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Casa passiva

Ultimo Aggiornamento: 07/09/2018 10:47
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Grado Massimo!
09/02/2018 11:36

Non sapevo cosa fossero finché non mi sono imbattuta in questo articolo:


Quando sarà certificata, tra pochi mesi, quella della famiglia Zuin a Borbiago di Mira sarà la prima casa passiva italiana, frutto di una ristrutturazione. Le non moltissime altre case passive nella Penisola sono tutte nuove costruzioni.

È una scommessa ormai quasi vinta: far sì che non solo le case costruite ex novo, ma anche quelle recuperate raggiungano livelli di altissima efficienza energetica e di emissioni nocive pari a zero (o quasi).

Niente caldaia né termosifoni. A Borbiago, in questi giorni, c’è un gran fervore di lavori. Ma non è più quello dei muratori e degli impiantisti: è quello degli arredatori e degli imbianchini. La cucina c’è già, altri mobili stanno arrivando e presto la famiglia proprietaria abiterà in questa primizia.



La metamorfosi è grande: l’edificio è una trifamiliare contadina degli anni Trenta, di 200 metri quadrati, su cui finora non si era mai intervenuti. Non aveva neppure sistema di riscaldamento, ma solo una stufa economica.

Adesso è quasi diventata una casa che non ha bisogno della caldaia né dei termosifoni e che funziona con (poca) energia elettrica, perlopiù avuta in dono dal sole; poi serve anche un po’ di energia termica, chiesta alla terra. E basta. Niente gas né gasolio né altri combustibili fossili; per il gas non c’è neanche l’allacciamento. E non servono neppure biomasse: niente stufe a pellet e niente caminetti a legna.

Basta un po’ di corrente elettrica, quella che accende una lampadina da 60 watt. Così si scalda d’inverno, si rinfresca d’estate e si produce acqua calda per la doccia o per lavare i piatti. Con l’attesa di molto comfort abitativo.

È questa la scommessa della casa passiva, che non è un’esclusiva per la Germania o l’Alto Adige. E che anche in Veneto, invece, può prendere piede.

La casa passiva non è un gioiellino per ricchi. Il costo a metro quadro di una ristrutturazione che porta alla casa passiva è di 1600-1700 euro al metro quadrato, del tutto simile a quello di una ristrutturazione con metodiche e tecnologie convenzionali. Il che si deve al fatto che gli impianti tradizionali sono pressoché azzerati; così quel risparmio è compensato da un maggior costo dei materiali isolanti.

Per giunta ci sono i vantaggi fiscali: la detrazione fiscale del 50% per le ristrutturazioni (fino ad un importo di 96mila euro) e quella che arriva al 70 e anche all’80% per interventi di adeguamento contro i terremoti.

A Borbiago si è fatto tutto ciò: lo sottolinea Denise Tegon, l’architetto che ha curato tutto l’intervento dal punto di vista termico-energetico, fino al conseguimento dello standard di casa passiva (il progetto è invece del geometra Piero Martarello).

«L’abbiamo resa più stabile dalle fondamenta», spiega l’architetto, che sta ultimando un’altra casa passiva, ma di nuova edificazione a Oriago: «Taglio termico alle fondamenta, con materiale che ha una trasmittanza molto bassa e ferma la risalita dell’umidità. Abbiamo introdotto pilastri nuovi, reso strutturali gli archi e rifatto il tetto con un’intelaiatura antisismica».

«Non si sentirà più il bisogno di aprire le finestre». Poi si è messo mano all’isolamento: 20 centimetri di materiale isolante a pavimento, 26 di pannelli alle pareti, 30 al tetto. Poi si è lavorato di fino per ridurre o azzerare i ponti termici.

Quindi i serramenti: tutti in legno con triplo vetro. «In legno – precisa Denise Tegon – perché la casa è notificata presso la Sovrintendenza ed è perciò richiesto di non usare il pvc».

Questa cura per l’isolamento termico e per la tenuta all’aria ha fatto sì che si sia raggiunto un livello molto basso, circa metà di quello prescritto dal Passivhaus Institut, l’ente di Darmstadt che a breve certificherà l’immobile di Borbiago.


L’architetto Denise Tegon
Infine il “motorino” che serve per scaldare e rinfrescare e rendere confortevole l’abitare: una pompa di calore collegata a un sistema di ventilazione meccanica, che consente un continuo ricambio d’aria: «Tanto – sostiene l’architetto – che, pur potendo aprire normalmente le finestre, non se ne avvertirà più il bisogno».

È l’unico impianto della casa. La ventilazione porta aria in tutti i locali tramite due fori: uno a trenta centimetri dal pavimento per l’immissione di aria nuova e uno a 30 centimetri dal soffitto per l’estrazione di quella viziata: «Il sistema è silenzioso e a bassissima velocità: se si mette un foglio di carta davanti al foro, il foglio non si muove».

Il “cuore” è una piccola pompa di calore, che non arriva a 2 kW di potenza (una caldaia a gas per una abitazione di cento metri quadri è, mediamente, sui 25 kW). Spiega l’architetto Tegon: «È un aggregato compatto che fa tutto: riscalda, raffresca e produce acqua calda sanitaria».



La pompa di calore, che ha già un rendimento alto, trova ulteriore sostegno grazie ad un impianto geotermico orizzontale. In sostanza, anziché scavare in profondità, a Borbiago il tubo in serpentina è stato posato appena un metro sottoterra, dove la temperatura è già costante tutto l’anno, attorno ai 12°.

La casa “funziona” con mezzo caffè al giorno. In un’area di cinque metri per uno, è stato posizionato un tubo che consente un’operazione vantaggiosa: d’inverno riscalda l’aria esterna prima di farla entrare nella pompa di calore, riducendone il lavoro. D’estate fa il viceversa: quindi, anche se c’è il solleone e ci sono 30°, l’aria, passando sottoterra, si rinfresca a 12° prima di essere distribuita all’interno dell’abitazione grazie alla ventilazione motorizzata.

Tutto questo impegno ha bisogno di un po’ di energia elettrica. Di giorno e quando c’è il sole sono più che sufficienti i 6 kW di potenza dei pannelli fotovoltaici sul tetto. Di notte si fa ricorso alla rete elettrica. Ma i costi di gestione – prevede l’arch. Tegon – si aggireranno sui 60 centesimi di euro al giorno.

fonte




Io non ho le competenze per capire le cose "tecniche" ma sono assolutamente sbalordita.... mi chiedo se davvero possa funzionare [SM=g27831]





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Grado 6
09/02/2018 20:02

è semplicemente una casa coibentata, per l'energia si affida ai pannelli fotovoltaici, sicuramente per l'acqua calda sanitari a ai pannelli solari e il tutto alimenta una pompa di calore... il resto sono accorgimenti di contorno ma che comunque aiutano a migliorare il risparmio energetico... niente di particolare, è solo parecchio costosa come investimento iniziale e quindi in pochi solitamente accettano di spendere tanto...
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Grado Massimo!
10/02/2018 14:13

Incredibile. Però anch'io avevo sentito che i costi sono molto alti.



Denise
[Non Registrato]
07/09/2018 10:47

Passivhaus
Per caso trovo questo forum, mi fa piacere che ci sia stato un piccolo interesse.
Essendo la progettista, posso assolutamente dissentire su quanto detto dei costi iniziali. Si relaizzano case Passivhaus nuove da 1500 €/mq e ristrutturazioni a 1700/1800 €/mq. In caso di plurifamiliari il costo si abbassa. Costi dunque in linea col mercato delle abitazioni "normali". Tutti i nostri committenti sono persone normalissime! Questo tipo di abitazioni sono realizzate con una attenzione particolare ai costi. Sottolineo anche che non sono "semplicemente case coibentate" ma abitazioni studiate per avere il massimo comfort. In Italia ce ne sono ancora poche, ma per fortuna se ne sta capendo l'importanza. Credetemi, ci vuole un bagaglio non indifferente di esperienza.
arch. Denise Tegon
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