Il problema dei 3 corpi: Attraverso continenti e decadi, cinque amici geniali fanno scoperte sconvolgenti mentre le leggi della scienza si sgretolano ed emerge una minaccia esistenziale. Vieni a parlarne su TopManga.

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La strada di Ryu (Ryuu no Michi)

Ultimo Aggiornamento: 28/04/2013 11:44
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05/04/2013 04:33

Non so voi, ma sono riuscito anni fa a vedere Ryu il ragazzo delle caverne, la storia non mi sembrava male (anche se già da piccolo m’infastidiva l’anacronismo di vedere i personaggi avere a che fare con un tirannosauro chiamato Tirano perennemente affamato, specialmente nei confronti del protagonista), ma si trattava dello stesso autore (Shotaro Ishinomori) di una delle mie serie preferite (Cyborg 009) e quindi cercavo di farmela piacere, per una specie di effetto condizionato.
Con il tempo ho scoperto che in realtà l’autore aveva in mente per Ryu un progetto molto più ampio, e che la storia trasposta in animazione arrivata negli anni ’80 nel Bel paese ne era la seconda parte; ve n’è infatti una terza (Il mondo di Ryu) ed una prima (La strada di Ryu, l’oggetto di questo post), avevo detto qualche riga fa che m’infastidiva l’anacronismo di vedere dinosauri convivere con gli umani, in realtà la faccenda è più complessa, per Ishinomori quella di Ryu non è un’opera ambientata nella preistoria che conosciamo noi, ma può essersi svolta in un periodo diverso, magari anche in un lontanissimo futuro.
Ma veniamo alla trama (e chiedo scusa se già la conoscete): il “Ryu” protagonista di questa storia si chiama Ryu Shibata, ha sedici anni e nei primi anni del XXI secolo s’imbarca come clandestino in un vettore sperimentale che dovrebbe andare alle porte di Sirio; scoperto quando è ormai troppo tardi per riportarlo indietro, viene ibernato insieme con gli altri membri della spedizione; la storia inizia con l’arrivo della navicella che dopo aver seguito chissà quali rotte per la Via Lattea, questo comporta il risveglio di Ryu, che scopre con raccapriccio che il destino di questi provinciali dell’Orsa minore alla conquista degli spazi degli spazi interstellari è stato alquanto crudele: sono tutti morti (alcuni in fase di avanzata scheletrizzazione) vittime probabilmente di una qualche forma di malattia spaziale che non ha lasciato loro scampo, ma le sorprese non sono finite: scopre che quel mondo è in uno stato selvaggio, mentre lui sapeva che il pianeta di destinazione avrebbe dovuto un elevato status di civiltà, ma il suo stupore è nulla rispetto a quando scopre la fisionomia del monte Fuji (nei cui pressi si trova l’ipotetico astroporto di partenza) e quando ha un incontro poco amichevole con un leopardo bicipite; comincia a farsi strada in lui l’atroce sospetto che quel mondo selvaggio sia la Terra, ridotta così dopo una guerra atomica che ha lasciato strascichi allucinanti (come alberi carnivori semoventi, pipistrelli vampiro giganti e altre bestiole tutt’altro che simpatiche); un’altra particolarità che sembra avere il protagonista è lo scoprire che possiede conoscenze che non sospettava di avere (e di cui almeno al momento ignora l’origine, sembra quasi che qualcuno o qualcosa gliele comuniche subliminalmente), come quando cita Einstein per spiegarsi come mai la Terra sia diventata così diversa in quelli che pensa siano stati pochi anni passati a ronfare a bordo, mentre in realtà si sarebbe trattato di alcuni secoli o come quando riesce a superare la differenza linguistica con i fratelli Henderson, chi sono costoro? Sono una ragazza (Maria) e il suo fratellino (Jimmy) che sono arrivati sul pianeta con un’altra spedizione, partita in un’altra epoca, circa tre secoli prima lo svolgimento di queste vicende, che a causa di problemi dovuti a qualche infezione spaziale sconosciuta aveva deciso di tornare al pianeta d’orgine (al loro arrivo erano un centinaio, dai trecento che erano a bordo, ma sono stati decimati dalle malattie e dal bestiario locale); a proposito della fauna, oltre a quelli di cui ho detto, vi sono altre specie, tra cui uomini- scimmia, uomini con una cultura di tipo paleolitico (vestono di pelli, usano la lancia, hanno un’economia di caccia e raccolta) caratterizzati dalla presenza della coda e mutanti mostruosi e con tendenza al cannibalismo (i tre li incontrano in un viaggio che intraprendono per volontà di Ryu, che un giorno ha visto o crede di aver visto un aereo, segno che forse la civiltà non si è estinta).
Così i tre tapini si mettono in viaggio, incappano in questi bizzarri messeri e spesso capita a Maria fare la parte della “princess in distress” (al punto in cui sono arrivato nella lettura sembra pure aver perso la ragione, ma c’è da capirla, non è facile finire prigionieri degli uomini-scimmia, stare per essere sacrificati dai mutanti a un ragno gigante ed essere messi al rogo dagli uomini caudati senza che questo possa avere effetti particolari sulla propria psiche); nel corso dei capitoli sembra essersi formata una specie di “compagnia” formata da questi tre; Peki, un uomo- scimmia più benevolente degli altri; Isaac, un robot trovato tra le rovine di una città (si chiama così in onore di Asimov); Ciclope, un piccolo mutante che come suggerisce il nome ha un solo occhio ma in compenso ha quattro braccia; l’ultimo arrivato è Dio (no, niente di trascendente, è un vecchio cyborg arrivato là un secolo prima ed è trattato come una divinità da un’altra comunità di abitanti del luogo, del resto, è un tizio che spara da un braccio ed ha una vigoria immensa fa colpo su gente sempliciotta) che ha una concitata scena agonale con Ryu, per lui la civiltà è scomparsa, se ce ne fosse stata qualche vestigia lui se ne sarebbe accorto).
Insomma, a me sembra un bel manga, che certo si porta tutti i quarant’anni di età dalla prima pubblicazione (sia nel tratto che nell’ideologia di fondo), ma qui forse parla il fan di Ishinomori.



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05/04/2013 17:56

Interessante. Io conosco solo Ryu delle caverne, è uno degli anime della mia infanzia.

Chissà se si troverà in fumetteria...



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05/04/2013 19:00

Che io sappia, il Ryu delle caverne (quello da cui è tratta la serie animata) è stato già pubblicato in italiano.
La strada di Ryu invece mi pare che sia stato dalal D/visual pubblicato anni fa (2007 o 2008) il primo volume (di cinque), ma da allora è in fase di hiatus, per dirla in inglese.

Scusa la curiosità: ma a te piaceva quell'anime?
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10/04/2013 07:25

Si, da piccolo tantissimo. Adesso ho provato a riguardalo, ma .... diciamo che è un po' superato. XD



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10/04/2013 12:41

Purtroppo (o per fortuna) il tempo cambia molte cose nella vita, tra cui le opinioni.
Da piccolo come ho detto adoravo Cyborg 009 (in un mondo di produzioni fatto di robottoni sparatutto, maghette volteggianti, sportivi che sfidavano le leggi della fisica e orfanelle portasfiga erano una sorta di eccezione, è vero che l'elemento cyborg era fantascentifico, ma la storia aveva dei riferimenti abbastanza chiari alla situazione politica del tempo, con il mondo diviso in blocchi, le dittature del terzo mondo, i problemi di una ricerca scientifica portata all'eccesso), ma ora se lo guardo mi piace ancora certo, ma non posso non dire che era "ingenuo" come storia e "superato" come comparto tecnico.
Ryu invece come ho detto non mi piaceva granché.
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10/04/2013 20:37

I tempi cambiano e anche noi siamo cresciuti intellettualmente. Poi vedendo un po' di anime ora come ora i paragoni declassano un buon vecchi classici. Ma non del tutto però!



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Grado 4
28/04/2013 00:33

Sottoscrivo, la bellezza di un anime per me va oltre il comparto tecnico e gli anni che si porta (anche se a vedere una nime degli anni '60 e uno attuale le differenze saltano agli occhi stridenti...).
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28/04/2013 11:44

A parte quelli di Miyazaki. Guarda Conan il ragazzo del futuro. Nonostante sia del 76'-79' circa sembra fatto l'altro ieri...



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