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Quando l'invidia ci spinge alla diffamazione

Ultimo Aggiornamento: 28/01/2024 23:12
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24/01/2024 11:27

Storia vera di una sessantasettenne romana



Questo è l'articolo dell'ANSA, pubblicato giusto ieri: "Lettere contro Abbagnato, 67enne condannata a 2 anni"

Dunque, iniziamo col dire che Eleonora Abbagnato è una ballerina e una attrice italiana. Dal 2015 dirige il corpo di ballo del Teatro dell'Opera di Roma, e dal 1º settembre 2022 dirige ad interim la scuola di ballo del medesimo teatro.

Bene, la protagonista della vicenda è invece Giulia Di Stasi, una donna di 67 anni, colpevole di aver inviato due lettere diffamatorie e per questo condannata a due anni dal tribunale di Roma.

Ed ecco i fatti:

La prima lettera risale all'ottobre del 2016, a circa 12 mesi dalla nomina dell'étoile di Abbagnato. L'anonimo autore chiede ai vertici della Fondazione di intervenire contro Abbagnato con queste parole:


Questa maledetta donna usa l'ente a suo uso e consumo [...]
Mandala via subito! Insieme al suo socio d'affari, hanno progettato di far morire la struttura del corpo di ballo e creare una compagnia loro.
[...] affidano ruoli a una cerchia ristretta di ballerini e gli altri li tengono seduti dietro le quinte ad assistere


La missiva è scritta a mano e non riporta alcuna firma. Sulla busta, come mittente, compaiono i nomi di due ballerini, i quali si riveleranno poi totalmente estranei alla vicenda.


La seconda lettera arriva alcuni giorni più tardi. È scritta con toni ancora più offensivi ed è ancora più anonima della precedente: non solo è mancante di una firma, ma è anche scritta al computer.
Qui la direttrice viene definita una "incapace" e "una finta bionda". E probabilmente ci deve essere dell'altro ancora, abbastanza da convincere Abbagnato a sporgere denuncia. E così la magistratura romana dà il via alle indagini.

Gli inquirenti intuiscono che il mittente deve appartenere in qualche modo all'ambiente della danza e di aver probabilmente a che fare con una persona scontenta dell'operato di Abbagnato. Così convocano un imprenditore attivo nel settore, Daniele Cipriani, e da lui ottengono un aiuto decisivo. Egli, infatti, veduta una copia della prima missiva, torna a casa, apre la dispensa e ne tira fuori una vasetto di marmellata. Porgendolo agli inquirenti, indica l'etichetta scritta a mano e li informa che quello era il regalo di Giulia Di Stasi, madre di una danzatrice, che in passato si era lamentata dell'atteggiamento della Abbagnato verso la figlia.
È la svolta: gli esami tecnici dimostrano senza ombra di dubbio che la grafia sull'etichetta e sulla missiva è la stessa, e pertanto Giulia Di Stasi finisce a processo.

Indubbiamente è una brutta storia da qualunque punto di vista, però vorrei concentrarmi sulla figura di questa madre, una persona complessa, che si migliora per diffamare la vittima, passando dall'ingenuità di un foglio scritto a mano alla professionalità di uno stampato col computer, e che al tempo stesso regala vasetti di marmellata fatti in casa. È un dettaglio, quest'ultimo, che mi fa tanta tristezza.
[Modificato da Silvia 24/01/2024 12:16]



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