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Una pagina facebook interessante che parla di medicina in maniera divulgativa

Ultimo Aggiornamento: 09/09/2017 11:59
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Grado Massimo!
21/07/2016 22:51

Vi segnalo una pagina molto interessante, da seguire, perchè, a mio parere, è molto valida e si imparano un sacco di cose utili

www.facebook.com/MedBunker/?fref=nf





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Grado Massimo!
24/07/2016 12:09

Interessante. Mi sono "iscritto" alla pagina, sono curioso per i post futuri.



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Grado Massimo!
06/09/2016 21:19

Riporto un articolo da questa pagina di Facebook


In questi giorni si è discusso dei vari casi di persone morte per aver seguito delle pratiche alternative per curare le loro malattie, si tratta di cronaca, questi fatti accadono in continuazione. Ribadisco che non entrerò nel merito perché ne ho parlato e ne parlerò ma non quando c'è un fatto (tragico) personale.
Le discussioni avvenute in questa pagina potrebbero però essere uno spunto per approfondire certi atteggiamenti.
Perché davanti a due morti dovute per aver creduto a "vie alternative" c'è sempre la persona che sostiene che "ci sono vie alternative"? Perché c'è quello che dice "io certe cose le so, le ho lette su Wikipedia?" e perché una donna, per confutare le statistiche degli studi e delle società scientifiche propone una pagina di un guaritore pluripregiudicato?
Non è (solo) ignoranza.
È incapacità di discernere le fonti, di capire le basi del ragionamento scientifico, è preferire l'irrazionale alla logica ed alla capacità critica. È semplicità di ragionamento.
Lo stesso che fa pensare ad una signora che fa l'arredatrice di discutere di epidemiologia, al geologo di dibattere di immunologia. Eppure io non discuterei con la prima di storia dell'architettura o con il secondo di principi antisismici, fosse solo per evitare brutte figure.

Non sarebbe meglio quindi che ognuno facesse il proprio lavoro? Se all’idraulico dico che esiste un modo alternativo per collegare i tubi, la sua risposta "non è vero, non c'è" dovrebbe essere legge, almeno dovrebbe essere rispettata, apprezzata, anzi, potrei pure ringraziarlo per avermi corretto. Se un ingegnere costruisce la mia casa, dirgli "hai sbagliato i calcoli" non è rispettoso, sarebbe presuntuoso ma se proprio ne fossi convinto basterebbe dimostrarlo con i calcoli in mano, non dicendo "guarda, è scritto su Wikipedia".
Ognuno con il suo lavoro, è anche un detto popolare.
Ovvio che certi dati possano essere spiacevoli, che certe percentuali siano scoraggianti ma un medico, una persona onesta, non deve mentire, non può inventare, quello lo fanno i venditori di pozioni magiche.
Esiste ovviamente (e meno male!) la libertà di parola, ognuno può dire la sua, può esprimersi, commentare ma, almeno, si abbia il buon senso, l'educazione e forse anche la furbizia di essere molto cauti, se si è profani, forse, non è il caso di parlare di temi importanti con "opinioni" formatesi "sulla strada". L'esempio delle "mamme informate" è attuale, "informarsi" su internet può essere rischioso se non sappiamo distinguere neanche un sito serio da uo che inventa notizie.
Ovvio che un incompetente troverà più comprensibile la cura dei tumori con la ricotta ed incomprensibile quella con gli anticorpi monoclonali, è normale ma, mi rivolgo proprio agli incompetenti, un giorno tutti noi saremo su un letto ed un giorno tutti noi avremo di fronte una persona che dovrà curarci. Sia il medico che l'idraulico di prima. Avremo davanti a noi qualcuno che avrà la responsabilità di salvarci la vita (se potrà).
Come immaginate questa persona?
Uno che ha studiato per decenni, che vi illustra le possibilità di guarigione, che si basa solo su dati e studi e si aggiorna nelle riviste scientifiche?
Uno che studia su Wikipedia e prepara un decotto di ortiche perché tanto la medicina non funziona sempre?
Ovviamente resta ed è sacrosanta, la libertà di cura. Se siete davvero convinti che i medici vi vogliano uccidere e che le statistiche siano false mentre uno spuntato dal nulla che racconti le sue “statistiche” su internet sia più credibile e dica la verità, andate da lui. Nessuno obbliga nessuno. Gli ospedali sono strutture pubbliche, per tutti. I ciarlatani sono privati, per chi li sceglie.
Ma non dite di non essere stati avvertiti, non dite che “nessuno me lo aveva detto”, sono scelte personali. Ricordando sempre che senza informazione corretta non si è liberi.
Bene, questo dipende anche da voi, più date credibilità a questa gente, più gli darete successo. Più date dignità a ciarlatani, più ne troverete ed un giorno potreste trovarne uno sulla vostra strada, il letto che prepariamo è quello sui cui giaceremo, in tutti i campi. Sappiatelo e rifletteteci.
Un saluto a tutti.
"Libertà di parola non significa che puoi dire ciò che vuoi senza conseguenze, significa semplicemente che il potere non potrà impedirti di dire quelle cose.
Significa anche che gli altri potranno dire ciò che pensano di quello che hai detto. Così se dici una boiata non piagnucolare nascondendoti con la "libertà di parola" per ognuno che la critica. Sta solo evidenziando la tua ignoranza" (G. Takei).





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Grado Massimo!
07/09/2016 21:43

Concordo. Soprattutto dopo quello che è successo recentemente.



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Grado Massimo!
04/09/2017 18:19

Cancro e cure alternative, perché è facile credere ai miracoli
un articolo molto interessante in cui viene intervistato l'autore della pagina fb citata nei post prima


Uno studio della Yale School of Medicine (Connecticut, Usa), pubblicato sul Journal of the National Cancer Institute, ha dimostrato che affidarsi a terapie alternative, rifiutando approcci più tradizionali come la radioterapia, la chemioterapia e la chirurgia, aumenta del doppio la probabilità di morire di cancro. La notizia è di pochi giorni fa e ci riporta a fatti di cronaca.

Le teorie più in voga. “Il cancro si cura risolvendo conflitti interiori, e viene perché si è depressi o traumatizzati”. “La chemio non cura, anzi uccide e i medici lo sanno. Solo che dietro c’è un enorme giro di quattrini...”. Sono frasi ricorrenti, sebbene non sostenute dalle prove. Ma quando si è ammalati, e soprattutto quando lo si è gravemente, azzerati dal dolore e con il terrore di perdere la propria vita o la vita di chi amiamo, la speranza può arrivare anche da ciò che non è supportato da alcuna evidenza. O che dalle prove è addirittura smentito.
 
Il dossier Hamer. L'ultimo eclatante esempio dalla nostra cronaca è quello della diciottenne che si sarebbe lasciata morire il 14 agosto dello scorso anno di leucemia (una malattia dalla quale oggi si può guarire in 4 casi su 5) perché convinta, lei come i suoi genitori, dell’efficacia del metodo del dottor Hamer. Ryke Geerd Hamer, deceduto il mese scorso, era un medico tedesco radiato dall’ordine, definito il padre della Nuova Medicina Germanica: una teoria alternativa, elaborata qualche anno dopo la perdita di un figlio per via di un drammatico incidente del 1978, secondo la quale la malattia è un programma speciale elaborato dalla natura per rispondere a un trauma. Sviluppare un tumore, secondo Hamer, sarebbe un segno del risanamento in corso. A raccontare la sua storia è un volume, il Dossier Hamer, scritto da Ilario D’Amato per i Caratteri di Mondadori. Un libro “avvincente e drammatico”, come l’ha definito Giuseppe Remuzzi, coordinatore delle attività di ricerca dell’Istituto Mario Negri di Bergamo, che fa emergere la lunga scia di decessi di uomini e donne che nei decenni si sono lasciati morire di cancro sperando di guarire con la medicina germanica.
 
Un umano desiderio. Ma quali bisogni vanno a intercettare Hamer e gli altri predicatori di una medicina basata sul nulla, che sfuggono, e spesso lo fanno quasi con orgoglio, a qualsivoglia prova scientifica di efficacia e anche di sicurezza? “In campo oncologico, la spinta viene soprattutto dall’umano desiderio di continuare a vivere, dall’attaccamento alla vita”, risponde Salvo Di Grazia, medico e divulgatore scientifico, da dieci anni impegnato a smentire l’efficacia delle medicine alternative, autore di volumi come Salute e bugie e Medicine e bugie per Chiare Lettere, nonché fondatore di MedBunker, un blog che da danni è per molti un punto di riferimento (altri suoi blog sono su Le Scienze e su Il Fatto Quotidiano). “Non si può non tenere in considerazione che chi ha a che fare col cancro diviene fragile e vive momenti drammatici, angoscianti – ragiona il medico – e non bisogna pensare che chi si rivolge alle cure alternative abbia un basso livello culturale o sociale. Al contrario: la tipica vittima delle truffe, nella medicina in generale e non in oncologia in particolare, ha un livello culturale medio-alto e ritiene che le sue competenze lo mettano nella condizione di scegliere. Invoca la libertà di cura e si affida alle teorie alternative. Ma un ottimo economista o un coltissimo storico dell’arte, tanto per fare degli esempi, non sa di medicina, ed è normale che sia così. La scienza medica è complessa, lo è sempre di più visto il progresso delle conoscenze. E richiede studio”.


Furbi, folli e medici. Ma se questo è il profilo dei pazienti, qual è quello di chi invece vende speranza? “Nella maggior parte dei casi, chi propone terapie alternative per la cura del cancro o di altre patologie è un furbo”, dice Di Grazia: “Uno che fiuta l’affare, che vende illusioni e lo fa per danaro. Uno che sa bene che il suo prodotto non funziona, e siccome è un truffatore spara alto: parla di percentuali di guarigione del 90-100 per cento. Praticamente miracoli. E si definisce anti-sistema, applicando una semplice tecnica di marketing: sa di rivolgersi a una categoria di persone che rispondono a quel richiamo”.
 
Ma sono davvero tutti solo ciarlatani avidi e in malafede? Non ci sarà qualche folle? “Ci sono anche i folli, per così dire, ma sono pochi. In fondo lo stesso Hamer è stato definito psicopatico dai tribunali. In questo caso si tratta di persone che hanno una ossessione…ma parliamo di numeri piccolissimi. In genere chi propone di curare con medicine alternative è un furbo”.
 
Qualche volta, però, si prestano al gioco anche i medici. “È vero – riprende Di Grazia – e magari medici che la mattina in ospedale curano loro stessi e gli altri con la medicina basata sulle evidenze scientifiche e poi, di pomeriggio, arrotondano. Ma ora gli ordini si stanno muovendo. Il fatto è che il rigore e la serietà della scienza medica sono difficili da comprendere per chi non ha una mentalità scientifica”. Quella mentalità e quella cultura che le scuole, non soltanto le università, hanno il compito di coltivare.

fonte articolo
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Grado Massimo!
09/09/2017 11:59

Lo dico con tutto il rispetto, ma quella teoria di Hamer la trovo allucinante...
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