appena vidi la parola Tokyo nella saga di Fast and Furious venni preso da una voglia irresistibile di vedere il film. Ammetto pero’ che questo genere di film non mi entusiasmano molto, il primo FF ancora ancora mi era piaciuto, c’era un grande Vin Diesel ed il film ai tempi era una vera novità. Il terzo capitolo, Tokyo Drift, non regala assolutamente niente di nuovo. La trama è delle più scontate che abbia mai visto. Un giovane ragazzo, Shaun, è costretto per evitare il riformatorio a trasferirsi nella capitale del Giappone, dove vive il padre, un uomo un po’ burbero. Shaun si trova così a vivere in un posto completamente estraneo, dove i Gaijin sono visti mal volentieri, sopratutto gli stranieri ficcanaso. A fatica si inserisce e grazie ad un nuovo amico di nome Twinkie, ma il suo destino si presenta a fargli i conti. Data la sua natura un po’ ribelle inizia a fare gare automobilistiche illegali e si scontra con D.K., figlio di uno Yakuza. Dopo una gara, dove la sua auto si distrugge, Shaun si trova costretto a riparare i danni lavorando per uno scagnozzo di D.K., Han, che gli insegnerà a driftare e diventare un campione delle corse. In mezzo a tutto questo c’è la donna di D.K.. Un classico vero? Si, direi proprio di si, però alla fine il film è godibile, ovviamente se non ti aspetti niente di eclatante. Già solo la parola Tokyo, per un appassionato di Giappone come me, fa piacere vedere il film. La capitale di notte è bellissima, piena di colori, per non parlare delle auto. Stai a vedere che il film d’animazione Cars 2 si è ispirato alle auto di questo film quando facevano vedere la gara in Giappone? Colori, luci sgargianti, rombo, tamarrate varie, secondo me questo è Fast and Furious – Tokyo Drift, da vedere almeno una volta e forse poi basta.
Fonte: Projectmanu.it
[Modificato da manuenghel 16/02/2013 10:41]