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Il Giappone al femminile

Ultimo Aggiornamento: 22/08/2016 10:12
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Registrato il: 09/01/2003
Sesso: Femminile
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Grado Massimo!
22/08/2016 07:20

Se sedete davanti al piccolo, scenografico stagno del giardino Isuien, a Nara, nel cuore del Giappone, una signora con un grande cappello di paglia vi si avvicinerà e vi chiederà se può avere il piacere di farvi da guida volontaria. Alla fine vi ringrazierà, inchinandosi. Forse, sedendo nel giardino e osservando, dietro gli aceri, i ponticelli e gli eleganti cespugli, il tetto del tempio Todai-ji, vi verrà in mente che questa antica capitale del Giappone fu fondata da un’imperatrice, Gemmei, che ne ordinò la costruzione nel 708. A quel punto penserete che un Paese così gentile, artistico ed educato sia a misura di donna. Non avrete torto. Con un’avvertenza: il Giappone è la meta ideale per donne che viaggiano sole. Ha anche appena eletto la prima governatrice donna di Tokyo, Yuriko Koike. Ma quanto è ideale per straniere curiose, tanto si rivela ancora lontano dai canoni occidentali di parità. La stessa Yuriko Koike ha ammesso che, nel suo Paese, il soffitto per le donne non è di cristallo, ma d’acciaio. Al solito, la realtà è più complessa: la letteratura, per esempio, è un saldo dominio femminile, dal tempo in cui la misteriosa dama di corte e scrittrice Murasaki Shikibu, tra la fine del X secolo e l’inizio dell’XI, scrisse il Genji monogatari, considerato il primo romanzo di tutti i tempi e un capolavoro.
Libere di girare
Però, girando per le strade di Tokyo, Kyoto e Osaka, non farete a meno di notare che, da cartelloni e schermi pubblicitari, ammiccano vere o presunte adolescenti e che perfino le signore di mezza età sembrano aver indugiato a lungo, prima di uscire di casa, tra una divisa da liceale e il kimono (tornato di moda perché garantisce sconti sui taxi e nei negozi). Detto questo, in Giappone potete girare vestite come volete. Più che da noi, dove una minigonna con le calze nere autoreggenti o un abitino di voile rosa su zeppe circensi possono suscitare commenti indelicati, in Giappone nessuno sembra far caso a come vestono gli altri. Singolare, visto che le mise eccentriche, diffuse tra maschi e femmine, servirebbero a farsi notare. Un’ultima avvertenza: i vagoni della metropolitana di Tokyo per Women only, sole donne, possono mettere in allarme. Ma benché sia innegabile un certo gusto dei maschi per i palpeggiamenti, in particolare sulla linea Saikyo, e benché la fama dei chikan, i palpeggiatori appunto, abbia valicato i confini nazionali (pare abbiano anche una rivista), l‘educazione giapponese prevede che nelle quasi 900 stazioni e sui treni della metropolitana non ci si guardi nemmeno negli occhi. In sintesi: sarete generalmente ignorate. Anche perché, come appare dalle pubblicità, il canone di bellezza è autoctono: occhi a mandorla in versione manga, faccette tonde, capelli scuri e pelle bianca. Aiuta anche il fatto che, se vi smarrirete nelle stradine di Tokyo (non esistono quasi i nomi delle strade e i numeri civici), qualcuno cercherà di aiutarvi. Non è detto che ci riesca: anche i giapponesi si orientano con le app.
Perché un viaggio?
Per esempio, per lo shopping. Gli abiti delle shibuyettes, le ragazze più o meno giovani che frequentano il quartiere Shibuya e in particolare i nove piani di Shibuya 109, vi sembreranno meno trendy di quel che vuole la fama. Troverete, forse, più divertenti i quartieri chic della capitale, come Omotesando, o le zone più popolari come Yanaka Ginza. Per non parlare delle stradine del mercato di Nishiki a Kyoto, dove, superati i chioschi di street food (impagabili i polpi da passeggio), vi imbatterete anche nei negozi di Sou Sou, mix di abiti tradizionali e nuovo design. Se non inseguite la moda, da non perdere, a Tokyo, Kappabashi- Dori, un vialone che si stende tra le zone di Ueno, che visiterete per i principali musei e il laghetto di fiori di loto, lo Shinobazu, e Asakusa, uno dei quartieri più divertenti, con l’antico tempio di Senso-ji e il viale di bancarelle. Kappabashi non è un luogo per turisti: vi si concentrano negozi che vendono tutti gli accessori possibili per cucine, caffè e ristoranti. Imperdibili i cibi di paraffina che, nelle vetrine dei ristoranti, riproducono i menu. Per quanto all’inizio quell’esposizione di fritti, sushi e gamberetti di plastica, per non parlare delle torte a forma di panda, vi farà sorridere, scoprirete presto che vi salverà dal digiuno nei locali (non sono pochi, neanche a Tokyo) che hanno soltanto il menu in giapponese.
La prova incrocio
Anche se non conoscete la lingua concedetevi anche una visita in una grande libreria: le montagne di manga per donne e ragazze si lasciano sfogliare volentieri. Lo stesso vale per un musical del Takarazuka: è un teatro tutto al femminile, con principi azzurri e samurai en travesti. La sede principale è quasi di fronte i giardini imperiali di Tokyo, da tener d’occhio anche le possibili novità a corte. Diamo per scontato che una viaggiatrice italiana non insegua solo shopping e buona cucina (per inciso, difficile sbagliare, ma fidatevi delle code e armatevi di pazienza). Sorvoliamo sulle mete turistiche più note (magnifiche), come il Padiglione d’oro e i templi di Kyoto, il castello di Osaka, i templi di Nara e il Meiji di Tokyo, per un paio di dritte: il cimitero di Kurodani, da cui si vede tutta Kyoto e che conduce al Sentiero della filosofia. E, per provare una seduta di meditazione, il tempio Shunkoin (shunkoin.com) di Kyoto. Dopodiché vi divertirete ad attraversare le strisce pedonali diagonali davanti alla stazione di Shibuya, a Tokyo, nell’ora di punta: visto dall’alto l’incrocio è la prova che solo dal caos può nascere una stella danzante.

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Grado Massimo!
22/08/2016 10:12

Io Amo Il Giappone.

Punto.

Andiamo? [SM=g5029771]



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