «anime» veri e propri, la cui nascita si fa risalire, come serie tv, alla prima metà degli Anni 60, e alla loro diffusione in tutto il mondo, anche in Italia, nel corso degli Anni 70 e 80. Ma anche nelle sale cominciano ad arrivare, sia pure col contagocce, a partire dalla fine degli Anni 50, i disegni animati giapponesi. Basti pensare a Isao Takahata, l´autore di Heidi, a Osamu Tezuka, il creatore di Kimba, il leone bianco, a Tatsuo Yoshida (La battaglia dei pianeti), Mamoru Oshii e ovviamente a Hayao Miyazaki, Leone d´oro alla carriera alla Mostra di Venezi 2005, vero poeta del disegno animato, autore sensibile e affascinante di Principessa Mononoke, e altri incantevoli racconti per immagini tra cui Il mio vicino Totoro presentato in anteprima nazionale. |