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  05/05/2017 18:28 | |
Coccodrilli che sguazzano nel Bisagno come topi e un museo, quello di Villa Croce, trasformato in hotel. Non è uno scherzo, ma la risposta che l’arte vuol dare -col linguaggio che le è proprio, ma “contaminato” da quello dei mezzi di comunicazione- al problema, altrettanto serio, delle fake news, che di recente la Presidente della Camera Laura Boldrini ha definito “fattore di destabilizzazione sociale”, e contro le quali ha mosso una petizione attraverso il sito web dedicato: “Basta bufale”. Perché la questione appunto non è da sottovalutare, e proprio da qui parte la ricerca artistica di Giulio Alvigini, che con la falsa mostra No more!, che non si svolgerà mai, perché non esiste la Aboutness Art Gallery, né a Genova né in nessun altro luogo, rappresenta, smaschera e invita alla riflessione sulle bufale. Che del resto sono sempre esistite (basti pensare ai clamorosi falsi di Modigliani del 1984, ad opera di studenti come Alvigini), ma che oggi, a causa dell’immaterialità del web e dell’istantaneità della diffusione delle notizie, circolano in modo spesso incontrollabile e incontrollato.A partire dallo stesso comunicato stampa inviato ai giornalisti, la principale delle bufale, e pubblicato nei siti web dedicati all’arte, come Artribune (o sarà un fake?), su questa fantomatica mostra che avrebbe dovuto inaugurarsi a Villa Croce il 4 maggio -ma che non avrà mai un’opening- da questo artista “vincitore dell’Oblomov Foundation” –così recita la sua presentazione-, che in realtà non è un premio, ma un’opera di Maurizio Cattelan. E appunto No more!, organizzata dall’altrettanto fake curator Maurizio Vallebona, si basa sulla rappresentazione di due false notizie, veicolate da un’altrettanto falsa comunicazione, e create ad hoc da Alvigini, perché, come afferma, “l’intento è quello di scatenare isterie collettive, lavorando sulle contraddizioni della società contemporanea, attraverso una messa in scena basata su ironia e provocazione.” Come hanno fatto lui e Vallebona (probabile nome inventato) durante l’intervista.Da qui, dunque, nasce anche il fake sui coccodrilli che si aggirano nelle fogne di Genova, per i quali il 24 aprile scorso è stato messo online un finto blog (tuttogenovablog.wordpress.com/2017/04/24/coccodrilligenovesi/). L’operazione sarebbe stata effettuata –ma probabilmente anche questa è una bufala- ricorrendo ai consigli di chi crea false notizie per mestiere, come Ermes Maiolica: “Partendo dal fatto che il concetto di post verità è qualcosa che non possiamo ignorare, perché ci assale e ci stordisce –spiega l’artista-, e poiché l’esperienza con la notizia verosimile, ma falsa, la conosciamo bene, ritengo che l’arte contemporanea dovrebbe parlarne e sfruttarne lo stesso linguaggio, facendolo proprio. Per questo ho usato le metodologie della bufale rivolgendomi a Maiolica. L’artista quindi è sempre in rapporto con gli altri, non si inventa niente e ha bisogno di condividere, perché è per così dire plurale.” Di sicuro la comunicazione falsa, ma verosimile, l’ha inventata perfettamente e condivisa.Infatti venerdì 28 aprile la città è diventata museo a cielo aperto, con la concretizzazione della bufala stessa, attraverso un coccodrillo che si aggirava tra Piazza De Ferrari e Palazzo Ducale: “Una mascotte in stile Disney, quindi rassicurante, –spiega Alvigini-, che però porta in sé la contraddizione tra mezzo di comunicazione e messaggio, autodenunciandosi col cartello che recita: Via i coccodrilli dalle fogne di Genova!”E poi ecco anche l’altro grande fake: hotelvillacroce.com. Il museo d’arte contemporanea Villa Croce diventa virtualmente un albergo, con tanto di sito internet. Lo scopo di questo lavoro è duplice: “Voglio creare un dibattito sociale sulle conseguenze delle fake news –conclude- e nel caso di Villa Croce ho voluto destrutturare il concetto iconico di museo d’arte contemporanea, per parlare di una macrosituazione che interessa molti musei italiani, alle prese col dilemma tra qualità e quantità. Avrei potuto anche trasformare San Lorenzo in un McDonald’s come operazione di decontestualizzazione.” Forse è una bufala anche questo commento, ma l’importante è stare al gioco, informarsi e non cascarci.
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