Mostri contro Alieni racconta essenzialmente la vicenda di Susan Murphy, promessa sposa di un vanesio anchorman. Quasi sull'altare viene travolta da una meteora: il risultato dell'incidente è che raggiunge le dimensioni di un palazzo. Disperata e ribattezzata Ginormica, è rinchiusa dall'esercito insieme ad altri “mostri”, che diventano presto suoi compagni di prigionia: il blob B.O.B., l'anfibio Anello Mancante, il Dr. Prof. Scarafaggio e l'enorme Insectosaurus. Quando la Terra viene attaccata da un singolo alieno megalomane con macchine indistruttibili, inviargli contro la task-force dei malcapitati sarà l'unica speranza.
Mostri contro Alieni funziona all'interno del sempre più autoreferenziale stile DreamWorks: se c'è una cosa che la casa di Jeffrey Katzenberg cerca non è l'imprevedibilità creativa, quanto il buon vecchio spiazzamento della gag improvvisa, visiva o verbale che sia. Evidentemente un pilot per vari sequel, Mostri contro Alieni, con la sua carica parodistica indirizzata alla fantascienza catastrofica degli anni Cinquanta (ma c'anche Il dottor.Stranamore), è la consueta centrifuga mediatica DreamWorks: la plausibilità dell'impalcatura narrativa regge solo sulla scontata presa di coscienza da parte di Susan del suo destino, mentre è la periferia, con citazioni e digressioni, a contare.Non per niente ruba la scena un esilarante Presidente degli Stati Uniti che comunica con gli alieni passando con la tastiera dalle note di Incontri Ravvicinati a quelle di Beverly Hills Cop.
Qui, come in Shrek o in Madagascar, la cifra stilistica è la voluta assenza di rigore. Ci sarebbe ben poco da segnalare di fronte a un film che è una simpatica professionale timbrata di cartellino, se non fosse che è un cartoon pensato appositamente per la proiezione 3D. Chi rimanga scettico sul mezzo dopo anche recenti esperimenti come Viaggio al centro della Terra, si ricrederà: i registi Rob Letterman e Conrad Vernon hanno nella gran maggioranza delle scene evitato l'effettismo fine a se stesso, lavorando praticamente solo sull'enfatizzazione della profondità di campo. Una scelta affascinante che concretamente lascia intravedere un uso linguistico e non solo baracconesco della proiezione tridimensionale: scene d'azione altrimenti scontate acquistano un fascino intelligente.
Se non siete tra coloro che masochisticamente vogliono distinguere la forma dalla sostanza, inforcate gli occhialini nelle sale apposite e Mostri contro Alieni non vi deluderà affatto.