Parliamo di sonnambulismo!
Siete sonnambuli?
Tra immaginario popolare, cartoni animati e sceneggiature fanta-horror, c’è chi invece sta studiando il fenomeno seriamente. Il Dipartimento di Scienze Neurologiche dell’Università di Bologna ha presentato i risultati di una ricerca di interesse internazionale condotta sul sonnambulismo. I risultati sono stati pubblicati su “Neurological Science” e presentati a fine gennaio a Milano nella 1a Riunione Congiunta AIMS – LICE sui movimenti Patologici in Sonno: dalle Parasonnie all’Epilessia.
Non si conoscono esattamente le cause. I sonnambuli dormendo sono in grado di svolgere attività complesse come guidare la macchina, rispondere a domande, ascoltare a tutto volume la radio, abbuffarsi di cibo, fino ad arrivare, in alcuni casi, a comportamenti aggressivi nei confronti di chi sta loro vicino. Nella letteratura sono stati registrati casi di uomini che nel sonno hanno ucciso o tentato di uccidere la propria moglie.
La ricerca bolognese è coordinata dal Dr. Giuseppe Plazzi, ricercatore dell’Università di Bologna e membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione Italiana di Medicina del Sonno. Il gruppo è riuscito ad individuare delle identità tra sonnambulismo ed epilessia.
Quando è nato l’interesse dell’Università di Bologna per questo problema?
“Il dipartimento si occupa dei problemi relativi al sonno da almeno 30 anni, quando la direzione era in mano al Prof. Lugaresi. In particolare io mi occupo dei disturbi motori durante il sonno e di una forma particolare di sonnambulismo legata all’epilessia”.
In che modo avvengono le ricerche di laboratorio?
“I pazienti affetti da questo problema vengono registrati durante la notte attraverso degli elettrodi che misurano l’attività celebrale e del corpo, poi ripresi da una videocamera. La tecnica in linguaggio scientifico si chiama video-polisonnografia. Gli elettrodi registrano oltre all’attività celebrale la sudorazione, i movimenti del corpo. Il video permette di osservare i comportamenti. Di fatto è raro documentare un episodio di sonnambulismo in laboratorio”.
Quali sono le forme di sonnambulismo?
"Il sonnambulismo è molto frequente nei ragazzi dai 6 ai 14 anni. Di solito questi ragazzi hanno un’eredità di una persona in famiglia, ma in genere nell’età adulta il problema svanisce. I ragazzi presentano i sintomi durante il sonno profondo e in genere quando si svegliano non ricordano nulla, se non di avere avvertito presenze angoscianti. Quando il problema compare in età avanzata la dinamica è diversa. Il sonnambulismo si manifesta durante la fase Rem del sonno, cioè almeno ad un’ora circa da quando il paziente si addormenta per ricorrere ciclicamente durante la notte. Ma è durante le prime ore del mattino che il sonno diventa agitato e violento. Di solito sono pazienti di sesso maschile, anche anziani che tendono ad avere comportamenti aggressivi nei confronti del partner. In altri casi i comportamenti aggressivi sono rivolti a se. E’ come se confondessero la realtà con il sogno e infatti una volta svegliati sono sempre in grado di ricordare i contenuti dei sogni. Di solito sono uomini e il fenomeno è associato a malattie neurologiche o all’assunzione di farmaci”.
Quindi un sonnambulo, davvero come nei thriller, è pericoloso e potrebbe uccidere qualcuno?
"Ci sono stati, non registrati da noi, degli episodi di omicidi. Sono meno rari di quello che si pensa. Episodi di mariti che hanno ucciso la partner durante il sonno ne è piena la letteratura giuridica".
Poi ci sono altri casi?
"Sì. Il sonnambulismo può essere una manifestazione critica di un’epilessia parziale con crisi notturne".
Ma come si cura?
"Fatta la diagnosi ci sono delle cure farmacologiche. Comunque vanno presi dei provvedimenti per evitare pericoli per il paziente e per le persone che li circondano. Come chiudere a chiave le porte, sigillare le finestre di casa".
E’ giusta la convinzione popolare che dice di non svegliare mai i sonnambuli?
"E’ giustissimo. Svegliarlo improvvisamente può scatenare una reazione aggressiva e se se il soggetto è in una situazione di pericolo, ad esempio sul classico cornicione, il risveglio improvviso potrebbe portarlo a perdere l’equilibrio".
Ma perché il sonnambulismo si manifesta e perché è più frequente nei ragazzini?
"Non si conosce esattamente il motivo. E’ una predisposizione genetica. E’ più frequente nei bambini si pensa perché in loro non è ancora matura la capacità di controllare i movimenti del proprio corpo durante il sonno".
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