In un era dove la lotta al terrorismo islamico passa sempre di più attraverso i nuovi media, bloccare le comunicazioni vuol dire spesso isolare il fenomeno e poter fermare il proselitismo e l’emulazione. Proprio in virtù di ciò Google, Facebook e Twitter si sono mossi sviluppando una tecnologia in grado di eliminare appena pubblicati in rete i video pro-Isis. La cancellazione di questi file avviene grazie ad un processo di confronto tra le immagini nuove e quelle inserite in un database dove sono raccolte quelle già bandite dalle piattaforme. In caso di corrispondenza, le foto o i filmati pericolosi verrebbero eliminati all’istante. Tale sistema, secondo le indiscrezioni, sarebbe nato, originariamente, per proteggere i contenuti coperti dai diritti d’autore. Fino ad adesso i colossi del web si erano basati sulle segnalazioni da parte degli utenti, a cui seguiva una revisione da parte di personale umano. L'automazione è sicuramente più efficace e tempestiva.
facebook twitter isisTale strategia sarebbe stata messa in campo "silenziosamente" in parte per evitare che i terroristi capiscano come manipolarla, trovando contromisure che consentano ai propri video di sfuggire alle maglie del controllo, in parte per evitare di essere messi sotto pressione da governi autoritari o dittatoriali che potrebbero pretendere che la tecnologia venga utilizzata anche come strumento di censura verso chi si oppone ai loro regimi. Tale soluzione sembrerebbe arrivare come risposta ad un appello del presidente Usa Barak Obama, che ha chiesto un impegno maggiore alla lotta al terrorismo sul web. Internet è da sempre il mezzo di diffusione dei messaggi dell’Isis più usato dagli jihadisti. Non è la prima volta che si cerca di combattere l’Isis su internet: negli ultimi mesi Facebook e Twitter hanno chiuso decine di migliaia di account collegati all’organizzazione, tanto che Jack Dorsey, e Mark Zuckerberg, i fondatori dei due social, sono finiti in un video dell’isis che mostrava i loro volti tra le fiamme e crivellati da proiettili. La lotta al terrore islamico ha così tre nuovi potentissimi alleati, basterà tutto questo a fermare la pubblicazione degli orrori diffusi in rete dove gli "infedeli" vengono torturati e usccisi e dove si fa propaganda pro Isis? Al momento questa sembra essere la strada più giusta da percorrere.
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