Ho visto al telegiornale il servizio e sono rimasta scioccata dall'inciviltà di alcune persone.. tutta questa violenza gratuita io non la concepisco.
Il procuratore aggiunto di Catania Renato Papa, che coordina le indagini sulla morte dell'ispettore Filippo Raciti, ucciso durante i disordini del derby col Palermo: accertamenti su «un gruppo criminale, formato anche da minorenni che assaltano le forze dell'ordine solo per il gusto di farlo»
CATANIA – «Ci sono gruppi di delinquenti che vanno allo stadio non per vedere la partita ma soltanto per aggredire la polizia. Quello che è accaduto ieri sera è stata un’Intifada da parte di gente pericolosa contro le forze dell’ordine». Così il procuratore aggiunto di Catania Renato Papa, che coordina le indagini sulla morte dell’ispettore di polizia Filippo Raciti, 38 anni, ucciso durante i disordini del derby con il Palermo, traccia le linee guida dell’inchiesta.
Gli accertamenti mirano ad identificare gli esponenti di «un gruppo criminale, formato anche da minorenni che assaltano le forze dell’ordine solo per il gusto di farlo». Insomma baby gang che si mimetizzano tra i tifosi solo per «allenarsi» alla guerriglia.
Il magistrato espone la sua tesi dopo avere compiuto un sopralluogo nello stadio «Massimino», insieme con il sostituto Ignazio Fonzo. «Le immagini – spiega – lo dimostrano chiaramente: i lanci di pietre ieri sono proseguiti anche dopo la fine della partita. Da tempo questi fenomeni sono evidenti, è il momento di dire basta».
Il procuratore aggiunto suggerisce anche «l' uso degli idranti contro gli ultras» e si dice contrario alla sospensione dei campionati di calcio, perchè, sostiene, «sarebbe come darla vinta a dei teppisti, sarebbe la sconfitta dello sport davanti alla violenza».
Le indagini, ancora a carico di ignoti, passano anche dal sequestro dello stadio che è stato eseguito nel pomeriggio. Il «Massimino» sarà «studiato da esperti per verificare se esistevano le condizioni minime necessarie per la sicurezza degli spettatori e delle forze dell’ordine». Ma la priorità, tra gli investigatori, è la cattura degli autori di quello che il sindaco di Catania, Umberto Scapagnini, definisce senza mezze misure «un omicidio volontario». La stessa accusa ipotizzata dai magistrati della Procura.
Digos e squadra mobile della Questura hanno interrogato testimoni, colleghi, feriti per cercare di dare un volto e un nome all’autore del delitto. La polizia cerca tra i tifosi, o presunti tali, del Catania, perchè, come sottolinea il pm, Ignazio Fonzo, gli «ultras del Palermo sono estranei agli incidenti». In serata oltre 400 investigatori, tra poliziotti e carabinieri, sono stati impegnati in una vera e propria caccia all’uomo, con perquisizioni mirate in casa di potenziali autori di gesti di violenza al Massimino. Un’operazione disposta dalla Procura i cui esiti non si conosceranno prima di domani.
Diventa sempre più chiara invece la dinamica della mortale aggressione avvenuta nella strada antistante l’ingresso della curva nord, dove stamattina una mano pietosa e anonima ha deposto un mazzo di fiori. Raciti era con dei colleghi del reparto mobile della polizia impegnato a rispondere a una carica contro i tifosi del Catania che volevano aggredire quelli del Palermo, appena entrati nello stadio. Riescono a bloccare un minorenne e ad arrestarlo: un poliziotto accompagna il ragazzo verso i cellulari, mentre Raciti torna in auto. A quel punto l’ aggressione, forse una rappresaglia contro la cattura di uno degli ultras. Un masso lo colpisce allo sterno procurandogli una forte lesione alla gabbia toracica e ai polmoni, poi l’ esplosione di una bomba carta e l’inalazione del fumo. È stata la somma di questi fattori a provocare un arresto cardio circolatorio che si è rivelato fatale per l’ispettore.
Durante la notte polizia e carabinieri hanno rastrellato tutta la zona attorno allo stadio; gli investigatori hanno arrestato complessivamente 22 tifosi del Catania, nove dei quali minorenni per i disordini. Nessuno di loro è indagato per l’ omicidio di Raciti.
I funerali si svolgeranno nel pomeriggio di lunedì prossimo, in cattedrale, contestualmente alla cerimonia d’uscita del fercolo della patrona Sant'Agata, in processione per le strade del centro storico di Catania. Un corteo che doveva essere festoso e che invece è stato segnato dal lutto di un’intera città, ancora attonita per una tragedia provocata dalla stupidità e dalla violenza, per dirla con il pm Papa, di «un gruppo di delinquenti».
di Mimmo Trovato
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